"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

24 maggio 2010

In crisi economica, il Patriarcato dà in affitto i cortili delle chiese a Baghdad

By Asia News 21 maggio 2010

by Layla Yousif Rahema

In una critica situazione economica, che non le permette nemmeno di pagare gli stipendi ai suoi sacerdoti, la Chiesa caldea in Iraq è costretta ad affittare a privati gli spazi adiacenti alle sue parrocchie a Baghdad. Bollando come “pericolose bugie” le voci che parlavano addirittura della vendita della chiesa della Madonna Addolorata (la prima cattedrale d’Iraq, dove sono sepolti i patriarchi e di inestimabile valore storico, ndr), l’Ausiliare della capitale mons. Shlemon Warduni spiega ad AsiaNews come la Chiesa irachena stia affrontando questa grave crisi.
Una serie di fattori spiegano l’attuale difficoltà in cui versa il Patriarcato caldeo. “Da circa 10 mesi”, il ministro delle Finanze del Kurdistan, Sargis Agajan, ha interrotto i finanziamenti alla comunità cristiana che negli ultimi anni avevano garantito una buona entrata. Non solo: “Con la massiccia emigrazione dei nostri fedeli – spiega il vescovo - sono dimezzate anche le entrate che arrivavano dalle offerte, mentre dal governo non riceviamo nessun aiuto”.
Così, una commissione del Patriarcato - composta da quattro laici, di cui è supervisore lo stesso Warduni e responsabile il card. Emmanuel III Delly – sta studiando progetti per far fruttare le proprietà della Chiesa e ricavarne entrate utili a pagare i salari dei sacerdoti, a coprire le spese delle parrocchie e della catechesi (come il trasporto dei ragazzi e i libri)”. Questo, sottolinea il vescovo di Baghdad, è un punto importante: “I protestanti stanno portando via i nostri giovani e dicono di fare l’evangelizzazione anche al posto nostro, abbiamo il dovere di custodire i nostri ragazzi con il catechismo”.
Per ora si è deciso di “affittare per 15 anni il terreno adiacente alla ex cattedrale di Baghdad (fuori dalle mura della chiesa vera e propria) a un privato che ci costruirà dei negozi”. Al termine del contratto restituirà tutto al Patriarcato. La zona in cui sorge la “Madonna Addolorata” è quella del primo quartiere cristiano della capitale irachena, “Haqid al Nasara” (in italiano, “l’incontro dei cristiani”). Qui, fino agli anni ’70, si concentravano tutte le denominazioni cristiane del Paese. Ora è una zona molto commerciale, piena di mercati e negozi, il cuore pulsante della città, dove il valore di immobili e terreni è aumentato molto. Per motivi logistici - la chiesa si trova in un vicolo poco praticabile con le auto – la cattedrale caldea è stata trasferita da alcuni anni nella chiesa di “San Giuseppe” nel quartiere di Karada. Nonostante i problemi di sicurezza che affliggono i cristiani nella capitale, la “Madonna Addolorata” è ancora aperta: “E’ stato anche designato un sacerdote che ogni tanto va a celebrare messa”, racconta mons. Warduni.
“La diocesi di Baghdad, conclude il vescovo ausiliare, è al lavoro per studiare progetti che possano portare aiuto economico anche alle altre diocesi d’Iraq”.

Financial crisis forces Patriarchate to rent out the courtyards of churches in Baghdad

By Asia News May 21, 2010

by Layla Yousif Rahema

Facing a critical economic situation, to the point where it can’t even pay its’ priest’s salaries, the Chaldean Church in Iraq is obliged to rent a private space adjacent to its parish in Baghdad. Branded as "dangerous lies" rumours of the sale of the church of Our Lady of Sorrows (the first cathedral of Iraq, where the patriarchs are buried, of priceless historical value,-ed), the Auxiliary Bishop of the capital Shlemon Warduni explains to AsiaNews how the Church in Iraq is coping with this crisis.
A number of factors explain the current difficulties facing the Chaldean Patriarchate. "For about 10 months, the finance minister of Kurdistan, Sargis Agajan, halted all funding to the Christian community, which in recent years had ensured a stable income. Not only that: "With the massive migration of our people - says the bishop - the revenue coming from church collections have halved, while the government gives us absolutely no help."
Thus, a Patriarchate committee - composed of four lay people, of which Warduni is supervisor with Card. Emmanuel III Delly in charge - is studying plans to utilise Church property to generate revenue to help pay the salaries of priests, to cover the cost of running parishes and catechesis (such as the transport of children and books). This emphasizes the bishop of Baghdad, is an important point: "The Protestants are taking our young people away and say they are evangelizing in our place, we must safeguard our children and our catechism."
For now, it has been decided to "rent the land adjacent to the former cathedral of Baghdad (outside the walls of the church itself) for 15 years, to a private party who will build stores there." At the end of the contract everything will return to the Patriarchate. The area surrounding "Our Lady of Sorrows" is the first Christian neighbourhood of Baghdad, "the Haqid Nasara" (in English "the meeting place of Christians"). Here, until the '70s, all Christian denominations in the country were focused. Now it has become a very commercial area filled with markets and shops, the heart of the city, where the value of buildings and land has increased a lot. For logistical reasons - the church is situated in an alley that cannot be accessed in a car - the Chaldean cathedral was transferred some years ago to the Church of St Joseph in the neighbourhood of Karada. Despite the security problems faced by the Christians in the capital, "Our Lady of Sorrows" is still open: "A priest has also been appointed to say mass on some occasions" says Bishop. Warduni.
"The diocese of Baghdad, - the auxiliary bishop concludes, - is studying and working on projects that can bring economic help to the other dioceses of Iraq."

