By Aleteia
Marinella Bandini
In Iraq “non abbiamo notizia di nessun cristiano che si sia convertito all’Islam, anche per finta, magari per mantenere la casa o il lavoro”.
A raccontarlo è il nunzio apostolico, monsignor Alberto Ortega. L’arcivescovo, di passaggio a Roma, ha celebrato una Messa nella Basilica dei Santi Apostoli. Il Vangelo del giorno riportava le dure parole di Gesù: “Se la tua mano ti è motivo di scandalo tagliala, è meglio per te entrare nella vita con una mano sola anziché con le due mani essere gettato nella Geènna…”.
L’arcivescovo ha commentato: “Qual è il contenuto di questa vita? In cosa consiste entrare nel Regno di Dio? ‘Siete di Cristo’. Questo è il contenuto della vita, la consistenza della nostra vita: essere di Cristo, appartenere a Lui. Lo hanno capito benissimo i cristiani in Iraq, che ho avuto la grazia di conoscere e visitare spesso, soprattutto quelli che sono stati perseguitati e hanno perso tutto per mantenere questa amicizia con il Signore, per mantenere la fede”.
A raccontarlo è il nunzio apostolico, monsignor Alberto Ortega. L’arcivescovo, di passaggio a Roma, ha celebrato una Messa nella Basilica dei Santi Apostoli. Il Vangelo del giorno riportava le dure parole di Gesù: “Se la tua mano ti è motivo di scandalo tagliala, è meglio per te entrare nella vita con una mano sola anziché con le due mani essere gettato nella Geènna…”.
L’arcivescovo ha commentato: “Qual è il contenuto di questa vita? In cosa consiste entrare nel Regno di Dio? ‘Siete di Cristo’. Questo è il contenuto della vita, la consistenza della nostra vita: essere di Cristo, appartenere a Lui. Lo hanno capito benissimo i cristiani in Iraq, che ho avuto la grazia di conoscere e visitare spesso, soprattutto quelli che sono stati perseguitati e hanno perso tutto per mantenere questa amicizia con il Signore, per mantenere la fede”.
Quando i miliziani dell’Isis arrivano sono tre le possibilità che si aprono per chi non è musulmano: la conversione, il pagamento di una tassa, oppure andarsene abbandonando tutto. “E tutti, tutti se ne sono andati – ha sottolineato monsignor Ortega – , non abbiamo notizia di nessuno che si sia convertito all’Islam, anche per finta, magari per mantenere la casa o il lavoro. Tutti hanno abbandonato tutto quanto e hanno perso tutto per affermare la fede, per testimoniare l’amicizia con il Signore. Li ho ringraziati per questa testimonianza”.
Monsignor Ortega ha visitato i campi degli sfollati nel Kurdistan, dove le condizioni di vita, dopo due anni, sono ancora molto precarie. “Una intera famiglia vive in una sola stanza, con i materassi da una parte, e la sera li stendono per terra per dormire, e le pareti piene di immagini di Gesù, della Madonna dei Santi”.
Qui monsignor Ortega ha potuto toccare con mano anche la carità della Chiesa universale verso i propri figli chiamati a vivere questa persecuzione. "Tutto ciò che queste persone hanno per mantenersi viene dalla Chiesa”.
Monsignor Ortega ha visitato i campi degli sfollati nel Kurdistan, dove le condizioni di vita, dopo due anni, sono ancora molto precarie. “Una intera famiglia vive in una sola stanza, con i materassi da una parte, e la sera li stendono per terra per dormire, e le pareti piene di immagini di Gesù, della Madonna dei Santi”.
Qui monsignor Ortega ha potuto toccare con mano anche la carità della Chiesa universale verso i propri figli chiamati a vivere questa persecuzione. "Tutto ciò che queste persone hanno per mantenersi viene dalla Chiesa”.
In Iraq, il nunzio ha celebrato il Natale e la Pasqua, e ha aperto una porta santa della Misericordia. “Di fronte a una tragedia così solo la Misericordia può dare risposta – ha detto - un amore più grande che ha vinto il male, che è più forte del male. Soltanto la misericordia è l’unica vera risposta alla situazione dell’uomo, alle violenze, alle fatiche, alle contraddizioni. A loro dico sempre: il Signore, per cui avete perso tutto, è Colui che vi può dare la forza anche oggi, Colui che vi sostiene e può portare a compimento la vostra vita, e li invito a essere sempre più attaccati al Signore e a sostenersi in questo gli uni con gli altri”.
Ecco “il segreto della vita”, in Iraq come in Italia: “L’amicizia con il Signore, essere attaccati a Lui, ‘cercarlo giorno e notte’”. Dai cristiani iracheni “impariamo il valore della testimonianza: il nostro contributo al mondo non consiste nel fare qualcosa ma perché ‘siamo di Cristo’”. E ha concluso con un augurio, sempre con le parole del Vangelo: “Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri”.
Ecco “il segreto della vita”, in Iraq come in Italia: “L’amicizia con il Signore, essere attaccati a Lui, ‘cercarlo giorno e notte’”. Dai cristiani iracheni “impariamo il valore della testimonianza: il nostro contributo al mondo non consiste nel fare qualcosa ma perché ‘siamo di Cristo’”. E ha concluso con un augurio, sempre con le parole del Vangelo: “Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri”.