"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

13 febbraio 2009

Rappresentanti delle chiese in Libano. La situazione degli iracheni cristiani.

By Baghdadhope

Fonte: Ankawa.com


Dal 9 al 12 febbraio si è svolta in Libano una riunione di alcuni rappresentanti delle chiese irachene incentrata sulla presenza della comunità cristiana in Iraq, sulla necessità di continuare il dialogo tra essa e quella islamica e sulla necessità, per le chiese occidentali, di non incoraggiare la sua emigrazione.
I partecipanti, i vescovi delle comunità siro ortodossa, armena ortosossa e cattolica caldea, coordinati dal segretario generale del MECC (Middle East Council of Churches) si sono concentrati su tre particolari aspetti della questione:
1. Le sfide per la comunità irachena cristiana, specialmente quelle legate alla sicurezza ed alle migrazioni all'interno del paese e verso l'estero.
2. Il ruolo che la comunità cristiana può avere nel processo di riconciliazione nazionale sulla base del rispetto del pluralismo e del principio di cittadinanza.
3. La rivitalizzazione del dialogo tra cristiani e musulmani per promuovere la coesistenza tra le parti.
I cristiani, si legge nell'articolo, come figli dell'Iraq vogliono e devono godere di tutti i diritti di piena cittadinanza. Per questa ragione l'invito rivolto loro è quello di rimanere nel paese e partecipare attivamente alla sua ricostruzione. La chiesa in Occidente, da parte sua, non dovrebbe incoraggiare l'emigrazione della comunità perchè la soluzione dei problemi del paese non sta nella fuga delle sue energie umane ma nella costruzione di un futuro migliore e più sicuro.