By SIR
“Iraq, ritorno alle radici”: è il titolo della conferenza
internazionale, promossa da Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), che si
svolgerà il 28 settembre a Roma, presso la Pontificia Università
Lateranense, durante la quale sarà illustrato il progetto di
ricostruzione di 13mila case danneggiate o distrutte dall’Isis nei
villaggi cristiani della Piana di Ninive, un vero e proprio “Piano
Marshall, il cui costo viene stimato il 250 milioni di dollari.
“Questo grande piano – spiega al Sir Alessandro Monteduro, direttore di Acs Italia – non ha solo una valenza umanitaria. Le ricadute benefiche di tale azione sono infatti riconducibili a tre punti fondamentali: difesa della libertà religiosa delle minoranze della nazione irachena, contrasto al terrorismo e attenuazione della pressione migratoria”. Per ciò che riguarda la lotta al terrorismo, Monteduro afferma che “alle necessarie attività di prevenzione e repressione deve accompagnarsi un’opera tesa a prosciugare il brodo di coltura del radicalismo islamico: il ritorno della pacifica comunità cristiana nella Piana di Ninive rappresenta un importante passo avanti verso la stabilizzazione socio-culturale dell’area”. Ne deriva anche una “attenuazione della pressione migratoria: i cristiani iracheni desiderano continuare a vivere nelle loro terre; aiutare queste famiglie a tornare nelle proprie case significa quindi contribuire a ridurre la tensione sociale che affligge le nazioni che ricevono migranti nel proprio territorio”.
“Questo grande piano – spiega al Sir Alessandro Monteduro, direttore di Acs Italia – non ha solo una valenza umanitaria. Le ricadute benefiche di tale azione sono infatti riconducibili a tre punti fondamentali: difesa della libertà religiosa delle minoranze della nazione irachena, contrasto al terrorismo e attenuazione della pressione migratoria”. Per ciò che riguarda la lotta al terrorismo, Monteduro afferma che “alle necessarie attività di prevenzione e repressione deve accompagnarsi un’opera tesa a prosciugare il brodo di coltura del radicalismo islamico: il ritorno della pacifica comunità cristiana nella Piana di Ninive rappresenta un importante passo avanti verso la stabilizzazione socio-culturale dell’area”. Ne deriva anche una “attenuazione della pressione migratoria: i cristiani iracheni desiderano continuare a vivere nelle loro terre; aiutare queste famiglie a tornare nelle proprie case significa quindi contribuire a ridurre la tensione sociale che affligge le nazioni che ricevono migranti nel proprio territorio”.
I lavori della conferenza saranno aperti dal segretario di Stato
vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Con lui il patriarca caldeo Louis
Sako, il nunzio apostolico in Iraq e Giordania, mons. Martin Ortega,
l’arcivescovo siro-cattolico di Mosul, mons. Yohanna Petros Mouche,
mons. Nicodemus Daoud Matti Sharaf, metropolita siro-ortodosso di Mosul e
mons. Timothaeus Mosa Alshamany, arcivescovo siro-ortodosso della
chiesa di Antiochia. Invitati anche gli ambasciatori presso la Santa
Sede delle nazioni Ue e dei maggiori Paesi extra-Ue. La conferenza sarà
preceduta, il 27 settembre (ore 17.45) da una veglia di preghiera
ecumenica per i cristiani in Medio Oriente nella chiesa romana di san
Marco evangelista. Presente il card. Mauro Piacenza, presidente
internazionale di Aiuto alla Chiesa che soffre.