By Baghdadhope*
Ai miei amati fratelli: i vescovi, i sacerdoti, i monaci, le suore, le figlie ed i figli della
chiesa caldea, i capi delle chiese cristiane in Iraq, i fratelli musulmani ed i
fratelli sabei e yazidi, così come ai cari fratelli iracheni:
“As Salamu makum” “La pace sia con voi”
Con queste parole che nella loro brevità già contengono l'invito al dialogo ed alla riconciliazione inizia il primo messaggio di S.B. Mar Louis Raphael I Sako in qualità di nuovo Patriarca della chiesa caldea.
Un messaggio che contiene, nei suoi punti numerati, l’agenda del suo patriarcato già anticipata in alcune delle interviste rilasciate subito dopo la sua nomina a Roma lo scorso 1 febbraio ma che ora, pubblicata in arabo, sarà davvero accessibile a tutti i fedeli della chiesa caldea ed agli iracheni in generale.
Il primo punto è quello relativo alla necessaria riorganizzazione della chiesa caldea sulle basi dei canoni ecclesiastici che sarà discusso durante il Sinodo che si terrà a giugno a Baghdad.
Il secondo punto è l’apertura verso le chiese sorelle ed in special modo nei confronti della chiesa Assira dell’Est attraverso il dialogo a favore dell’unità.
Non meno importante il dialogo interreligioso trattato al punto tre che si basa sull’appartenere – cristiani e musulmani – alla stessa terra, alla stessa cultura ed alla stessa storia. Cristiani e musulmani che devono collaborare per consolidare la coesistenza ed i valori della pace, della libertà, della democrazia e dell’uguaglianza sulla base della comune cittadinanza e dei diritti umani perché “Religione e patria sono per tutti” e perché “Noi cristiani vogliamo vivere nel nostro paese senza discriminazioni”.
Alla classe politica è indirizzato il quarto punto dell’agenda del patriarca caldeo. L’appello è infatti ai politici arabi, curdi e turcomanni perché collaborino a favore della nazione, della sua unità e sovranità e lo facciano attraverso il dialogo e la negoziazione. Un punto, il quarto, che si conclude con parole certamente nel cuore di molti se non di tutti gli iracheni: Basta sangue.. basta distruzione.
Altri appelli di S.B. Sako sono contenuti in un’intervista ad Almadapress, come quello perchè le proteste contro il governo delle ultime settimane siano pacifiche in nome dei dieci anni di terrore e di uccisioni in cui si spera di non ripiombare, quello agli studiosi e religiosi musulmani perché parlino con una sola voce in cui prevalga il messaggio di pace, di tolleranza e di perdono, ed infine quello ai politici iracheni perché non provochino discordia ed odio affidandosi al dialogo per preservare l’unità del paese.
Ciò che sta accadendo in Iraq, ha detto il patriarca caldeo riferendosi agli scontri tra governo e popolazione che in queste ultime settimane hanno infiammato parecchie regioni del paese “è molto triste perché l’Iraq è terra di civilizzazione, tolleranza e dialogo e non di autobomba, uccisioni e bombardamenti.”
Non c'è stato giorno, da quando il 7 febbraio il Patriarca ha fatto ritorno in Iraq dopo la sua nomina, in cui non siano risuonate nei suoi discorsi le parole tolleranza e dialogo. Ad Erbil dove è stato accolto, ad Ankawa nella chiesa dove i fedeli lo hanno salutato, nel Seminario Maggiore caldeo ed al Babel College che ha visitato, a Kirkuk ed a Sulemanya da dove si è congedato dopo dieci anni come arcivescovo prima di trasferirsi, proprio oggi, nella sede patriarcale di Baghdad dove alle 17.00 ora locale si terrà una grande celebrazione in suo onore nella chiesa di San Giuseppe, in attesa della cerimonia di intronizzazione che, come confermato da Monsignor Shleimun Warduni, vicario patriarcale, si terrà il giorno 6 di marzo. In tempo per permettere a S. B. Sako di partecipare alla messa a Roma per l'inizio del pontificato del Papa che verrà eletto dal prossimo conclave.
