By SIR
“Ovunque voi siate non dimenticate la vostra identità caldea,
abbracciate la lingua e l’eredità dei vostri padri nelle nuove società
che offrono apertura, rinnovamento, vita e nuove opportunità di sostegno
e cooperazione”. È l’appello che i membri del Sinodo caldeo lanciano ai
fedeli caldei sparsi nel mondo al termine della loro annuale
convocazione che si è chiusa ieri a Roma. Nel comunicato finale, “da
leggere in tutti i monasteri e chiese caldei”, il Sinodo, presieduto dal
patriarca di Baghdad, Louis Raphael I Sako, ribadisce che “nonostante
tutti i tipi di persecuzione che abbiamo sperimentato nella nostra
storia, abbiamo perseverato e mantenuto la fede e la speranza nei nostri
cuori e la forza della nostra affiliazione alla Chiesa e alla nostra
famiglia in uno spirito di solidarietà, di responsabilità, di sacrificio
e di amore reciproco”.
Nel testo si riferisce anche dell’udienza avuta con Papa Francesco (5 ottobre) che “prega ogni giorno e lavora per costruire pace e stabilità nel nostro Paese e nel mondo. Uniamo le nostre preghiere alla sua chiedendo al Signore Gesù Cristo di rendere la nostra Chiesa uno strumento di pace, un costruttore di ponti di riconciliazione. Vi chiediamo, infine, di pregare per noi perché possiamo servire in generosità, umiltà e saggezza”. Durante il Sinodo sono state affrontate questioni di primaria importanza per la Chiesa caldea, tra cui le migrazioni forzate dei cristiani, la ricostruzione dei villaggi, il ritorno degli sfollati, il diritto particolare della Chiesa, la questione liturgica e la pastorale vocazionale.
Nel testo si riferisce anche dell’udienza avuta con Papa Francesco (5 ottobre) che “prega ogni giorno e lavora per costruire pace e stabilità nel nostro Paese e nel mondo. Uniamo le nostre preghiere alla sua chiedendo al Signore Gesù Cristo di rendere la nostra Chiesa uno strumento di pace, un costruttore di ponti di riconciliazione. Vi chiediamo, infine, di pregare per noi perché possiamo servire in generosità, umiltà e saggezza”. Durante il Sinodo sono state affrontate questioni di primaria importanza per la Chiesa caldea, tra cui le migrazioni forzate dei cristiani, la ricostruzione dei villaggi, il ritorno degli sfollati, il diritto particolare della Chiesa, la questione liturgica e la pastorale vocazionale.