Mons. Warda. Nuovo arcivescovo di Erbil. Note biografiche

By Baghdadhope*

Nella foto Padre Bashar Warda CSsR

Di seguito la traduzione per sommi capi della lettera di nomina ufficiale di Padre Bashar Warda CSsr ad arcivescovo della diocesi caldea di Erbil redatta da Mons. Jacques Isaac in qualità di Segretario Generale del Sinodo della chiesa caldea e tradotta per Baghdadhope da Padre Rayan P. Atto:
Oggi, 24 maggio 2010, il Vaticano ha confermato la nomina da parte di Papa Benedetto XVI di Padre Bashar Matti Warda CSsR, rettore del seminario patriarcale caldeo di San Pietro, a nuovo arcivescovo della diocesi caldea di Erbil al posto di Sua eccellenza Mons. Jacoub Denha Scher.
Mons. Warda è nato a Baghdad il 15 giugno del 1969. Entrato in seminario a Baghdad nel 1987 dal 1991 al 1993 ha studiato filosofia e teologia presso il Babel College. Ordinato sacerdote dall’allora patriarca caldeo Mar Raphael Bedaweed nella chiesa di San Giuseppe a Baghdad l’8 maggio del 1993 ha lavorato nel 1994 come vice parroco nella chiesa dei Santi Apostoli ed è stato vice rettore del seminario minore nel quartiere di Sulekh nella capitale irachena. Nell’agosto del 1995 è entrato a far parte della famiglia dei Missionari Redentoristi ed è stato inviato per gli studi prima in Irlanda e poi in Belgio
Nel 1999 è tornato a Baghdad ed il 15 settembre del 2001 ha preso i voti monastici perpetui. Una volta in patria ha insegnato teologia morale e dottrina sociale della chiesa al Babel College e presso l’Istituto per la Catechesi. Nominato prima direttore del centro culturale del Babel College fu poi nominato suo segretario generale nel 2001. Da quello stesso anno al 2006 è stato parroco della chiesa di Mar Eliya a Baghdad dove ha fondato una scuola primaria. Nominato prima supervisore del seminario maggiore caldeo nel 2007 ne è diventato il rettore. E’ stato direttore della costruzione del monastero caldeo dei Due apostoli Addai e Mari ad Ankawa (nella foto) il cui complesso comprende la sede patriarcale estiva, il seminario maggiore ed una costruzione per le suore, e del centro pastorale di San Giuseppe ad Al Qosh.
Autore di diversi articoli pubblicati dalla rivista “Najim al Mashriq” (Stella d’Oriente) è anche autore di diversi libri tra cui: “Omelie” (2007), “Una pausa con il Signore” (2008), “La morale è una chiamata” (2008)
Mons. Warda parla arabo, sureth ed inglese

Msgr. Warduni (Baghdad) "A joy for the Chaldean Church the appointment of a new bishop for Erbil"

By Baghdadhope*

In a statement to Baghdadhope, Msgr. Shleimun Warduni, Patriarchal Vicar of Baghdad welcomed the appointment of Father Bashar Warda as Bishop of Arbil.
"It 's a joy for the Chaldean Church. With the emigration of many faithful to Erbil as a result of the violence that hit the Christian community throughout the country, the diocese has become increasingly important. We must not forget that the major seminary of St Peter and the Babel College were transferred in Erbil for security reasons. These institutions were, infact, in the Baghdad area of Dora that for a long time became very dangerous for Christians living and studying there and where we hope they can be established again with the arrival pf the peace."
"The diocese," continued Msgr. Warduni "was ruled since the disappearance of Msgr. Jacoub Denha Scher in 2007 by Msgr.Rabban Alqas, bishop of Amadhiya, as patriarchal administrator and who was for this reason overburdened with work. The appointment of a new bishop was necessary and the choice was, to our satisfaction, on Father Bashar who made so much for the good of the church. We wish to Msgr. Alqas a good work in his diocese and we thank him for the work done in Erbil, and to Msgr. Warda we wish our cordial -good luck-"

Mons. Warduni (Baghdad) "Una gioia per la chiesa caldea la nomina del nuovo vescovo di Erbil"

By Baghdadhope*

In una dichiarazione a Baghdadhope, Mons. Shleimun Warduni, patriarca vicario di Baghdad ha espresso la propria soddisfazione per la nomina di Padre Bashar Warda a vescovo di Erbil.
"E' una gioia per la chiesa caldea. Con l'emigrazione di tanti fedeli ad Erbil a seguito delle violenze che hanno colpito la comunità cristiana nel resto del paese la diocesi è diventata sempre più importante. Non dimentichiamo che ad Erbil sono stati trasferiti per ragioni di sicurezza sia il seminario maggiore di San Pietro, sia il Babel College. Istituzioni che a Baghdad si trovavano nella zona di Dora, per molto tempo diventata pericolosissima per i cristiani che la abitavano e che dovevano recarvisi per studiare e dove ci auguriamo possano tornare quando arriverà la pace."
"La diocesi" ha continuato Mons. Warduni "è stata retta da dopo la scomparsa di Mons. Jacoub Denha Scher nel 2007 da Mons. Rabban Alqas, vescovo di Amadhiya, come amministratore patriarcale, e per questo già oberato di lavoro. La nomina di un nuovo vescovo era necessaria e la scelta è caduta, con nostra soddisfazione su Padre Bashar che tanto si è impegnato per il bene della chiesa. Auguriamo a Mons. Alqas un buon lavoro nella sua diocesi e lo ringraziamo per quello svolto ad Erbil, ed a Mons. Warda auguriamo un sentito -in bocca al lupo-"

Fr. Bashar Warda CSsr, new Chaldean bishop of Erbil

By Baghdadhope*

The Chaldean Diocese of Erbil (Iraq) has a new bishop. The new bishop, who will replace Msgr. Rabban Alqas who since 2007 held the patriarchal diocese as administrator is, as rumored since the last synod of the Chaldean church, Father Bashar Warda CSsR, rector of St. Peter Chaldean Seminary in Ankawa.

Father Bashar Warda originates from the northern region of Zakho. In 1994, following a visit to Iraq of Redemptorists' General Father, Juan Lasso de la Vega, Father Bashar decided to enter the Congregation. Sent for the novitiate in Dundalk (Ireland) he completed his university studies in Leuven (Belgium) and holds a license in morals with a thesis on violence in Islam. Returned to Iraq in 1988 he was given charge of several churches including that of Mar Elijah in Baghdad that he restored and where he founded a school, a kindergarden and various church groups. Father Bashar supervised also the renovation of the Redemptorists' house in the Dora neighborhood of Baghdad and the construction of a new house in Alqosh.

