Lo Stato Islamico dell'Iraq, gruppo affiliato ad al-Qaeda, ha rivendicato gli ultimi attentati contro la comunita' sciita a Baghdad e costati la vita ad almeno 28 persone. 13 le autobomba esplose in 6 diversi quartieri lunedì. Ieri anche l’attacco contro un oleodotto nella raffineria di Baji. Nell'intervista di Cecilia Seppia, la preoccupazione di mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad:
La situazione non è facile. E’ una situazione molto dolente, terribile, perché ormai non c’è alcuna sicurezza da noi.
Tredici autobombe esplose solo a Baghdad, in quartieri a maggioranza sciita. Quindi, ancora una volta, dietro a queste azioni c’è la faida perenne, la lotta per il potere tra sunniti e sciiti…
Bisogna allontanarsi dagli interessi personali, partigiani, anche religiosi e confessionali. Questo solo il Signore lo potrebbe fare: dare la grazia, affinché possano vedere solo il bene dell’Iraq e la tranquillità del popolo iracheno.
I sopravvissuti a queste esplosioni, avvenute per lo più in mercati e quindi in zone molto frequentate, hanno riferito di uno scenario di guerra. Come stanno reagendo le autorità e soprattutto la Chiesa, anche nei confronti dei fedeli: cosa si dice loro per incoraggiarli, per tranquillizzarli?
Certamente il governo è a disagio: tutto questo non è certo buono per la sua stabilità, per il suo operato. Questa cosa non finirà! Bisogna avere uno spirito di sacrificio, bisogna avere uno spirito capace di allontanarsi dagli interessi personali: tutti vogliono solo il bene personale… Questo è egoismo! D’altra parte siamo in Quaresima e noi preghiamo per la pace. Non abbiamo nient’altro: i nostri fedeli soffrono; i nostri cittadini soffrono; i nostri bambini soffrono; gli anziani, i malati e i giovani soffrano. Perciò chiediamo la grazia del Signore. Io dico solo: noi vogliamo la pace, allora preghiamo e cerchiamo la pace. Adesso specialmente, in questo periodo di Quaresima, noi diciamo ai nostri fedeli di pregare, di andare avanti con fiducia nel Signore.
Come stanno vivendo i cristiani questo momento in Iraq: qual è la situazione, la condizione dei cristiani, che sappiamo essere una minoranza nel Paese?
Non ci sono azioni particolari contro i cristiani. Certamente tutto questo influisce sull’ambiente generale del Paese. Purtroppo il fenomeno dell’emigrazione è ancora in atto, perché vedendo queste disgrazie, si domandano: chi garantisce la nostra vita? Chi garantisce la sicurezza della nostra famiglia?