Fonte: SIR
“Finora sono tornate circa 1200 famiglie ma la paura non è finita. Nonostante ciò celebreremo un degno Natale”. Con questo spirito la comunità cristiana di Mosul si appresta a vivere il prossimo Natale, il primo senza il proprio vescovo mons. Paulos Faraj Rahho rapito e ucciso nel marzo scorso. “Segnati da una violenza insensata che li ha costretti alla fuga – dichiara al Sir il vicario patriarcale di Baghdad, mons. Shlemon Warduni che è in stretto contatto con la comunità ecclesiale locale – i cristiani di Mosul celebreranno il Natale in un clima di paura ma con il coraggio che viene loro dalla fede. Proprio ieri si sono riuniti i sacerdoti della diocesi, guidati dal loro procuratore patriarcale, per organizzare le celebrazioni. Lo scopo è quello di festeggiare il Natale come sempre, anche se la paura e la sofferenza per la morte di mons. Rahho si percepiscono chiaramente. Nonostante la paura i sacerdoti di Mosul mi hanno detto che si attendono una grande presenza di fedeli alle messe”. Anche se al momento mancano conferme a riguardo, “sembra che per le festività natalizie i luoghi di culto cristiani verranno controllati da vicino dall’esercito. Motivi di prudenza legati alla sicurezza, nonostante su questo piano si siano registrati dei miglioramenti” spiega il vescovo che per l’inizio del 2009 confida nella nomina del successore di mons. Rahho.