Padre Bashar Warda CSsR, nuovo vescovo caldeo di Erbil

By Baghdadhope*

La Diocesi caldea di Erbil (Iraq) ha da oggi un nuovo vescovo. Il nuovo vescovo, che sostituisce Mons. Rabban Alqas che dal 2007 reggeva la diocesi come amministratore patriarcale è, come già si mormorava dai tempi dell'ultimo sinodo della chiesa caldea, Padre Bashar Warda CSsR, rettore del Seminario Maggiore caldeo di San Pietro ad Ankawa.
Padre Bashar Warda è originario della regione settentrionale di Zakho. Nel 1994, a seguito della visita in Iraq del Padre Generale dei Redentoristi, Padre Juan Lasso de la Vega, Padre Bashar decise di entrare nella Congregazione. Inviato per il periodo di noviziato a Dundalk (Irlanda) ha compiuto gli studi universitari a Leuven (Belgio) ed ha conseguito la licenza in Morale con una tesi sulla violenza nell'Islam. Tornato in Iraq nel 1988 gli sono state affidate diverse chiese tra cui quella di Mar Eliya a Baghdad che fu da lui restaurata e dove fu fondata una scuola, un asilo e dei gruppi parrocchiali. Padre Bashar ha curato la ristrutturazione della casa dei Redentoristi nel quartiere di Dora a Baghdad e la costruzione di una nuova casa ad Alqosh.

20 maggio 2010

Pranzo di solidarietà per i bambini di Kirkuk

By Baghdadhope*

L'Associazione Peacekeeping Vi invita a pranzo il 23 maggio a Collegno (TO) presso la sala del Comitato di Quartiere Oltre Dora per gustare Cous Cous, Tajine di pollo,contorno, dolce e the alla menta ....
ma soprattutto buona compagnia e la possibilità di fare qualcosa di bello per i bambini curdi, di cui il nostro amico Alessandro Ciquera si sta occupando da due anni.
A giugno tornerà a Kirkuk e con quanto raccoglieremo in questa occasione potrà dare un aiuto tangibile al progetto di costruzione della scuola.

Vi chiediamo un contributo di 15 € ..... e la voglia di passare qualche ora a tavola con "gente bella dentro"!!

Grazie a chi vorrà esserci e a chi ci darà una mano ad estendere l'invito.

Vi preghiamo di confemare la vostra presenza con un sms al 3407328869 . .......e ricordate che

"NESSUNO HA MAI COMMESSO ERRORE PIU' GRANDE DI COLUI CHE NON HA FATTO NIENTE PERCHE' CREDEVA DI POTER FARE TROPPO POCO !!!" (Edmund Burke)

domenica 23 maggio 2010
13.00 - 17.00
Salone del Comitato di quartiere OltreDora c/o Scuola Calvino
Viale Partigiani 36
Collegno (TO)
Vedi mappa

Guarda la pagina dell'evento su Facebook cliccando qui

18 maggio 2010

A web site for the Chaldeans in Europe

By Baghdadhope*

100,000 is the estimated number of faithful of the Catholic Chaldean church living in Europe, according to Msgr. Philip Najim, Chaldean Church Apostolic Visitor for the old continent and procurator to the Holy See.
"To them" he said in an interview to Baghdadhope, "is dedicated this new website online since May 18 that aims to become the virtual center of information and union for the faithful living in many European countries."
The Chaldeans, old and new immigrants, live all over Europe but mainly in Sweden, Germany and France. To dedicate to them a website that deals with, as stated by Msgr. Najim, the news but also the daily life of the Chaldeans, means stressing the importance of the phenomenon of diaspora that in most cases - especially in that of the newcomers - arose from difficulties of various kinds in the different countries of origin, especially Iraq and Turkey.
"I put forward the idea of a website," said Msgr. Najim "during the annual meeting of the Chaldean priests working in Europe held in Rome on last year. All the priests accepted it and now, not even a year later, it has become a reality."
How is the site organized?
"There is a priest in charge of the web site, Father Firaz Ghazi, the parish priest of our church in Holland, and a committee of Chaldeans - among them writers and scientists too - who have the responsibility for the content posted. There is a network of control spread across Europe. This is not censorship but as the readers' opinions will be accepted, and indeed encouraged, a wide linguistic knowledge is necessary. The site is in Arabic and English but there are persons who do not how to write these languages and they must feel free to express themselves in other languages."
Will the site host advertisements for funding?
"Yes, but not in the home page. It is also a way to know all the activities managed by Chaldeans in Europe, to show our desire for integration, that however, I want to emphasize, does not mean cancellation of our origins. The same site can and must become a mean for their preservation and to diffuse the knowledge of our community among our European brothers. For this reason, we hope to have contacts with the Catholic information media that can help us to grow and to diffuse our history and our reality. The site is at its start, it will need adjustments and setups, but I am sure it will be a success and an important step for our community. For this reason I want to thank everyone who participated and will partecipate to its birth and its life."

The website Chaldean in Europe is divided into several sections some of which (births, condolences, holidays, weddings etc..) are dedicated to the daily life of the Chaldean community. There is a guestbook which already has a first participation from the Netherlands, the space for publishing photos and an interesting introduction by Msgr. Najim.
Starting with a brief history of the Chaldean church linked to the figure of St. Thomas the Apostle Msgr. Najim explains the current status of the church in communion with Rome for faith and sacraments, but with different traditions of liturgy and canon law governed by the Code of Canon Law for Eastern Churches, and the leadership of which is entrusted to the patriarch, now the Cardinal Mar Emmanuel III Delly.
A church that has 8 archdioceses, nine dioceses and 20 bishops, 112 parishes and 3 missions served by 150 priests worldwide. There is a monastic order, the Antoniano Order of Saint Hormizda of the Chaldean that has 40 monks, a major seminary in Iraq and one in the U.S.A, three orders of nuns, two in Iraq, the Chaldean Daughters of Mary Immaculate and the Sacred Heart Chaldean Sisters, and one in San Diego (California) the Chaldean Sisters of the Workers of the Vineyard.
Following there is a detailed list of the Chaldean church realities across Europe.

