By Baghdadhope*
100.000 è il numero stimato dei fedeli della chiesa cattolica caldea che vivono in Europa secondo Mons. Philip Najim, Visitatore Apostolico per la chiesa caldea nel nostro continente e procuratore della stessa presso la Santa Sede.
"Ad essi" ha dichiarato in un'intervista a Baghdadhope, "é destinato questo nuovo sito web online dal 18 di maggio che si propone di diventare il centro virtuale dell'informazione e dell'unione dei fedeli che vivono in tanti stati europei."
I caldei, di vecchia e di nuova immigrazione in Europa, vivono infatti in tutto il continente, principalmente in Svezia, Germania e Francia. Dedicare loro un sito web che si occupi, come ha dichiarato Mons. Najim, dell'attualità ma anche della vita quotidiana dei caldei, vuol dire sottolineare l'importanza del fenomeno della diaspora che nella maggior parte dei casi - specialmente in quello dei nuovi arrivati - ha avuto origine da difficoltà di vario genere nei diversi paesi d'origine, Iraq e Turchia in testa.
"Ho avanzato la proposta di un sito web" ha spiegato Mons. Najim "nel corso dell'annuale riunione dei sacerdoti caldei che operano in Europa e che si è tenuta lo scorso anno a Roma. Tutti i sacerdoti l'hanno accettata ed ora, neanche un anno dopo, è già realtà."
Come è organizzato il sito?
"C'è un responsabile ecclesiastico, Padre Firaz Ghazi, il parroco della nostra chiesa in Olanda, ed un comitato di caldei - tra essi anche scrittori e scienziati - che hanno la responsabilità dei contenuti pubblicati. C'è poi una rete di controllo sparsa in tutta Europa. Non si tratta di censura ma visto che saranno accettati, ed anzi favoriti, gli interventi dei lettori sarà necessaria una vasta competenza linguistica. Il sito è in arabo ed in inglese ma ci sono fedeli che non scrivono queste lingue e devono quindi sentirsi liberi di farlo anche in altre."
Il sito accoglie annunci pubblicitari per finanziarsi?
"Sì ma non nella home page. E' anche un modo per far conoscere tutte le attività che i caldei gestiscono in Europa, dimostrare il nostro desiderio di integrazione che però, voglio sottolineare, non significa cancellazione delle proprie origini. Lo stesso sito può e deve diventare il mezzo per la loro preservazione e per far conoscere la nostra comunità ai fratelli europei. Per questa ragione auspichiamo contatti con tutte le realtà di informazione cattolica che possono aiutarci nel crescere e nel diffondere la nostra storia e la nostra realtà. Il sito è al suo inizio, avrà bisogno di correzioni e messe a punto, ma sono certo che sarà un successo ed un passo importante per la nostra comunità. Per questa ragione voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato e parteciperanno alla sua nascita ed alla sua vita."
Il sito web Chaldean in Europe è diviso in varie sezioni alcune delle quali (nascite, morti, festività, matrimoni ecc.) dedicate alla vita quotidiana della comunità caldea. C'è un libro degli ospiti che conta già un primo intervento dall'Olanda, lo spazio per la pubblicazione di fotografie ed una bella introduzione curata da Mons. Najim.
Partendo da una breve storia della chiesa caldea legata alla figura di San Tommaso Apostolo Mons. Najim spiega l'attuale status della chiesa, in comunione con quella di Roma per fede e sacramenti ma diversa per le tradizioni della liturgia e della legge canonica regolata dal Codice di Diritto Canonico per le Chiese Orientali e la cui guida è affidata al Patriarca, adesso il Cardinale Mar Emmanuel III Delly.
Una chiesa che conta 8 arcidiocesi, nove diocesi e 20 vescovi, 112 parrocchie e 3 missioni servite da 150 sacerdoti in tutto il mondo. C'è un ordine monastico, l'ordine Antoniano di Sant Hormizda dei caldei che ha 40 monaci, un seminario maggiore in Iraq ed uno negli Stati Uniti, 3 ordini di suore, due in Iraq, le Chaldean Daughters of Mary Immaculate e le Sacred Heart Chaldean Sisters, ed uno a San Diego (California) le Chaldean Sisters of the Workers of the Vineyard.
Segue poi un dettagliato elenco delle realtà ecclesiastiche caldee in tutta Europa.
Da Baghdadhope un sincero augurio di buon lavoro a tutti coloro che lavoreranno a Chaldean in Europe e ci aiuteranno a conoscere meglio la comunità caldea.