"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

14 aprile 2021

Il governo della Regione autonoma istituisce un Comitato per contrastare espropri illegali di proprietà nel Kurdistan iracheno


Il governo della regione autonoma del Kurdistan iracheno ha disposto la creazione di un Comitato incaricato di contrastare il fenomeno di espropri illegali di beni immobiliari – appartenenti a case e terreni appartenenti per lo più a membri di comunità etniche e di fede minoritarie, a partire dai cristiani. Il Comitato sarà composto da rappresentanti di vari ministeri e istituzioni, compresa la Presidenza del Parlamento e il Consiglio giudiziario supremo. Il Comitato sarà presieduto da Diya Butros Sliwa, Presidente della Commissione indipendente per i diritti umani, che di recente aveva presentato al Governo della Regione autonoma un memorandum sull’urgenza di affrontare il problema delle proprietà sottratte illegalmente a cristiani e a altri gruppi minoritari presenti nel Kurdistan iracheno, e sulla necessità di proteggere i diritti dei proprietari a norma di legge.
La disposizione di istituire un Comitato governativo ad hoc incaricato verificare e frenare i sistematici espropri illegali subiti negli ultimi anni da proprietari cristiani nel Kurdistan iracheno e soprattutto nel governatorato di Dohuk è maturata a partire dalle sollecitazioni provenienti dalla Commissione indipendente di Butros Sliwa e ha preso il via a partire da un input arrivato nell’agosto 2020 dal Governo della Regione autonoma: La commissione istruttoria dovrà raccogliere documentazione, ascoltando anche le istanze e le giustificazioni delle parti coinvolte per tracciare una vera e propria mappatura delle proprietà dei cristiani fatte oggetto di esproprio abusivo negli anni in cui tutta l’area nord-irachena viveva la drammatica esperienza connessa alle conquiste delle milizie jihadiste di Daesh e alla creazione dell’auto-proclamato Stato Islamico.
Gli espropri su vasta scala di terreni e beni immobiliari appartenenti a famiglie cristiane sire, assire e caldee della regione del Kurdistan iracheno, come riferito dalla Agenzia Fides furono denunciati con particolare veemenza nel 2016. Secondo le denunce presentate, gli espropri illegali venivano messi in atto da concittadini curdi, che operavano singolarmente o in maniera coordinata con altri membri del proprio clan tribale. Già a quel tempo il dottor Michael Benjamin, direttore del Centro Studi Ninive, riferiva che nel solo governatorato di Dohuk esisteva una lista di 56 villaggi in cui l'area di terreno sottratto illegalmente a famiglie cristiane era pari a 47.000 acri. Il 13 aprile 2016, alcune centinaia di cristiani siri, caldei e assiri, provenienti dalla regione di Nahla (Governatorato di Dohuk) avevano organizzato una manifestazione davanti al Parlamento della Regione autonoma del Kurdistan iracheno per protestare contro le espropriazioni illegali dei propri beni immobiliari subite negli anni precedenti ad opera di influenti notabili curdi, già più volte denunciate senza esito presso i tribunali competenti. Negli ultimi anni, gli espropri illegali hanno preso di mira in maggior parte terre e case appartenenti a cristiani che hanno lasciato l'area soprattutto a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, per sfuggire ai conflitti regionali e alle violenze settarie e tribali esplose con maggior virulenza dopo gli interventi militari delle coalizioni internazionali.
Intanto nei giorni scorsi organi di stampa iracheni hanno reso noti i contenuti di una lettera indirizzata da Papa Francesco a Nechirvan Barzani, Presidente della Regione del Kurdistan iracheno. La lettera, che porta la data del 15 marzo, è stata consegnata nei giorni scorsi allo stesso Barzani dall’Arcivescovo Mitja Leskovar, Nunzio apostolico in Iraq. Nella missiva il Papa fa riferimento al suo recente viaggio in terra irachena (5-8 maggio) e ringrazia l'Iraq e la Regione del Kurdistan per aver valorizzato “le diversità religiose, culturali ed etniche”. Nella lettera, tra le altre cose, il Papa ha espresso la sua gratitudine per la calorosa accoglienza ricevuta "a Vostra Eccellenza, a tutte le autorità con voi, e a tutto il popolo iracheno, in particolare all'amato popolo curdo”. Papa Francesco ha ringraziato il Presidente Barzani per aver partecipato alla messa domenicale al Franso Hariri Stadium di Erbil, partecipazione “che dimostra in voi lo spirito di tolleranza, armonia, fratellanza e umanità".