"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

18 aprile 2016

Il Patriarcato caldeo chiama i sacerdoti a confrontarsi con l'insegnamento di Papa Francesco sul ministero sacerdotale

By Fides

 Si terrà dal 20 al 22 giugno la prima assemblea di tutti i Vescovi e i sacerdoti caldei presenti in Iraq convocata dal Patriarcato di Babilonia dei Caldei per riflettere insieme sulla spiritualità, la teologia e la vocazione sacerdotale davanti alle urgenze e alle emergenze vissute dai cristiani del Medio Oriente in questa fase storica travagliata, anche alla luce dei tanti suggerimenti che Papa Francesco riserva alla missione a cui sono chiamati tutti i pastori in cura d'anime.
La riunione – riferiscono le fonti ufficiali del Patriarcato, consultate dall'Agenzia Fides - si terrà ad Ankawa, e gli incontri si articoleranno intorno a tre relazioni principali, tra le quali figura anche quella intitolata “Il sacerdote alla luce degli scritti e delle parole di Papa Francesco”, affidata al domenicano Yousif Thomas Mirkis OP, Arcivescovo caldeo di Kirkuk.
Dopo il caso del sacerdote caldeo Amer Saka, auto-denunciatosi per aver dissipato in Canada i fondi raccolti per essere destinati al sostegno dei rifugiati provenienti dal Medio Oriente, i Vescovi caldei nelle loro ultime riunioni hanno richiamato l'urgenza di trovare forme adeguate per curare la formazione permanente del clero e seguire la crescita spirituale e pastorale dei sacerdoti in tutte le diocesi.
Il Patriarca caldeo Louis Raphael I aveva rivolto già nel luglio 2013 una lettera ai preti caldei in cui si prendeva atto che la debolezza nell'esercizio dell'autorità centrale, la vacatio di numerose sedi episcopali, la mancanza di sicurezza e lo stato di perenne emergenza socio-politica vissuto dall'Iraq avevano avuto “effetti anche sulla identità dei sacerdoti e sulla loro spiritualità”, creando una “situazione che non può continuare” e che va affrontata con risolutezza riscoprendo la sorgente di grazia e il vero volto della vocazione e della missione sacerdotale. (vedi Fides 8/7/2013). Già in quella lettera, il Primate della Chiesa caldea aveva fatto riferimento ai richiami ripetuti di frequente da Papa Francesco per ricordare a tutti che il ministero sacerdotale “è una missione, non una professione o un business”.