From Baghdadhope sincere best wishes to all those who will work for Chaldean in Europe and will help us learn more about the Chaldean community.

Un sito web per i caldei in Europa

By Baghdadhope*

100.000 è il numero stimato dei fedeli della chiesa cattolica caldea che vivono in Europa secondo Mons. Philip Najim, Visitatore Apostolico per la chiesa caldea nel nostro continente e procuratore della stessa presso la Santa Sede.
"Ad essi" ha dichiarato in un'intervista a Baghdadhope, "é destinato questo nuovo sito web online dal 18 di maggio che si propone di diventare il centro virtuale dell'informazione e dell'unione dei fedeli che vivono in tanti stati europei."
I caldei, di vecchia e di nuova immigrazione in Europa, vivono infatti in tutto il continente, principalmente in Svezia, Germania e Francia. Dedicare loro un sito web che si occupi, come ha dichiarato Mons. Najim, dell'attualità ma anche della vita quotidiana dei caldei, vuol dire sottolineare l'importanza del fenomeno della diaspora che nella maggior parte dei casi - specialmente in quello dei nuovi arrivati - ha avuto origine da difficoltà di vario genere nei diversi paesi d'origine, Iraq e Turchia in testa.
"Ho avanzato la proposta di un sito web" ha spiegato Mons. Najim "nel corso dell'annuale riunione dei sacerdoti caldei che operano in Europa e che si è tenuta lo scorso anno a Roma. Tutti i sacerdoti l'hanno accettata ed ora, neanche un anno dopo, è già realtà."
Come è organizzato il sito?
"C'è un responsabile ecclesiastico, Padre Firaz Ghazi, il parroco della nostra chiesa in Olanda, ed un comitato di caldei - tra essi anche scrittori e scienziati - che hanno la responsabilità dei contenuti pubblicati. C'è poi una rete di controllo sparsa in tutta Europa. Non si tratta di censura ma visto che saranno accettati, ed anzi favoriti, gli interventi dei lettori sarà necessaria una vasta competenza linguistica. Il sito è in arabo ed in inglese ma ci sono fedeli che non scrivono queste lingue e devono quindi sentirsi liberi di farlo anche in altre."
Il sito accoglie annunci pubblicitari per finanziarsi?
"Sì ma non nella home page. E' anche un modo per far conoscere tutte le attività che i caldei gestiscono in Europa, dimostrare il nostro desiderio di integrazione che però, voglio sottolineare, non significa cancellazione delle proprie origini. Lo stesso sito può e deve diventare il mezzo per la loro preservazione e per far conoscere la nostra comunità ai fratelli europei. Per questa ragione auspichiamo contatti con tutte le realtà di informazione cattolica che possono aiutarci nel crescere e nel diffondere la nostra storia e la nostra realtà. Il sito è al suo inizio, avrà bisogno di correzioni e messe a punto, ma sono certo che sarà un successo ed un passo importante per la nostra comunità. Per questa ragione voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato e parteciperanno alla sua nascita ed alla sua vita."

Il sito web Chaldean in Europe è diviso in varie sezioni alcune delle quali (nascite, morti, festività, matrimoni ecc.) dedicate alla vita quotidiana della comunità caldea. C'è un libro degli ospiti che conta già un primo intervento dall'Olanda, lo spazio per la pubblicazione di fotografie ed una bella introduzione curata da Mons. Najim.
Partendo da una breve storia della chiesa caldea legata alla figura di San Tommaso Apostolo Mons. Najim spiega l'attuale status della chiesa, in comunione con quella di Roma per fede e sacramenti ma diversa per le tradizioni della liturgia e della legge canonica regolata dal Codice di Diritto Canonico per le Chiese Orientali e la cui guida è affidata al Patriarca, adesso il Cardinale Mar Emmanuel III Delly.
Una chiesa che conta 8 arcidiocesi, nove diocesi e 20 vescovi, 112 parrocchie e 3 missioni servite da 150 sacerdoti in tutto il mondo. C'è un ordine monastico, l'ordine Antoniano di Sant Hormizda dei caldei che ha 40 monaci, un seminario maggiore in Iraq ed uno negli Stati Uniti, 3 ordini di suore, due in Iraq, le Chaldean Daughters of Mary Immaculate e le Sacred Heart Chaldean Sisters, ed uno a San Diego (California) le Chaldean Sisters of the Workers of the Vineyard.
Segue poi un dettagliato elenco delle realtà ecclesiastiche caldee in tutta Europa.

Da Baghdadhope un sincero augurio di buon lavoro a tutti coloro che lavoreranno a Chaldean in Europe e ci aiuteranno a conoscere meglio la comunità caldea.

13 maggio 2010

Ostensione Sindone: in fila tra i pellegrini anche 160 immigrati iracheni

By Sir

Tra i pellegrini in fila questa mattina per entrare in Duomo a venerare la Sacra Sindone e pregare per la pace e la stabilità del loro paese d’origine, c’erano anche 160 iracheni. Guidato dal padre domenicano Muhannad al-Tawil, il gruppo fa parte della nutrita comunità caldea irachena di Lione, città da dove sono partiti questa mattina presto e dove rientreranno al termine della giornata. Nell’attesa, durata circa 2 ore, i pellegrini, tra loro moltissimi giovani, hanno pregato e cantato litanie in aramaico. La trasferta torinese dei caldei iracheni è stata ben organizzata: oltre ai momenti di preghiera il gruppo ha potuto contare anche sull’appoggio di un servizio d’ordine interno composto dai membri più giovani della comunità. Nota curiosa è stata che tra i volontari in servizio per l’ostensione vi era anche un giovane arabo che così ha potuto aiutare il gruppo a raggiungere più facilmente il punto di accesso alla fila. La comunità caldea irachena in Francia consta di 4 chiese, a Lione, a Marsiglia e 2 a Parigi, per un totale di circa 5 mila fedeli cui si aggiungono 10 mila caldei turchi.

