"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

20 febbraio 2009

Elezione dei Consigli Provinciali in Iraq: crollo dell'Assyrian Democratic Movement

By Baghdadhope

Pubblicati i risultati definitivi delle elezioni per i consigli provinciali che si sono tenute in Iraq lo scorso 31 gennaio. Secondo questi dati, per quanto riguarda i cristiani, che partecipavano alle elezioni dei soli consigli provinciali di Ninve (Mosul) Baghdad e Bassora, i risultati riportati dal sito Ankawa.com sono:

A Baghdad vittoria della Ishtar Slate il cui candidato è Khorkhis Isho Sada, a capo del Bet Nahrein Democratic Party nella capitale.
A Ninive vittoria della Ishtar Slate il cui candidato è Sa'ad Tanyos Jajii.
La Ishtar Slate (513) è una colazione di diversi partiti e candidati tra i quali l'Al-Suryan Indipendent Gathering Movement cui appartiene Sa'ad Tanyos Jajji, il Chaldean Syriac Assyrian People's Council, il Chaldean National Congress, il Bet Nahrein Democratic Party, la Patriotic Union of Bet Nahrein, la Chaldean Cultural Association of Ankawa e i Notables of Qaraqosh.

A Bassora vittoria del Chaldean Democratic Union Party il cui candidato è Sa'ad Matti.
Il Chaldean Democratic Union Party (503) è guidato da Abd al-Ahad Afram Sawa, deputato del parlamento iracheno eletto nella lista curda nel 2005.

Se i risultati saranno confermati clamorosa sarebbe la sconfitta dalla Rafidain List (504) composta dal solo partito guidato da Yonadam Kanna, deputato cristiano del parlamento nazionale eletto nel 2005, l'Assyrian Democratic Movement che sempre si è proposto come forza di contrapposizione al potere esercitato dal governo curdo attraverso i partiti cristiani ad esso vicini.
La vittoria della lista Ishtar a Ninive e Baghdad, se confermata ufficialmente, aumenterà i dubbi di chi già da subito dopo le elezioni ha avanzato accuse di brogli come ha fatto proprio Yonadam Kanna che a
PUKmedia ha dichiarato che la milizia (curda) affiliata alla lista Ishtar ha fatto pressione per pilotare il voto degli abitanti cristiani della Piana di Ninive.
Accusa ribadita in un rapporto frutto del lavoro di osservazione delle elezioni svolto dal 28 gennaio al 2 febbraio da Andrew Swan e Margaret Murphy della
Unrepresented Nations and Peoples Organization (UNPO) e da Afram Yakoub dell' Assyria Council of Europe (ACE).
Il team di tre persone, secondo quanto riferito dall'ACE, una volta sul posto si è diviso. I due membri dell'UNPO hanno controllato le votazioni presso l'Università di Dohuk mentre Afram Yacoub si è recato nella cittadina di Qaraqosh, il capoluogo del distretto di Hamdaniya nel distretto di Ninive, un centro di circa 45.000 abitanti quasi tutti cristiani.
Le conclusioni del team dell'UNPO sono quelle di un generale svolgimento regolare delle elezioni minato da alcune irregolarità sui metodi di identificazione dei votanti, sulle facilitazioni ai disabili e su quelle agli sfollati (IDP Internally Displaced People).
Più dettagliate e critiche sono le conclusioni cui è giunto Afram Yakoub nella sua ispezione a Qaraqosh. Conclusioni che portano ad un'esplicita accusa alla Lista Ishtar di avere influenzato direttamente o indirettamente il voto nella cittadina.
Alcune testimonianze riportate dall'ACE, ad esempio, raccontano di attivisti della lista al Rafidain minacciati o addirittura fatti oggetto di violenze da parte di membri della milizia creata a protezione della cittadina e finanziata dal governo curdo attraverso il Chaldean Syriac Assyrian People's Council, uno dei gruppi costituenti la lista Ishtar.
Altre, invece, descrivono la situazione dei poveri abitanti di un complesso chiamato "Aghajan apartments" finanziato da Sarkhis Aghajan, che con regali, promesse di lavoro e riduzioni dei canoni di affitto, sarebbero stati indirettamente costretti a votare per la lista sponsorizzata dal loro benefattore. Così come lo sarebbero stati gli studenti della vicina università di Mosul minacciati dalla milizia di non poter più usufruire degli autobus necessari per recarsi ai corsi, per non parlare degli stessi membri della milizia il cui sostentamento dipende dal mantenimento del lavoro.
Le critiche quindi si concentrerebbero sulla persona di Sarkhis Aghajan, il ministro delle finanze del governo curdo che in quanto cristiano ha provveduto negli ultimi anni ai bisogni della comunità finanziando case, chiese, cimiteri e molti altri progetti. Progetti che malgrado gli abbiano fatto guadagnare l'imperitura riconoscenza di chi ne ha beneficiato e che si è addirittura tradotta in
onorificenze consegnategli dalle diverse chiese irachene, lo hanno sempre esposto alle feroci critiche di chi lo accusa di non lavorare per il bene dei propri correligionari ma per quello del governo curdo – Aghajan è membro del Kurdish Democratic Party di Massud Barzani - desideroso di dare all’esterno un immagine di governo democratico e rispettoso delle minoranze, ma soprattutto di creare una riconoscente base di favore utile nel sostenerlo nel progetto del “Grande Kurdistan”, l’allargamento cioè degli attuali confini della regione autonoma del Kurdistan attraverso l'annessione ad essa della Piana di Ninive, zona ad alta densità abitativa cristiana.
Alla luce di tali critiche e dei risultati provvisori che all’inizio del mese vedevano la Rafidain List prevalere a Baghdad sulla Ishtar List (45,5% contro 29,2%) le contestazioni sulle elezioni provinciali non finiranno anche se, per ora, nessuna dichiarazione a riguardo è giunta dall’Assyrian Democratic Movement.
Dichiarazione che, peraltro, più che suscitare polemiche all’interno dei circoli politici cristiani non otterrà nessun risultato visto che non più di tre giorni fa Faraj al-Haidari, a capo della commissione elettorale indipendente aveva dichiarato alla
Reuters che: "Nessuna lamentela, neanche la peggiore, avrà effetto sui risultati delle elezioni".
Le elezioni, come ha detto il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, avranno anche "rafforzato la democrazia irachena".
Certo però le parole di Faraj al-Haidari agli iracheni rammenteranno ben altre consultazioni elettorali, non "così" democratiche.