By SIR
“Da 1,5 milioni che eravamo, oggi in Iraq sono rimasti meno di 500mila cristiani. Un vero genocidio”. Lo ha detto il patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphael Sako, che oggi a Roma ha partecipato alla conferenza internazionale, promossa da Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), sulla ricostruzione dei villaggi cristiani della Piana di Ninive in Iraq.
“Un vero genocidio”, ha denunciato Mar Sako, provocato dall’“odio dei musulmani verso i cristiani”. Chiaro il riferimento all’Isis e all’invasione della Piana di Ninive nell’estate del 2014 che costrinse circa 150mila cristiani alla fuga verso il Kurdistan iracheno.
“La Piana di Ninive oggi è libera e sono circa 14mila le persone rientrate nei loro villaggi grazie anche all’aiuto della Chiesa e di organismi come Acs. I cristiani non sono soli”. Per Sako ricostruire le abitazioni per restare nella regione non basta, “occorre testimoniare la nostra fede, questa è la nostra missione, fare leva sui cristiani e aiutare i musulmani ad aprire loro mente”.
Purtroppo sono ancora molti i pericoli che minacciamo regione. “La minaccia di nuove guerre è dietro l’angolo – ha affermato il patriarca caldeo – assistiamo ad una escalation di tensione tra i Paesi della regione, tra il governo curdo e quello centrale di Baghdad. A fare le spese di queste guerre saranno ancora i cristiani e le altre minoranze. Noi cristiani non siamo in grado di proclamare i nostri diritti davanti ai governi. Siamo preoccupati per la nostra sicurezza. La fuga dei cristiani dall’Iraq rappresenta una perdita per la nostra società che non avrà più al suo interno persone moderate, amanti della pace e della riconciliazione”. Mar Sako ha esortato “gli Usa ad assumere maggiori responsabilità e fare una analisi realistica della situazione” e segnalato alcune piste da percorrere per aiutare l’Iraq a uscire dalla crisi e dalla instabilità e per sconfiggere la mentalità dell’Isis prima che questa “arrivi anche in Europa”: “Sostenere l’istruzione come antidoto al fondamentalismo e alla mentalità tribale ancora vigente e basata su vendetta e violenza, promuovere il dialogo politico e culturale, separare religione e Stato, lavorare per una Costituzione forte che garantisca diritti di cittadinanza a tutti, continuare a dare aiuto umanitario”. In merito al progetto lanciato da Acs per ricostruire i villaggi cristiani della Piana di Ninive Mar Sako ha dichiarato che “una rapida stabilizzazione della Piana di Ninive è essenziale. Serve anche una tutela di lungo periodo. Se non torniamo nei nostri villaggi li prenderanno altri. Urgono garanzie legali per le minoranze, fondamentali anche per la riconciliazione nazionale. Aiutateci a mantenere la nostra speranza e aiutateci a restare nella nostra terra per ricostruirla”, ha concluso il patriarca caldeo.
“Da 1,5 milioni che eravamo, oggi in Iraq sono rimasti meno di 500mila cristiani. Un vero genocidio”. Lo ha detto il patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphael Sako, che oggi a Roma ha partecipato alla conferenza internazionale, promossa da Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), sulla ricostruzione dei villaggi cristiani della Piana di Ninive in Iraq.
“Un vero genocidio”, ha denunciato Mar Sako, provocato dall’“odio dei musulmani verso i cristiani”. Chiaro il riferimento all’Isis e all’invasione della Piana di Ninive nell’estate del 2014 che costrinse circa 150mila cristiani alla fuga verso il Kurdistan iracheno.
“La Piana di Ninive oggi è libera e sono circa 14mila le persone rientrate nei loro villaggi grazie anche all’aiuto della Chiesa e di organismi come Acs. I cristiani non sono soli”. Per Sako ricostruire le abitazioni per restare nella regione non basta, “occorre testimoniare la nostra fede, questa è la nostra missione, fare leva sui cristiani e aiutare i musulmani ad aprire loro mente”.
Purtroppo sono ancora molti i pericoli che minacciamo regione. “La minaccia di nuove guerre è dietro l’angolo – ha affermato il patriarca caldeo – assistiamo ad una escalation di tensione tra i Paesi della regione, tra il governo curdo e quello centrale di Baghdad. A fare le spese di queste guerre saranno ancora i cristiani e le altre minoranze. Noi cristiani non siamo in grado di proclamare i nostri diritti davanti ai governi. Siamo preoccupati per la nostra sicurezza. La fuga dei cristiani dall’Iraq rappresenta una perdita per la nostra società che non avrà più al suo interno persone moderate, amanti della pace e della riconciliazione”. Mar Sako ha esortato “gli Usa ad assumere maggiori responsabilità e fare una analisi realistica della situazione” e segnalato alcune piste da percorrere per aiutare l’Iraq a uscire dalla crisi e dalla instabilità e per sconfiggere la mentalità dell’Isis prima che questa “arrivi anche in Europa”: “Sostenere l’istruzione come antidoto al fondamentalismo e alla mentalità tribale ancora vigente e basata su vendetta e violenza, promuovere il dialogo politico e culturale, separare religione e Stato, lavorare per una Costituzione forte che garantisca diritti di cittadinanza a tutti, continuare a dare aiuto umanitario”. In merito al progetto lanciato da Acs per ricostruire i villaggi cristiani della Piana di Ninive Mar Sako ha dichiarato che “una rapida stabilizzazione della Piana di Ninive è essenziale. Serve anche una tutela di lungo periodo. Se non torniamo nei nostri villaggi li prenderanno altri. Urgono garanzie legali per le minoranze, fondamentali anche per la riconciliazione nazionale. Aiutateci a mantenere la nostra speranza e aiutateci a restare nella nostra terra per ricostruirla”, ha concluso il patriarca caldeo.