12 maggio 2010

“Un’inchiesta Onu sulle violenze anti-cristiane”, dice a Fides Mons. Casmoussa

“Urge un’inchiesta internazionale delle Nazioni Unite per indagare e capire chi c’è dietro le continue violenze e gli attacchi alla comunità cristiana in Iraq”: è quanto dice in un’intervista all’Agenzia Fides S. Ecc. Mons. George Casmoussa, Arcivescovo siro-cattolico di Mossul, presente a Monaco di Baviera su invito di Missio, le Pontificie Opere Missionarie in Germania. L’Arcivescovo terrà diversi incontri anche con i Vescovi tedeschi, ragguagliando sulle critiche condizioni dei cristiani in Iraq. Mons. Casmoussa è intervenuto sull’attuale fase calda nello scenario iracheno, dopo gli attentati in serie del 10 maggio (20 esplosioni e 125 morti in una sola giornata), mentre un leader di primo piano come Iyad Allawi ha prospettato perfino il rischio di una nuova “guerra civile settaria” in Iraq.
L’Arcivescovo ha detto a Fides: “Tutti parlano della pace e dicono di volerla, ma chi si fa realmente operatore di pace? Una responsabilità chiave sta nei nostri politici che devono dare prova di avere a cuore il bene e la sicurezza della popolazione irachena. Se i politici hanno rapporti all’insegna della pace, della maturità, della correttezza, tutto il paese sarà in pace”.
In questo scenario, la presenza dei cristiani e delle altre minoranze religiose si fa sempre più difficile: “Noi cristiani chiediamo un luogo dove poter vivere pacificamente, coltivando la nostra fede e contribuendo allo sviluppo e al progresso della nazione”, sottolinea l’Arcivescovo. “Abbiamo bisogno che il governo ci garantisca protezione contro chi vuole eliminarci. Dopo numerose violenze e attacchi subiti, ho chiesto l’intervento delle Nazioni Unite non per un nuovo contingente militare, ma per avviare una inchiesta che accerti chi c’è dietro questi continui atti di violenza contro i cristiani”.
Il Consiglio dei Leader delle Chiese cristiane in Iraq, che unisce 14 leader religiosi, si riunirà alla fine di maggio per prendere in esame questi temi e cercherà di raggiungere una posizione comune per “agire contro il terrorismo e per la protezione dei cristiani iracheni”, comunica a Fides l’Arcivescovo. In questa fase la comunità internazionale e i governi occidentali “sono chiamati a fare pressioni perchè in Iraq si mettano in moto tutti gli strumenti necessari per garantire la vita delle minoranze”. Anche le parole e gli appelli del Santo Padre nota Mons. Casmosussa, “costituiscono per noi un grande aiuto, un incoraggiamento e un forte sostegno psicologico. Le avvertiamo come parole di un padre che si prende cura dei suoi figli. A tutta la Chiesa universale chiediamo di continuare a prendersi cura del piccolo gregge dei fedeli iracheni”

11 maggio 2010

Muslim Students Stage Sit-In To Support Christians At Iraqi University


May 07, 2010

Lecturers and Muslim students at northern Iraq's Mosul University staged a sit-in today to protest deadly attacks against Christian students, RFE/RL's Radio Free Iraq (RFI) reports. A student activist who requested anonymity told RFI that the action is in support of Christian students who have been the victims of bomb attacks and murder. He said the sit-in will end only when measures are taken to ensure the safety of Christians, in particular, and the student body as a whole. A roadside bomb and a car bomb exploded near buses transporting students from the predominantly Christian town of Al-Hamdaniya to Mosul University on May 2. One civilian was killed and 100 others, mostly students, were wounded.Christian students stopped attending classes at Mosul University after that attack in fear for their safety. The Muslim students staging today's sit-in have said they will return to class only when their Christian counterparts do. Student Sami Karim told RFI that the protesters are especially indignant that their fellow students have become targets simply because they are Christian. Ethel Nujaifi, the governor of Nineveh Province in which Mosul is located, said that his government "sympathizes with the students and their sit-in."Referring to the security situation for Christian students, Nujaifi said security forces are "partly responsible as they have failed to properly discharge their duties." He added that there must be a thorough investigation of the recent attacks against Christians to reassure the population that such acts will not be tolerated. Before the first Gulf War in 1991 there were some 1 million Christians in Iraq. About one-third are believed to have fled Iraq since the U.S.-led invasion of the country in 2003.

7 maggio 2010

Christian university students demand justice and security from Iraqi religious leaders


An investigation into the massacre of last May 2 and the possibility of conducting examinations at the end of academic year in a safe place. These are the requests made by Christian students in the area of Mosul, during yesterday's meeting in Karakosh of the Council of Iraqi religious leaders. Meanwhile, a group of 24 university students
victims of a double bombing near Mosul on May 2 last, have reached three different hospitals in Ankara, Turkey. This was a targeted attack against two buses carrying students from the town of Hamdaniya, 40 km east of the capital of the Nineveh province in northern Iraq. The blast left two dead and 188 wounded, some of whom are now being treated in Turkey.
Bishop Avvak Assadorian, Secretary General of the Council of religious leaders and the Armenian Orthodox Archbishop, gathered all bishops and Christian leaders in Iraq yesterday in Karakosh as "a sign of solidarity with the people after the attacks of last May 2”. The meeting was attended by Msgr. Jorjis Casmoussa, Syro-Catholic archbishop of Mosul, Mgr. Gregory Saliba, of the Syrian Orthodox Mgr. Gorguis Toma, of the Assyrians of Mosul, Mgr. Isaac Khamis, of the Assyrians of Dohok, Mgr. Msatti Mattoka, of the Syro-Catholics in Baghdad, Mgr. Louis Sako, Chaldean Archbishop of Kirkuk and Fr. Najib Moussa, representing the bishops of the Latin rite.
In the garden, in front of the building which housed the Council of religious leaders hundreds of students had gathered. Among these, a small group of university students wounded in the attack of May 2. They submitted requests to the Christian leaders, stressing that "it is the duty of bishops to defend the faithful" and work to "ensure their future." In particular, the Christian students are asking the government to ensure they can "take their academic year-end exams in a safe environment” and for the “creation of a commission of inquiry" to investigate perpetrators and instigators of the attack on the buses. In addition to medical care for the wounded, the students also hope to see the opening of a university in Karakosh, where 1300 university students live, and to negotiate with the government of Kurdistan, "accommodation for the students for a period of one or two years", until the new structure is built.
The Iraqi bishops have promised to support the demands of the university students and place them before the government. After the meeting, the bishops issued a joint statement expressing "deep sorrow for the tragedy on Sunday, which caused two deaths and 188 injuries." "The attack on innocent Christian students - continue the bishops - who have nothing to do with politics is an abominable act." Christian leaders are appealing to the government to "take these attacks seriously" and put in place measures "to protect" them. They also express their desire for the formation of the new government “as soon as possible”. A government of "national unity capable of working for peace and reconciliation", because any further delay will impact on civilian life in Iraq. The call to dialogue is also directed at "the authorities of Mosul and Nineveh, especially Arabs and Kurds," who must "work together for the good of the province and its inhabitants. "
Finally, the bishops expressed their gratitude to those who "have shown their solidarity and helped the injured, the blood donors or those who have contributed to their transfer to hospitals," with a "special" reference to "the plane made available to transport a group of 24 students from Mosul to Ankara " currently being treated in three hospitals in Turkey.

