“Un segno di fratellanza e di carità cristiana, ma anche di unità fra vescovi della Chiesa cattolica. La nostra situazione non è facile”. Nelle parole di mons. Shlemon Warduni, vicario patriarcale di Baghdad, tutto l’apprezzamento della chiesa cattolica irachena per quanto detto oggi dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella sua prolusione alla assemblea generale della Cei, quando ha ricordato che “i cattolici sono troppo spesso in grande tribolazione, fino ad essere – come in Iraq – “vittime di una ‘pulizia confessionale’ intollerabile che va arginata e superata”. "Apprezziamo – ha dichiarato al Sir il presule caldeo – il sentimento dei vescovi italiani che traspare dalle dichiarazioni del card. Bagnasco, che ho avuto modo di conoscere in passato in occasione di sue visite a Baghdad. Esse rafforzano i vincoli di amicizia e di fraternità che esistono tra diversi vescovi italiani ed iracheni. Siamo felici della loro solidarietà e sostegno. La speranza è che questa amicizia possa ampliarsi anche alle diocesi italiane con le quali avviare gemellaggi e progetti di aiuto. Mai come oggi abbiamo bisogno di pregare per la nostra chiesa irachena, colpita da violenze e sangue che provocano emigrazione e paura. Chiediamo alla Chiesa italiana di continuare a pregare per noi”.
“Baghdad ha perduto la sua bellezza e non ne è rimasto che il nome.
Rispetto a ciò che essa era un tempo, prima che gli eventi la colpissero e gli occhi delle calamità si rivolgessero a lei, essa non è più che una traccia annullata, o una sembianza di emergente fantasma.”
Ibn Battuta
"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."
Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014
Baghdad, 19 luglio 2014