By Avvenire
Luca Geronico
Luca Geronico
25 ottobre 2017
Per ritornare nel piccolo villaggio devastato dai terroristi del
Daesh servono due pozzi di acqua potabile alla piccola comunità
cristiana di Manghesh, diocesi di Duhok. E un primo pozzo nel villaggio a
Nord del Kurdistan iracheno, a breve, sarà costruito grazie alla Fondazione San Michele Arcangelo,
che lo scorso 24 settembre, giorno della Festa della Gendarmeria
vaticana, durante la celebrazione eucaristica ha offerto il progetto a
papa Francesco. Un modo, anche questo, di essere «forti nel servizio»,
come ha chiesto ai suoi gendarmi dallo stesso papa Bergoglio. Il
progetto e il relativo finanziamento di 15mila euro è stato approvato
dal cardinale Giuseppe Bertello, presidente della Fondazione San Michele
Arcangelo e dal comandate della Gendarmeria vaticana Domenico Giani,
vice-presidente della Fondazione.
La Fondazione, ente caritativo
della Gendarmeria vaticana, ha così risposto all'appello lanciato
qualche mese fa dalla Fondazione Santina onlus presieduta da monsignor Luigi Ginami,
dopo un viaggio del sacerdote la scorsa primavera nel Nord Iraq. Il
pozzo sarà costruito su un terreno della parrocchia e tutti i documenti
necessari «sono stati firmati ed accettati dalle autorità locali. Adesso
bisogna portali al governatore della nostra regione. Una volta firmati
da questo, poi li porteremo al prefetto della Provincia di Duhok. Appena
ricevuto il suo permesso, subito inizieremo i lavori», scrive alla
Fondazione Santina il parroco di Mangesh, padre Yoshia Sana.