By John Pontifex
Tradotto ed adattato da Baghdadhope*
Colui che è diventato il più giovane arcivescovo cattolico del mondo ha parlato di "speranza e fiducia" nell'assumere il ruolo di pastore di alcuni dei cristiani più perseguitati in Iraq.
Ad appena 42 anni, Amil Shamaaoun Nona è stato ordinato arcivescovo di Mosul, nel nord dell'Iraq, sostituendo Paulos Faraj Rahho, rapito davanti alla sua cattedrale quasi due anni fa e deceduto in prigionia 10 giorni dopo.
In una dichiarazione ad "Aiuto alla Chiesa che Soffre" l'organizzazione caritatevole cattolica per i cristiani perseguitati e che soffrono, il nuovo arcivescovo ha dato la sua risposta alla continua ondata di omicidi, rapimenti e attentati dinamitardi a chiese ed ad altri centri cristiani in tutta la città. L'Arcivescovo Nona, che fino alla sua nomina è stato sacerdote della vicina diocesi di Alqosh, ha scritto: "La mia nuova missione è dare speranza e fiducia ai cristiani di Mosul, rendendoli consapevoli della presenza di un padre e di ,un ministro accanto a loro nell'attuale situazione. "
L'arcivescovo, che è stato installato nella sua cattedrale venerdì 22 gennaio, circa due settimane dopo la sua ordinazione episcopale, ha dato una valutazione realistica delle enormi sfide per i cristiani della regione affermando che, a causa della recrudescenza delle violenze anti-cristiane e delle intimidazioni nel 2003, la comunità cattolica di rito caldeo nella città di Mosul si è ridotta di due terzi ed è ora di appena 5000 persone.
L' arcivescovo Nona ha avvertito che una diminuzione del numero dei cristiani potrebbe far sprofondare il cristianesimo di Mosul nelle catacombe.
Ha scritto: "Quando tutte le persone ricche che hanno un'attività in proprio, investimenti e fabbriche, lasciano la città, coloro che rimangono avranno un effetto trascurabile."
Mosul, sul fiume Tigri e legata alla biblica Ninive, è considerata come il cuore storico del cristianesimo in Iraq e tradizionalmente la città che vantava il maggior numero di fedeli nel paese.
Con le crescenti prove dell'attività di Al Qaeda e di altri estremisti nella regione i cristiani sono fuggiti in risposta all'aumento delle vittime tra loro, un problema aggravato dal loro essere etichettati come facile bersaglio negli scontri tra curdi e arabi della città. Nel suo messaggio ad Aiuto alla Chiesa che Soffre l'Arcivescovo Nona ha continuato a chiedere che i cristiani siano lasciati in pace e tenuti fuori dalla lotta politica per il controllo della regione.
Con un riferimento indiretto alle prossime elezioni generali di marzo ha scritto: "Come cristiani dobbiamo portare la nostra causa all'attenzione dei paesi influenti in modo da esercitare pressioni sui poteri politici in conflitto in Iraq perchè non si servano di noi per ottenere vantaggi politici. Questo è ciò che sta accadendo ora ".
Ai resoconti secondo i quali l'attacco ai cristiani è considerato dai gruppi radicali come uno stratagemma per attirare l'attenzione internazionale il vescovo ha aggiunto: "Ciò che è necessario è la pressione internazionale sui partiti forti ed influenti in Iraq perchè ci tengano lontani dalla loro lotta per il potere".
Un'ondata di violenza all'inizio dell'autunno del 2008 ha costretto circa la metà della comunità cristiana di Mosul a lasciare la città.
Molti vi sono tornati ma tra essi un gran numero è ripartito con il continuare delle violenze sporadiche. Ricordando le minacce ai cristiani in tutta la città l'Arcivescovo Nona ha sottolineato come la polizia stia proteggendo ogni chiesa e le case dei sacerdoti. I suoi commenti arrivano dopo l'impennata di violenza contro i cristiani a Mosul, in particolare nel periodo di Natale.
La serie di rapimenti e uccisioni ha avuto il suo culmine il giorno prima della vigilia di Natale quando una bomba ha danneggiato la Chiesa di San Tommaso (Mar Toma) che risale a 1.200 anni fa. Due persone sono state uccise e cinque sono rimaste ferite.
In risposta all'aumento della violenza anti-cristiana l'arcivescovo di rito latino di Baghdad, Mons. Jean Sleiman, si è scagliato contro ciò che ha definito un "silenzio dei media" sulla persecuzione della chiesa in Iraq.
In un'intervista all'agenzia di stampa SIR di lunedi 25 gennaio della notizia di due uomini cattolici uccisi a Mosul nel fine settimana l'Arcivescovo Sleiman ha detto: "Rompiamo il muro di silenzio che circonda l'uccisione dei cristiani a Mosul ed in Iraq. I cristiani vengono uccisi a Mosul mentre lo Stato non fa nulla. Le forze dell'ordine in servizio nei luoghi degli attentati e delle uccisioni non vedono, non sentono e non parlano".
In questo contesto l'Arcivescovo Nona ha sottolineato nel suo messaggio ad Aiuto alla Chiesa che Soffre come la chiesa sia stata per molti cristiani di Mosul l'unica fonte di speranza. Ha scritto: "L'unica cosa cui ancora i fedeli sono vicini è la Chiesa. Per questo motivo essa, rappresentata nella persona del vescovo, deve prendersi cura dei suoi seguaci ed aiutarli a sentirsi al sicuro attraverso la sua presenza tra loro."
Mons. Nona è nato nel novembre del 1967 ad Alqosh, un antico villaggio cristiano nella piana di Ninive nei pressi di Mosul, dove ha prestato servizio come sacerdote successivamente alla sua ordinazione avvenuta nel gennaio del 1991 all'età di 23 anni. Alcuni progetti pastorali per i quali ha lavorato in quella zona hanno ricevuto un finanziamento da parte di Aiuto alla Chiesa che Soffre - in particolare nel settore del lavoro giovanile e per la costruzione di un asilo nido.
Oltre a diventare il più giovane arcivescovo cattolico secondo http://www.catholic-hierarchy.org/ Mons Nona è il nono tra i vescovi cattolici più giovani nel mondo (il più giovane ha solo 39 anni).