By Asia News, 26 agosto 2010
Un cristiano siro-cattolico è stato sequestrato ieri a Karakosh – Baghdeeda, da un gruppo di uomini armati, che subito dopo il rapimento ha chiesto un riscatto di 15mila dollari Usa. Fonti locali di AsiaNews affermano che la famiglia ha già pagato la somma, ma i rapitori non hanno ancora rilasciato l’uomo. Louyaé Behnam, 35 anni, è originario di Mosul, dove fino a pochi anni fa gestiva un negozio di vetraio. Per ragioni di sicurezza si era trasferito insieme ai familiari a Karakosh – Baghdeeda a 30 km da Mosul. La città a maggioranza cristiana è situata, nel distretto di Karakosh (piana di Ninive), e ospita molti profughi cristiani provenienti da Mosul e Baghdad.
Il nord dell’Iraq è da tempo teatro di attacchi mirati contro la comunità cristiana, al centro di una lotta di potere fra arabi, curdi e turcomanni. Secondo i cristiani gli attacchi sono collegati alla creazione di un’enclave cristiana nella piana di Ninive, che il governo non fa nulla per contrastare.
L’annuncio del ritiro dell’ultimo contingente di truppe Usa, che segna la fine dell’operazione “Iraqi freedom”, non fa che aumentare il clima di insicurezza generale. Da sei mesi l’Iraq attende la formazione di un governo e il Paese è tenuto sotto scacco da bande criminali ed estremisti islamici.
Ieri, oltre 50 persone sono morte in una serie di attacchi che hanno colpito le città di Kirkuk, Falluja, Tikrit, Mosul, Basra, Ramadi e Karbala. Secondo fonti ufficiali gli attentati sono opera degli estremisti di al-Qaida, ma fonti locali dicono che “gli attacchi sono politicizzati e al-Qaida non c’entra niente. Il loro scopo è intimidire la popolazione”.
Il nord dell’Iraq è da tempo teatro di attacchi mirati contro la comunità cristiana, al centro di una lotta di potere fra arabi, curdi e turcomanni. Secondo i cristiani gli attacchi sono collegati alla creazione di un’enclave cristiana nella piana di Ninive, che il governo non fa nulla per contrastare.
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Ieri, oltre 50 persone sono morte in una serie di attacchi che hanno colpito le città di Kirkuk, Falluja, Tikrit, Mosul, Basra, Ramadi e Karbala. Secondo fonti ufficiali gli attentati sono opera degli estremisti di al-Qaida, ma fonti locali dicono che “gli attacchi sono politicizzati e al-Qaida non c’entra niente. Il loro scopo è intimidire la popolazione”.