Universitari cristiani chiedono giustizia e sicurezza ai leader religiosi irakeni


Una inchiesta sulla strage del 2 maggio scorso e la possibilità di svolgere gli esami di fine anno accademico in un luogo sicuro. Sono le richieste avanzate dagli studenti cristiani della zona di Mosul, durante l’incontro di ieri a Karakosh del Consiglio dei capi religiosi irakeni. Intanto hanno raggiunto tre diversi ospedali di Ankara, in Turchia, un gruppo di 24 universitari
vittime il 2 maggio scorso di un doppio attentato vicino a Mosul. Si è trattato di un attacco mirato contro due autobus che trasportavano studenti della città di Hamdaniya, 40 km a est della capitale della provincia di Ninive, nel nord dell’Iraq. Il bilancio è di due morti e 188 feriti, una parte dei quali si trova ora in Turchia.
Mons. Avvak Assadorian, segretario generale del Consiglio dei capi religiosi e arcivescovo degli armeni ortodossi, ha riunito ieri a Karakosh tutti i vescovi e i leader cristiani in Iraq come “segno di solidarietà” alla popolazione dopo gli attacchi del 2 maggio scorso. All’incontro hanno partecipato mons. Jorjis Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, mons. Gregorio Saliba, dei siro-ortodossi, mons. Gorguis Toma, degli assiri di Mosul, mons. Isaac Khamis, degli assiri di Dohok, mons. Msatti Mattoka, dei siro-cattolici di Baghdad, mons. Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk e p. Najib Moussa, in rappresentanza dei vescovi di rito latino.
Nel giardino antistante l’edificio che ha ospitato il Consiglio dei capi religiosi erano radunati centinaia di studenti. Fra questi, anche un piccolo gruppo di universitari feriti nell’attentato del 2 maggio. Essi hanno presentato alcune richieste ai leader cristiani, sottolineando che “è compito dei vescovi difendere i fedeli” e lavorare per “assicurare il loro avvenire”. In particolare, gli studenti cristiani domandano al governo di “svolgere in un ambiente sicuro gli esami accademici di fine anno” e la creazione di “una commissione di inchiesta” che indaghi su autori e mandanti dell’attacco agli autobus. Oltre a cure mediche per i feriti, gli studenti auspicano anche l’apertura di una università a Karakosh, dove vivono 1300 universitari, e negoziare col governo del Kurdistan “l’accoglienza degli studenti per un periodo di uno o due anni”, in attesa che venga costruita la nuova struttura.
I vescovi irakeni hanno promesso di sostenere le richieste degli universitari davanti al governo. Al termine dell’incontro, i prelati hanno rilasciato una dichiarazione comune in cui esprimono “profondo dolore per la strage di domenica, che ha causato due morti e 188 feriti”. “L’attacco a studenti cristiani innocenti – proseguono i vescovi – che nulla hanno a che vedere con la politica è un atto abominevole”. I leader cristiani si appellano al governo perché “prenda sul serio” questi attacchi e metta in campo misure “atte a proteggerli”. Essi auspicano al tempo stesso la formazione “il più presto possibile” del nuovo governo, che sia di “unità nazionale capace di lavorare per la pace e la riconciliazione”, perché ogni ulteriore ritardo avrà conseguenze sulla vita civile dell’Iraq. L’appello al dialogo vale anche per “i responsabili di Ninive e Mosul, specialmente gli arabi e i curdi” che devono lavorare insieme “per il bene della provincia e dei suoi abitanti”.
Infine i prelati esprimono il loro ringraziamento a quanti “hanno mostrato la loro solidarietà e hanno aiutato i feriti, i donatori di sangue o chi ha contribuito al loro trasferimento negli ospedali”, con una menzione “speciale” per “l’aereo messo a disposizione per il trasporto da Mosul ad Ankara di un gruppo di 24 studenti” ricoverati ora in tre ospedali turchi.

4 maggio 2010

Il cordoglio del Papa per l'attentato di domenica a Mosul: solidarietà ai cristiani in Iraq, mantenere saldo l'obiettivo della pace


Ancora una volta Benedetto XVI ha dovuto esprimere il proprio dolore per una notizia di violenza in arrivo dall’Iraq. In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il Papa si dice “profondamente rattristato per la tragica perdita di vite e per i feriti” causati dall’attentato che domenica scorsa ha fatto strage su un convoglio di bus che portava numerosi studenti cristiani all’Università di Mosul. Quattro di loro sono rimasti uccisi nella doppia deflagrazione e 171 sono risultati i feriti, molti in gravi condizioni.Nel pregare per le vittime e le loro famiglie, Benedetto XVI ribadisce la “sua vicinanza spirituale alle comunità cristiane dell'Iraq” e "rinnova il suo appello – si legge nel telegramma – a tutti gli uomini e le donne di buona volontà perché mantengano salde le vie della pace e respingano tutti gli atti di violenza che hanno causato così tante sofferenze”.