“As Salamu makum” “La pace sia con voi”
Con queste parole che nella loro brevità già contengono l'invito al dialogo ed alla riconciliazione inizia il primo messaggio di S.B. Mar Louis Raphael I Sako in qualità di nuovo Patriarca della chiesa caldea.
Un messaggio che contiene, nei suoi punti numerati, l’agenda del suo patriarcato già anticipata in alcune delle interviste rilasciate subito dopo la sua nomina a Roma lo scorso 1 febbraio ma che ora, pubblicata in arabo, sarà davvero accessibile a tutti i fedeli della chiesa caldea ed agli iracheni in generale.
Il primo punto è quello relativo alla necessaria riorganizzazione della chiesa caldea sulle basi dei canoni ecclesiastici che sarà discusso durante il Sinodo che si terrà a giugno a Baghdad.
Il secondo punto è l’apertura verso le chiese sorelle ed in special modo nei confronti della chiesa Assira dell’Est attraverso il dialogo a favore dell’unità.
Non meno importante il dialogo interreligioso trattato al punto tre che si basa sull’appartenere – cristiani e musulmani – alla stessa terra, alla stessa cultura ed alla stessa storia. Cristiani e musulmani che devono collaborare per consolidare la coesistenza ed i valori della pace, della libertà, della democrazia e dell’uguaglianza sulla base della comune cittadinanza e dei diritti umani perché “Religione e patria sono per tutti” e perché “Noi cristiani vogliamo vivere nel nostro paese senza discriminazioni”.
Alla classe politica è indirizzato il quarto punto dell’agenda del patriarca caldeo. L’appello è infatti ai politici arabi, curdi e turcomanni perché collaborino a favore della nazione, della sua unità e sovranità e lo facciano attraverso il dialogo e la negoziazione. Un punto, il quarto, che si conclude con parole certamente nel cuore di molti se non di tutti gli iracheni: Basta sangue.. basta distruzione.
Altri appelli di S.B. Sako sono contenuti in un’intervista ad Almadapress, come quello perchè le proteste contro il governo delle ultime settimane siano pacifiche in nome dei dieci anni di terrore e di uccisioni in cui si spera di non ripiombare, quello agli studiosi e religiosi musulmani perché parlino con una sola voce in cui prevalga il messaggio di pace, di tolleranza e di perdono, ed infine quello ai politici iracheni perché non provochino discordia ed odio affidandosi al dialogo per preservare l’unità del paese.
Ciò che sta accadendo in Iraq, ha detto il patriarca caldeo riferendosi agli scontri tra governo e popolazione che in queste ultime settimane hanno infiammato parecchie regioni del paese “è molto triste perché l’Iraq è terra di civilizzazione, tolleranza e dialogo e non di autobomba, uccisioni e bombardamenti.”
Non c'è stato giorno, da quando il 7 febbraio il Patriarca ha fatto ritorno in Iraq dopo la sua nomina, in cui non siano risuonate nei suoi discorsi le parole tolleranza e dialogo. Ad Erbil dove è stato accolto, ad Ankawa nella chiesa dove i fedeli lo hanno salutato, nel Seminario Maggiore caldeo ed al Babel College che ha visitato, a Kirkuk ed a Sulemanya da dove si è congedato dopo dieci anni come arcivescovo prima di trasferirsi, proprio oggi, nella sede patriarcale di Baghdad dove alle 17.00 ora locale si terrà una grande celebrazione in suo onore nella chiesa di San Giuseppe, in attesa della cerimonia di intronizzazione che, come confermato da Monsignor Shleimun Warduni, vicario patriarcale, si terrà il giorno 6 di marzo. In tempo per permettere a S. B. Sako di partecipare alla messa a Roma per l'inizio del pontificato del Papa che verrà eletto dal prossimo conclave.