"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

10 ottobre 2018

Cross in Fire, oggetti e immagini della persecuzione anti-cristiana

Emanuela Campanile

Statue o libri sacri e di preghiere, paramenti liturgici danneggiati, frammenti di pietre dalle chiese devastate, effetti personali di vittime innocenti. Sono alcuni degli oggetti esposti alla mostra Cross in Fire – La persecuzione dei Cristiani in Medio Oriente, allestita a Palazzo Cardinal Cesi in via della Conciliazione, a due passi da San Pietro.
L’obiettivo della mostra

Gli oggetti esposti alla mostra - aperta dall'8 al 12 ottobre - "possono considerarsi delle vere reliquie", spiega Bianka Speidl, curatrice della mostra. L'intento, tuttavia, non è quello di offrire immagini sconvolgenti quanto, piuttosto, "rafforzare la consapevolezza che le radici cristiane della civiltà occidentale sono in Medio Oriente" e che se venissero cancellate, "sarebbe una perdita senza pari per l’umanità intera". 
La persecuzione dei Cristiani

Numeri e percentuali possono aiutare a capire la portata della persecuzione contro i cristiani in Medio Oriente. In Siria, all’inizio del XX secolo un terzo della popolazione era cristiana. Nel 2011, si è registrata una diminuzione del 5-8%. Dall’inizio della guerra, si possono solo stimare i numeri dei cristiani rimasti nel Paese. Grave anche la situazione in Iraq dove da 1,5 milioni - dato del 2003 - i cristiani sono passati a 250 mila unità. Per quanto notevolmente più numerosa e vitale, in Egitto la comunità cristiana - 10 milioni di persone - è gravemente minacciata dagli attacchi terroristici.
La propaganda jihadista
I jihadisti sostengono che i cristiani medio orientali siano discendenti dei crociati e agenti infiltrati dell’Occidente ‘ateo’ e ‘infedele’. L’obiettivo è estirpare la civiltà cristiana partendo quindi dalle sue radici: il Medio Oriente.
Il progetto di annientamento

La distruzione comprende anche l’eliminazione dei simboli religiosi e dei beni architettonici cristiani e precristiani. Tombe di santi, dipinti, chiese, conventi e altri luoghi santi o significativi della tradizione cristiana, sono stati rasi al suolo dagli jihadisti.
La volontà di rinascere
A causa di queste atrocità, la presenza dei cristiani potrebbe essere cancellata dal Medio Oriente. Per questo, è necessario che il mondo sia sempre più consapevole delle conseguenze di tale annientamento.
L'impegno del Governo ungherese

Fortunatamente, ci sono diverse iniziative che aiutano i cristiani a rimanere o a ritornare nella loro terra d’origine. In questo contesto, si inseriscono anche le politiche del Governo ungherese che nel 2016 ha istituito il Segretariato di Stato per l’Aiuto ai Cristiani Perseguitati per fornire aiuti umanitari, favorire la ricostruzione e lo sviluppo delle comunità colpite, ma anche sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale. Inoltre, è stata creata una borsa di studio per i giovani cristiani del Medio Oriente, offrendo loro la possibilità di studiare nelle diverse università ungheresi.