By Aiuto alla Chiesa che Soffre
Continua la ricostruzione nella Piana di Ninive e prosegue il Piano Marshall di Aiuto alla Chiesa che Soffre per sostenere i cristiani d’Iraq. A meno di un anno dall’apertura dei primi cantieri nei villaggi di Bartella, Karamless e Qaraqosh, l’8 maggio 2017, sono straordinari i risultati raggiunti.
Continua la ricostruzione nella Piana di Ninive e prosegue il Piano Marshall di Aiuto alla Chiesa che Soffre per sostenere i cristiani d’Iraq. A meno di un anno dall’apertura dei primi cantieri nei villaggi di Bartella, Karamless e Qaraqosh, l’8 maggio 2017, sono straordinari i risultati raggiunti.
Al 25 marzo scorso le famiglie rientrate
nell’intera Piana di Ninive erano 8.213, più del 42% delle 19.452
costrette a fuggire a causa dell’invasione dello Stato Islamico
nell’agosto del 2014. Le abitazioni private distrutte dai jihadisti in
due anni erano oltre 13.088, di cui 1.234 totalmente distrutte. Finora
ne sono state riparate 3.249. A coordinare i lavori è il Comitato per la
ricostruzione Ninive, istituito il 27 marzo 2017 dalle tre Chiese
d’Iraq, caldea, siro-cattolica e siro-ortodossa con la collaborazione di
ACS.
«I cristiani sono stati i primi a
ritornare in questi villaggi – dichiara don Salar Boudagh, vicario
generale della Diocesi caldea di Alqosh e membro del Comitato – e con
l’aiuto della Chiesa e delle associazioni ad essa legate hanno iniziato a
ricostruire e a riqualificare la regione». Certo le difficoltà non
mancano. «Le tensioni tra il governo di Bagdad e quello del Kurdistan
hanno influito sul livello di sicurezza e sulle condizioni economiche.
Inoltre, la strada che unisce Mosul alla Piana di Ninive è ancora chiusa
e i cristiani non possono raggiungere la seconda città irachena per
cercare lavoro».
Poi vi sono l’incertezza e i timori
legati alle prossime elezioni parlamentari che si terranno il prossimo
12 maggio. «Temiamo nuovi disordini», spiega don Salar.
Ma intanto i lavori procedono. A
Tellskuff è rientrato circa il 68% della popolazione, mentre a Qaraqosh
sono tornati ben 23.300 cristiani, ovvero il 42% di quanti vi abitavano
prima dell’arrivo di Isis, sebbene al momento sia stato ricostruito
soltanto il 20,82% delle 6.826 abitazioni distrutte. «Molto resta da
fare, ma è confortante vedere che tante altre famiglie ci chiedono di
riparare le loro case perché vogliono tornare».
Dall’inizio dell’avanzata di
Isis nel giugno 2014, Aiuto alla Chiesa che Soffre ha sostenuto progetti
emergenziali e umanitari in Iraq per un totale di 37.703.054 euro. La
Fondazione è la prima associazione nella Piana di Ninive per entità di
aiuti. «I benefattori di ACS non ci hanno mai abbandonato in questi anni
di crisi – afferma don Salar – Il loro sostegno ci incoraggia perché
siamo sicuri che non ci abbandoneranno mai. Così, insieme, faremo
tornare cristiana la Piana di Ninive».