"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

3 dicembre 2008

Conclusioni del Consiglio Europeo sull'accoglienza dei profughi iracheni


Tradotto da Baghdadhope

2987a riunione del Consiglio di Giustizia e Affari interni Bruxelles,
27-28 Novembre 2008
Il Consiglio è giunto alle seguenti conclusioni:

"1. Ricordando le conclusioni cui si giunse il 24 luglio ed il 25 settembre 2008 in cui:
- si è ritenuto necessario proseguire i contatti per accordarsi sulla forma di solidarietà più appropriata per tutti gli iracheni, e riesaminare la questione;
-si è evidenziata, in quel contesto, l'intenzione della Commissione di svolgere una missione in Siria e Giordania accompagnato dagli Stati membri interessati al fine di valutare, insieme con l'Ufficio dell’ Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) la situazione dei profughi iracheni più vulnerabili in quei paesi, ed esaminare la possibilità di reinsediamento negli Stati membri disposti a riceverli;
- si è osservato anche che l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati aveva espresso la speranza che alla fine la maggior parte dei profughi iracheni possa tornare nel proprio paese di origine in condizioni di sicurezza, anche se, per alcuni, una nuova sistemazione continuerà ad essere necessaria.

2. La missione si è svolta dall'1 al 6 novembre in Siria ed in Giordania e il Consiglio ha recepito la relazione presentata dalla Commissione.
Il Consiglio prende atto in particolare:
- dell'analisi della difficile situazione affrontata da molti rifugiati provenienti dall'Iraq e del loro crescente bisogno di assistenza;
- del fatto che tornare in Iraq si pensa sia l'unica soluzione per la grande maggioranza dei profughi iracheni;
- che il loro ritorno in patria dalla Siria e la Giordania, tuttavia, non è ad oggi significativo;
- che l'integrazione in Siria e la Giordania può essere una soluzione riguardante solo un numero molto ristretto di rifugiati;
- della necessità di reinsediamento di un certo numero di rifugiati che non hanno alcuna prospettiva di soluzione duratura alternativa, neanche a lungo termine; persone che sono in una situazione di vulnerabilità e che sono facilmente identificabili, in particolare quelli con esigenze mediche, vittime di traumi o torture, membri delle minoranze religiose, o le donne sole con responsabilità familiari;
- del fatto che un maggiore sforzo nei confronti del reinsediamento nei paesi dell'Unione europea sarà un segnale positivo di solidarietà per tutti gli iracheni e di cooperazione per la Siria e la Giordania per il mantenimento della loro area di protezione.

Il Consiglio prende altresì atto della particolare situazione dei palestinesi che hanno lasciato l'Iraq per la Siria per i quali nessun altra soluzione se non il reinsediamento appare possibile.

3. Il Consiglio sottolinea, come già fece nelle conclusioni del 25 luglio 2008, che l'obiettivo principale è quello di creare le condizioni per le quali gli sfollati all'interno dell'Iraq ed i rifugiati nei paesi vicini possano tranquillamente tornare alle loro case, assicurandosi nel contempo che i diritti umani di tutti gli iracheni siano protetti e difesi.
Il Consiglio ribadisce inoltre le conclusioni raggiunte il 23 aprile 2007 sulla situazione in Iraq che prevedevano un approccio globale alla questione.
In questo contesto la Commissione osserva che i Paesi Bassi hanno indetto una riunione ad alto livello a le Hague il 1 ° e 2 dicembre 2008 volta a contribuire ad una coordinata risposta da parte dell’Unione Europea nei confronti dei flussi migratori da o verso l'Iraq.

4. Il Consiglio ricorda gli aiuti umanitari e finanziari dell'Unione europea e degli Stati membri ai rifugiati iracheni, così come il contributo degli Stati membri che accolgono sul proprio territorio gli iracheni che presentano una domanda d'asilo.
Tuttavia, considerando l'attuale situazione in Iraq e nei paesi vicini, nonché i risultati della missione effettuata dalla Commissione, il Consiglio ritiene necessario un maggiore impegno.
A questo proposito esso si compiace del fatto che alcuni Stati membri stiano già accogliendo dei rifugiati iracheni, in particolare nell'ambito dei loro programmi nazionali di reinsediamento.

5. In questo contesto, come segnale di solidarietà, il Consiglio invita gli Stati membri ad accogliere dei rifugiati iracheni che si trovano in una situazione particolarmente vulnerabile, come quelli con particolari esigenze mediche, le vittime di traumi o di torture, i membri delle minoranze religiose e le donne sole con responsabilità familiari.
Questo deve essere fatto su base volontaria, in funzione delle capacità ricettive degli Stati membri e dell’impegno da essi già attuato in termini di accoglimento dei rifugiati.
In considerazione degli obiettivi di reinsediamento fissati dall’UNHCR, e tenendo conto delle numero di persone già accolte o che già è previsto verranno accolte dagli Stati membri, in particolare secondo i diversi programmi nazionali di reinsediamento, l'obiettivo potrebbe essere quello di accogliere, su base volontaria, un massimo di circa 10.000 profughi
Nell’accettare la proposta gli Stati membri dovrebbero cooperare strettamente con l'UNHCR e con le altre organizzazioni competenti presenti nella regione, non dimenticando l'importanza di promuovere la riconciliazione tra le comunità irachene in Iraq.

6. Si sottolinea che il Fondo europeo per i rifugiati fornisce un sostegno finanziario per i progetti di reinsediamento e che gli Stati membri hanno tempo fino al 19 dicembre 2008 per indicare le loro intenzioni al fine di calcolare la ripartizione dei finanziamenti per il 2009.
La Commissione è invitata a riferire al Consiglio all'inizio del 2009 sulle informazioni raccolte dagli Stati membri sulla base di queste conclusioni.