By AgenSIR
“I cristiani in Siria e Iraq da anni subiscono quell’incubo di essere soggetti a discriminazione da parte dei fondamentalisti dell’Islam, che voi chiamate Isis”. Loro “sono gente incredibilmente orrenda, dobbiamo dire la verità per come è. Sono fondamentalisti islamici, terroristi nel nome dell’Islam”. Così il patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssif III Younan, durante l’audizione nella Commissione Esteri della Camera dei deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impegno dell’Italia nella comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
Riguardo ai terroristi dell’Isis, “voi potete conoscere meglio di me chi li ha creati, chi li ha istigati, chi li ha incoraggiati perché io non sono in questa sfera geopolitica, sono un pastore di Chiesa”. “Sicuramente – ha proseguito – è stato davvero un incubo sui nostri cristiani e su tutte le altre minoranze sia nella Siria sia nell’Iraq”.
Youssif III Younan ha poi osservato che “siamo davanti ad una sfida molto seria: come poter convincere i nostri, particolarmente i giovani, a rimanere nella terra dei loro antenati”. Dai giovani è frequente sentirsi dire che “siamo ridotti a piccole minoranze e avete vissuto lo stato di discriminazione, almeno di cittadini di seconda classe e dovevate subire ingiustizie nel nome del Signore, come testimoni. Ma qual è stato il frutto? Purtroppo. Quindi la gioventù vuole andarsene e fa di tutto per farlo”.
Il patriarca ha accennato all’“eradicazione in Iraq, specialmente nella Piana di Ninive” mentre “la Siria ha subito molti danni, c’è un miglioramento ma non in tutte le parti. Specialmente i giovani non vogliono rimanere” per via del protrarsi del “conflitto orrendo”. In Siria, ha precisato, “i cristiani non sono alleati né con Bashar al-Assad né con il partito Baas né con un altro partito politico. I cristiani vogliono un Paese pacifico, dove possono vivere e rimanere”. “In Siria e in Iraq – ha aggiunto –, i cristiani non hanno né milizie né un numero così grande da far paura né nemmeno sono armati. Vogliono vivere nella pace, per migliorare la situazione del loro Paese”.
Youssif III Younan ha chiesto un impegno dell’Italia e dell’Unione europea “per cercare di pacificare questi Paesi e non lasciare né gli americani, né i russi, né i cinesi ad esportare tutto questo odio tra confessioni e tutte le violenze”. “Dobbiamo cercare di pacificare, incoraggiare il dialogo e, specialmente, esercitare la Carta dei diritti umani per tutti” con particolare riferimento alla parte relativa alla libertà religiosa. “L’Italia può avere un grande ruolo”, ha concluso. E, visto il “grande influsso”, anche per il futuro del Libano: “per favore – l’esortazione – aiutate il Libano ad avere un suo governo malgrado tutti gli ostacoli”.
“I cristiani in Siria e Iraq da anni subiscono quell’incubo di essere soggetti a discriminazione da parte dei fondamentalisti dell’Islam, che voi chiamate Isis”. Loro “sono gente incredibilmente orrenda, dobbiamo dire la verità per come è. Sono fondamentalisti islamici, terroristi nel nome dell’Islam”. Così il patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssif III Younan, durante l’audizione nella Commissione Esteri della Camera dei deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impegno dell’Italia nella comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
Riguardo ai terroristi dell’Isis, “voi potete conoscere meglio di me chi li ha creati, chi li ha istigati, chi li ha incoraggiati perché io non sono in questa sfera geopolitica, sono un pastore di Chiesa”. “Sicuramente – ha proseguito – è stato davvero un incubo sui nostri cristiani e su tutte le altre minoranze sia nella Siria sia nell’Iraq”.
Youssif III Younan ha poi osservato che “siamo davanti ad una sfida molto seria: come poter convincere i nostri, particolarmente i giovani, a rimanere nella terra dei loro antenati”. Dai giovani è frequente sentirsi dire che “siamo ridotti a piccole minoranze e avete vissuto lo stato di discriminazione, almeno di cittadini di seconda classe e dovevate subire ingiustizie nel nome del Signore, come testimoni. Ma qual è stato il frutto? Purtroppo. Quindi la gioventù vuole andarsene e fa di tutto per farlo”.
Il patriarca ha accennato all’“eradicazione in Iraq, specialmente nella Piana di Ninive” mentre “la Siria ha subito molti danni, c’è un miglioramento ma non in tutte le parti. Specialmente i giovani non vogliono rimanere” per via del protrarsi del “conflitto orrendo”. In Siria, ha precisato, “i cristiani non sono alleati né con Bashar al-Assad né con il partito Baas né con un altro partito politico. I cristiani vogliono un Paese pacifico, dove possono vivere e rimanere”. “In Siria e in Iraq – ha aggiunto –, i cristiani non hanno né milizie né un numero così grande da far paura né nemmeno sono armati. Vogliono vivere nella pace, per migliorare la situazione del loro Paese”.
Youssif III Younan ha chiesto un impegno dell’Italia e dell’Unione europea “per cercare di pacificare questi Paesi e non lasciare né gli americani, né i russi, né i cinesi ad esportare tutto questo odio tra confessioni e tutte le violenze”. “Dobbiamo cercare di pacificare, incoraggiare il dialogo e, specialmente, esercitare la Carta dei diritti umani per tutti” con particolare riferimento alla parte relativa alla libertà religiosa. “L’Italia può avere un grande ruolo”, ha concluso. E, visto il “grande influsso”, anche per il futuro del Libano: “per favore – l’esortazione – aiutate il Libano ad avere un suo governo malgrado tutti gli ostacoli”.