Radiovaticana 4 maggio 2010

Pope’s Pain at Continued Attacks on Iraq’s Christians

Benedicto XVI manifiesta su pesar por los recientes atentados en Mosul y reitera su cercanía espiritual a las comunidades cristianas de Irak

Iraque: Igreja pede intervenção da ONU para proteger cristãos

Benedictus XVI:s telegram till den lidande kristna församlingen i Irak

البابا يعرب عن قربه الروحي من مسيحيي العراق بعد الاعتداء الإرهابي في الموصل

“Preghiera e perdono”: appello del Patriarca Caldeo di Baghdad, dopo l’attentato di Mossul


Amarezza e lutto ma anche parole di speranza e di perdono sono contenute nell’accorato appello affidato all’Agenzia Fides da S. Em. il Card. Emmanuel Delly, Patriarca Caldeo di Baghdad, dopo l’attentato che ha colpito il 2 maggio scorso tre bus di giovani studenti cristiani in viaggio verso Mossul. Ecco le parole del Patriarca all’Agenzia Fides: “Oggi siamo con le lacrime agli occhi. Siamo scioccati da questo evento che ha colpito giovani innocenti cristiani: due esplosioni per un atto di violenza brutale, che solo per grazia di Dio non è diventato una strage molto più estesa. Siamo vicini alle famiglie delle vittime, esprimiamo le più sincere condoglianze a quanti hanno perso i loro cari. Preghiamo per il riposo eterno delle loro anime e preghiamo tutti i feriti, molti dei quali sono gravi, e per la consolazione dei loro parenti. La nostra reazione oggi è quella della preghiera e del perdono. Siamo tutti fratelli e figli di Dio, e il popolo dell’Iraq è chiamato a fare propria questa verità. Preghiamo perché il Signore illumini la mente e il cuore di nostri governanti e di quanti si macchiano di queste violenze, perché possano convertirsi alla pace e alla riconciliazione. La nostra risposta cristiana alla violenza che subiamo ogni giorno è e sarà sempre questa, nella certezza che il Signore resta accanto a noi e si manifesta nella vicinanza, nell’affetto e nell’aiuto che ci mostrano tutti i cristiani del mondo”.

Iraq:attentato a Mosul, Card. Delly (patriarca Baghdad) "preghiera e perdono"

By Sir

“Siamo scioccati da questo evento che ha colpito giovani innocenti cristiani: due esplosioni per un atto di violenza brutale, che solo per grazia di Dio non è diventato una strage molto più estesa. Siamo vicini alle famiglie delle vittime, esprimiamo le più sincere condoglianze a quanti hanno perso i loro cari”.
Nelle parole del card. Emmanuel III Delly, patriarca caldeo di Baghdad, tutta l’amarezza ed il lutto dopo l’attentato che il 2 maggio ha colpito tre bus di giovani studenti cristiani in viaggio verso Mosul. In una dichiarazione resa a Fides il patriarca invoca “riposo eterno delle anime delle vittime e preghiamo per tutti i feriti, molti dei quali sono gravi, e per la consolazione dei loro parenti. La nostra reazione oggi è quella della preghiera e del perdono. Siamo tutti fratelli e figli di Dio, e il popolo dell’Iraq è chiamato a fare propria questa verità”. “Preghiamo perché il Signore illumini la mente e il cuore di nostri governanti e di quanti si macchiano di queste violenze, perché possano convertirsi alla pace e alla riconciliazione. La nostra risposta cristiana alla violenza che subiamo ogni giorno – ha concluso il cardinale - è e sarà sempre questa, nella certezza che il Signore resta accanto a noi e si manifesta nella vicinanza, nell’affetto e nell’aiuto che ci mostrano tutti i cristiani del mondo”.

3 maggio 2010

Attacco agli autobus a Qaraqosh

By Sir
Iraq: Mons. Nona (Mosul) "Attaccati bus con studenti cristiani. 4 morti e 171 feriti"
Strage cristiani Mosul. Mons. Warduni (Baghdad) "Dalle istituzioni nessuna solidarietà"

By Zenit
Iraq: 4 morti e 171 feriti in un attentato contro studenti cristiani

By Avvenire
A Mosul è giorno di lutto dopo l'attentato ai cristiani

By Fides
“Un intervento dell’Onu per proteggere i cristiani”, invoca l’Arcivescovo di Mossul
Paura, shock e rabbia nella comunità cristiana per l’attentato a tre bus di studenti cristiani

By Radiovaticana
Violenze anticristiane in Iraq: uccisi 4 giovani, 171 feriti

By Facebook: bacheca di Franco Frattini. Ministro degli Affari Esteri

Cari amici di Facebook, non bisogna chiudere gli occhi di fronte al continuo martirio dei cristiani nel mondo. Ecco perché tra le tante iniziative di mobilitazione presenti su questo social network, vi chiedo di aiutarmi a divulgare questo messaggio di sensibilizzazione per combattere e contrastare la violenza religiosa. L’Italia è stata il primo Paese a reagire e a chiedere un’azione internazionale per proteggere la minoranza cristiana in Iraq. Purtroppo in questa fase il governo iracheno non si è ancora formalmente insediato, e conseguentemente continuano a ripetersi violente persecuzioni senza incontrare l’azione di contrasto e repressione che meriterebbero. Ora per l’Unione Europea non è più solo il tempo di far sentire la sua voce, deve mobilitare tutte le sue Ambasciate nei Paesi in cui vengono perpetrate e restano impunite queste crudeltà. Conto sul vostro aiuto. Dobbiamo far sapere a tutti che il martirio religioso purtroppo esiste, e che va denunciato e contrastato.

