"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

17 aprile 2007

La Caritas esorta all’azione politica nella crisi irachena

Fonte: ZENIT Codice: ZI07041705

CITTA’ DEL VATICANO/GINEVRA, martedì, 17 aprile 2007
La crisi dei rifugiati iracheni dopo il conflitto – stimati intorno ai due milioni – potrebbe destabilizzare la regione, sostiene la Caritas Internationalis. Il Presidente – Denis Viénot – e i rappresentanti di CI parteciperanno a una conferenza convocata dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a Ginevra martedì e mercoledì, che sottolineerà la piaga dei rifugiati iracheni nei Paesi confinanti e nello stesso Iraq. L’incontro esorterà all’azione per risolvere la tragedia umanitaria irachena.
Il responsabile di Caritas Internationalis per il Medio Oriente e il Nordafrica Sebastien Dechamps sarà presente all’incontro. “Ci sono 2 milioni di rifugiati iracheni solo nella regione del Medio Oriente – ha affermato –. Siria, Giordania, Turchia, Libano e ora l’Egitto non possono sostenere per un periodo indefinito un tale fardello sociale ed economico”. “La comunità internazionale deve prendersi la responsabilità di aiutare questi Iracheni, che fuggono dalla guerra, dalla violenza e dalla disperazione. I nostri colleghi iracheni della Caritas non potranno partecipare a questo incontro, ma mi dicono ogni giorno che la loro vita è diventata un incubo”, ha aggiunto.

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Caritas Siria, Caritas Giordania, Caritas Libano e Caritas Turchia stanno assistendo migliaia di rifugiati, ma la situazione è insostenibile, perché a pochi Iracheni viene dato lo status legale nei Paesi ospiti e alla maggior parte è proibito di lavorare. I bambini devono fare spesso lavori particolari, dietro la minaccia di essere scoperti e deportati, per sostenere le famiglie. Non possono andare a scuola per motivi sia finanziari che legali, o per paura che le loro famiglie vengano rimandate in Iraq. “Ai rifugiati iracheni devono essere dati i mezzi per sostenersi, per poter lavorare e avere speranza per il loro futuro”, ha detto Najla Chahda, Direttore del Centro Migranti Caritas a Beirut, che ha accolto alcuni rifugiati.
Caritas Iraq, nel frattempo, aiuta quanti sono rimasti intrappolati nella guerra irachena. Stima che ci siano circa 1,7 milioni di persone sradicate dalla loro casa in Iraq, che cercano alloggio dove possono per sfuggire alle stragi e alla violenza. Caritas Iraq aiuta i più bisognosi, gli handicappati, gli anziani, gli indigenti, gli orfani, le ragazze madri e le minoranze. Il Well Baby Program, iniziato durante la Guerra del Golfo nel 1991, aiuta attualmente più di 40.000 bambini sotto i cinque anni, le mamme in attesa e le neomamme, occupandosi dei loro bisogni nutrizionali specifici. I tassi di malnutrizione tra i bambini sono peggiori di quando l’Iraq viveva sotto embargo. Caritas Internationalis è una confederazione di 162 organizzazioni cattoliche di assistenza, sviluppo e servizio sociale presente in più di 200 Paesi e territori.