"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

18 gennaio 2010

La cristianità muore a Mosul (II)

By Baghdadhope*

Il sito web Ankawa.com, attento e vicino osservatore delle questioni legate agli iracheni di fede cristiana, ha espresso oggi una valutazione uguale a quella espressa da questo blog solo ieri, (La cristianità muore a Mosul) quella cioè di un cambiamento nella tattica di intimidazione della comunità cristiana che pare escluda i grossi attentati capaci, per la loro entità, di attirare proteste, a favore di attacchi mirati ai singoli in grado di spargere il terrore nella comunità.
Una tale valutazione ha accompagnato la notizia dell'uccisione di un altro cristiano nel quartiere settentrionale di Hay Assadiq, il quarantacinquenne Hamiad Abdalahad Kagho, e quella che, secondo alcune fonti di Ankawa.com gli omicidi stanno accadendo in aree della città dove forte è la presenza delle forze di polizia.
Secondo queste fonti, ad esempio, il cinquantaduenne Sa'adallah Yousef Girgis, ucciso a sangue freddo davanti al suo negozio di frutta e verdura avrebbe gridato prima di cadere a terra, gli sarebbero state mozzate dagli assassini alcune dita e gli stessi assassini dopo aver sparato dei colpi in aria si sarebbero allontanati indisturbati a piedi. Il tutto, appunto in un'area controllata dalla polizia che per questo si dovrebbe poter dire "sicura".
Tutto ciò considerato non si può fare a meno di ricordare l'appello che Mons. Shleimun Warduni lanciò a metà dicembre dello scorso anno, quando, a seguito dei ripetuti attacchi alle chiese di Mosul dichiarò che la comunità era stanca delle belle parole di solidarietà che sempre nelle occasioni di lutto vengono sprecate, e che era ora che le promesse di protezione fatte dal governo diventassero fatti.
Se andrà avanti così una cosa è certa, il governo non dovrà più preoccuparsi: non si protegge chi non c'è più.