Qaraqosh buses attack

By Sir

Iraq: Mgr. Nona (mosul) "Attack on buses of Christian students. 4 deads and 171 injured"


Iraq: Massacre of Christians in Mosul, Warduni (Baghdad) "No solidarity from the institutions so far"




2 maggio 2010

Attacco agli autobus degli studenti: aggiornamento. L'indignazione di Mons. Warduni

By Baghdadhope*

Padre Rayan Atto,
accorso all'ospedale di Erbil non appena avuta la notizia dell'attacco agli autobus, ha ricostruito per Baghdadhope ciò è successo stamattina.
"Ogni mattina partono da Qaraqosh circa 20 autobus che trasportano gli studenti - non solo quelli di Qaraqosh - a Mosul per le lezioni all'università. Stamattina, nel tratto di strada tra il primo check point interforze ed il secondo gestito dal governo iracheno, due autobombe sono esplose colpendo 4 mezzi. Uno studente che viaggiava in un autobus che seguiva quelli colpiti mi ha raccontato di averli letteralmente visti "saltare per aria". Attualmente in tre ospedali di Erbil sono ricoverati 19 studenti tra i quali una ragazza in situazione molto grave perchè colpita alla testa ed una decina in attesa di essere operati. Non ci sono ancora bilanci definitivi. C'è molta confusione. Molti studenti sono stati ricoverati anche a Mosul, Hamdaniya e nella stessa Qaraqosh. Le prime voci parlano di 5 o 6 ragazzi uccisi ma, ripeto, non siamo ancora sicuri di questo dato."

"Una tragedia. Un'altra tragedia."
Così ha descritto l'accaduto a Baghdadhope Mons. Shleimun Warduni, patriarca vicario caldeo che da Baghdad esprime vicinanza alle famiglie delle vittime ma soprattutto indignazione per i continui attacchi cui è sottoposta la minoranza cristiana in Iraq.
"Ci sono motivi politici ma soprattutto religiosi" spiega il prelato, "tutti sanno che quegli autobus sono pieni di studenti cristiani. Attaccarli non è frutto di errore. Si vuole colpire la comunità per spingerla ad abbandonare il paese. I cristiani amano tutti ed hanno tutti contro."
"Perchè? Chiedo un'altra volta. Un altro attacco, altri morti. Perchè? Il mondo deve sapere ciò che sta succedendo. Deve sapere che l'attacco agli autobus è un attacco alla volontà della comunità cristiana di rimanenere in Iraq e di contribuire al suo futuro. I ragazzi che studiano sono il futuro del paese e lo stanno distruggendo. Da dove vengono le armi, gli esplosivi? Perchè c'è questo desiderio di seminare il male? Il mondo deve sapere, deve indignarsi ed aiutarci a rimanere a vivere nel nostro paese."
Per quanto riguarda gli aggiornamenti delle notizie Mons. Warduni ha riferito di due studenti uccisi nell'attacco.

Students' buses attack: update. The outrage of Msgr. Warduni

By Baghdadhope*

Father Rayan Atto,who rushed to the hospital in Erbil as soon as he had the news of the buses attack reconstructed for Baghdadhope what happened this morning."Every morning about 20 buses carrying students - not just those from Qaraqosh - leave the village to Mosul for university classes. This morning, along the road between the interforces first checkpoint and the second one operated by the Government of Iraq, two car bombs hit 4 buses of the convoy. A student who was travelling in a bus that was following those hit by the explosion told me to have literally seen them "blowing up." Currently 19 students have been admitted in three hospitals in Erbil including a girl in very bad condition because injured in her head and a dozen who are still waiting to undergo surgery. There are no final data on how many students were killed in the attack. There is much confusion. Many students were also hospitalized in Mosul, in Hamdaniya and in Qaraqosh. The first voices talk about 5 or 6 boys students killed but, again, we are not sure of these data."


"A tragedy. Another tragedy." So Msgr. Shleimun Warduni described the attack to Baghdadhope expressing his closeness to the victims' families but also his outrage at the continuing attacks against the Christian minority in Iraq. "There are political but especially religious reasons" said the prelate, "everyone knows that those buses are full of Christian students. The attack was not a mistake. Someone wants to hit the community to push it to leave the country. Christians love everyone and have everyone against."
"Why? I ask again. Another attack, other people dying. Why? The world must know what is going on. It must know that the attack to the buses is an attack to the will of the Christian community to stay put in Iraq and to contribute to its future. The students are the future of the country and is being destroyed. Where the weapons and the explosives come from? Why there is such a desire to sow evil? The world must know, must feel outraged and help us to remain living in our country."
As for news updates Msgr.Warduni reported of two students killed in the attack.

Urgent. Attack to three buses carrying students to Mosul. Dozens of injured

By Baghdadhope*

Dozens of Christian boys and girls hospitalized in Erbil.
This morning, as reported to Baghdadhope by Father Rayan Atto from Erbil, the convoy of buses that every morning carry university students from Qaraqosh, a village almost entirely Christian, to the University of Mosul, was attacked soon after leaving the village and getting over the first checkpoint of Iraqi forces.A car bomb parked by the roadside exploded right at the passage of the vehicles, three of which were hit by the explosion. Each bus, according to Father Atto, was carrying about 50 students who are now pouring into hospitals for the treatments. Among the first 10 students transported to the hospital in Erbil a boy and a girl appear by now in serious condition for head injuries. The Christian population of Erbil and nearby villages is going to the hospital to have news and to donate blood.

Urgente: Attaccati tre autobus che trasportavano studenti verso Mosul. Decine di feriti

By Baghdadhope*


Sono decine i ragazzi e le ragazze cristiani che stanno arrivando negli ospedali di Erbil.

Questa mattina, ha riferito a Baghdadhope Padre Rayan Atto da Erbil, il convoglio di autobus che ogni mattina porta gli studenti universitari da Qaraqosh, un villaggio quasi interamente cristiano, all'università di Mosul, è stato attaccato subito dopo aver lasciato il villaggio ed aver superato il primo check point delle forze irachene.

Un'autobomba parcheggiata sul ciglio della strada è esplosa proprio al passaggio dei mezzi, tre dei quali sono stati colpiti. Ogni autobus, secondo Padre Atto, trasportava circa 50 studenti che ora stanno affluendo negli ospedali per le cure del caso. Tra i primi 10 trasportati all'ospedale di Erbil un raggazzo ed una ragazza appaiono per ora in gravi condizioni per ferite alla testa. La popolazione cristiana di Erbil e dei centri vicni si sta recando verso l'ospedale per avere notizie e per donare sangue.