By AgenSIR - Patriarcato caldeo
Undici anni dopo il tragico attacco ai cristiani da parte dello Stato Islamico (Isis), “l’ansia dei cristiani e l’ossessione per la migrazione continuano a crescere, in assenza di misure efficaci per proteggere i loro diritti, la loro sicurezza e i loro servizi”.
La denuncia è del patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, che, in un messaggio diffuso dal Patriarcato caldeo, ricorda la data del 6 agosto del 2014 quando i miliziani dello Stato Islamico dilagarono nella Piana di Ninive, costringendo i 120mila cristiani che l’abitavano a fuggire verso il Kurdistan iracheno.
Da lì in poi si susseguirono saccheggi e incendi delle proprietà cristiane, di case e chiese.
A distanza di anni, nonostante estorsioni, molestie, intimidazioni e discriminazioni a livello politico e di lavoro, che subiscono da parte di milizie attive nella Piana di Ninive, rimarca il cardinale, “i cristiani restano saldi nella loro fede.
La lettera rossa ‘N’ (ن), Nazareni, sulle porte delle loro case resta impressa nella loro memoria, ispirandoli a rifiutare l’ingiustizia e a testimoniare Cristo con fedeltà”. Mar Sako lancia un appello al Governo iracheno “affinché si assuma la responsabilità di proteggere la popolazione cristiana autoctona e di tutelarne i diritti. Questa causa è una necessità umanitaria e un imperativo nazionale, per cui la salvaguardia delle libertà e dei diritti dei cristiani e delle altre minoranze non deve essere determinata solo da considerazioni demografiche, ma da misure giuste ed eque”.
Il patriarca caldeo ribadisce che i cristiani “sono abitanti originari di queste terre, incarnano una ricca cultura e un ricco patrimonio; rimangono fedeli alla loro patria; hanno svolto un ruolo essenziale nella vita della Nazione irachena nei campi dell’istruzione, della cultura, della medicina e dei servizi sociali; e possono ancora contribuire alla rinascita e al progresso dell’Iraq”. “La comunità cristiana – conclude – merita sicurezza e giustizia per garantire la sua continua presenza sulla propria terra e una pacifica convivenza nella tolleranza, nel rispetto e nell’armonia”.
Undici anni dopo il tragico attacco ai cristiani da parte dello Stato Islamico (Isis), “l’ansia dei cristiani e l’ossessione per la migrazione continuano a crescere, in assenza di misure efficaci per proteggere i loro diritti, la loro sicurezza e i loro servizi”.
La denuncia è del patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, che, in un messaggio diffuso dal Patriarcato caldeo, ricorda la data del 6 agosto del 2014 quando i miliziani dello Stato Islamico dilagarono nella Piana di Ninive, costringendo i 120mila cristiani che l’abitavano a fuggire verso il Kurdistan iracheno.
Da lì in poi si susseguirono saccheggi e incendi delle proprietà cristiane, di case e chiese.
A distanza di anni, nonostante estorsioni, molestie, intimidazioni e discriminazioni a livello politico e di lavoro, che subiscono da parte di milizie attive nella Piana di Ninive, rimarca il cardinale, “i cristiani restano saldi nella loro fede.
La lettera rossa ‘N’ (ن), Nazareni, sulle porte delle loro case resta impressa nella loro memoria, ispirandoli a rifiutare l’ingiustizia e a testimoniare Cristo con fedeltà”. Mar Sako lancia un appello al Governo iracheno “affinché si assuma la responsabilità di proteggere la popolazione cristiana autoctona e di tutelarne i diritti. Questa causa è una necessità umanitaria e un imperativo nazionale, per cui la salvaguardia delle libertà e dei diritti dei cristiani e delle altre minoranze non deve essere determinata solo da considerazioni demografiche, ma da misure giuste ed eque”.
Il patriarca caldeo ribadisce che i cristiani “sono abitanti originari di queste terre, incarnano una ricca cultura e un ricco patrimonio; rimangono fedeli alla loro patria; hanno svolto un ruolo essenziale nella vita della Nazione irachena nei campi dell’istruzione, della cultura, della medicina e dei servizi sociali; e possono ancora contribuire alla rinascita e al progresso dell’Iraq”. “La comunità cristiana – conclude – merita sicurezza e giustizia per garantire la sua continua presenza sulla propria terra e una pacifica convivenza nella tolleranza, nel rispetto e nell’armonia”.