Fonte: SIR
“Sarà un tempo forte; importante è la scelta di porre al centro il tema della testimonianza. Le Chiese orientali devono essere consapevoli della propria missione ed avere la preoccupazione e la cura del futuro del Vangelo in queste terre”. Così, in un’intervista al SIR mons. Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk, Iraq, ha definito quello che si prospetta come uno degli appuntamenti ecclesiali più attesi del 2010, l’Assemblea Speciale del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, che si terrà dal 10 al 24 ottobre. Fu proprio mons. Sako, a gennaio 2009, nel corso della visita ad limina dei vescovi iracheni, a chiedere a Benedetto XVI la convocazione di questo Sinodo.
Riferendosi al tema sinodale centrato, in particolare, sulla comunione e sulla testimonianza, l’arcivescovo ha avvertito del rischio che le chiese del Medio Oriente “possono perdere di vista l’annuncio evangelico relegando, di fatto, la presenza cristiana alla sfera liturgica. Ogni Chiesa, invece, ha la missione di rendere testimonianza altrimenti non è chiesa”. Circa la comunione mons. Sako è chiaro: “la divisione dei cristiani è uno scandalo. Gli stessi musulmani ci chiedono perché siamo divisi”. Per il presule “serve una pastorale comune, unificata in lingua araba. Le nostre sono piccole Chiese che per vivere devono collaborare, senza cooperazione non c’è futuro”. Analogo discorso per il dialogo interreligioso, anch’esso necessario. “Senza il dialogo con l'islam non abbiamo futuro – è la conclusione di mons. Sako - e lo stesso vale con l’ebraismo. Le Chiese mediorientali possono, anch’esse, favorire una giusta soluzione al problema israelo-palestinese. E’ importante che i cristiani orientali rimangano in questa regione, essi fanno parte della grande eredità della Chiesa universale, la loro fuga all’estero è una perdita notevole per tutta la Chiesa”.