By AgenSIR
“È una strage”. Così il patriarca di Babilonia dei Caldei, parroco a Mosul dal 1997 al 2002, Louis Raphaël Sako, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, ha commentato l’inchiesta dell’Associated Press che ha rivelato il tributo di sangue pagato dagli abitanti della città nord-irachena di Mosul con 9-11mila civili morti per la liberazione dall’Isis.
L’agenzia internazionale ha incrociato i conteggi delle vittime di becchini, addetti all’obitorio cittadino, volontari impegnati a recuperare i cadaveri nelle strade e sotto le macerie dei bombardamenti. Nei nove mesi, da ottobre 2016 ad agosto scorso, necessari per liberare Mosul, 3200 civili sono morti sotto le bombe e i colpi di mortaio della coalizione a guida Usa, che ha riconosciuto la responsabilità per solo 326 vittime. Altre 3mila circa sono state trucidate dall’Isis. Mentre di ulteriori 4000 donne, uomini e bambini, uccisi nei quartieri martellati da tutti gli attori in guerra, non è stato possibile stabilire la responsabilità.
“È una cosa terribile – ha
proseguito il patriarca – abbiamo seguito questi bombardamenti per la
liberazione di Mosul. La responsabilità è di tutti. Quando c’è una
guerra non c’è morale. La prima grande responsabilità è del movimento
terrorista Isis, che ha un’ideologia terribile, cieca, ma anche di chi è
stato dietro all’Isis, chi l’ha finanziato e fatto entrare nelle città a
cacciare la gente. Qui ci sono 3 milioni di rifugiati. La verità è
chiara, bisogna solo aprire gli occhi. Tutti sanno la verità”.