By Radiovaticana
In Iraq la sconfitta delle milizie jihadiste del sedicente stato islamico non sembra ancora assicurare una stabile cornice di pace. Il futuro delle comunità cristiane, in particolare, è minacciato da varie incognite. La Piana di Ninive, dove molti cristiani sono tornati negli ultimi mesi, è al centro di forti tensioni tra l’esecutivo di Baghdad e il governo indipendentista del Kurdistan. Il patriarca caldeo Louis Raphael Sako, in un appello alla nazione consegnato al presidente della Repubblica Fuad Masum, sottolinea che la priorità è “proteggere le persone prima ancora dei pozzi petroliferi”.
situazione dei cristiani in Iraq, si sofferma, al microfono di Fabio Colagrande, il sacerdote iracheno, padre Benham Benoka, raggiunto telefonicamente ad Ankawa, nel Kurdistan iracheno:
Non solo i cristiani di Ankawa, ma soprattutto quelli che vivono nella Piana di Ninive si sentono molto in pericolo, soprattutto in questa situazione, in cui un esercito prende il posto di un altro esercito.
In Iraq la sconfitta delle milizie jihadiste del sedicente stato islamico non sembra ancora assicurare una stabile cornice di pace. Il futuro delle comunità cristiane, in particolare, è minacciato da varie incognite. La Piana di Ninive, dove molti cristiani sono tornati negli ultimi mesi, è al centro di forti tensioni tra l’esecutivo di Baghdad e il governo indipendentista del Kurdistan. Il patriarca caldeo Louis Raphael Sako, in un appello alla nazione consegnato al presidente della Repubblica Fuad Masum, sottolinea che la priorità è “proteggere le persone prima ancora dei pozzi petroliferi”.
situazione dei cristiani in Iraq, si sofferma, al microfono di Fabio Colagrande, il sacerdote iracheno, padre Benham Benoka, raggiunto telefonicamente ad Ankawa, nel Kurdistan iracheno:
Non solo i cristiani di Ankawa, ma soprattutto quelli che vivono nella Piana di Ninive si sentono molto in pericolo, soprattutto in questa situazione, in cui un esercito prende il posto di un altro esercito.
Il patriarca caldeo Sako ha lanciato, nei giorni scorsi, un
appello rivolto al governo di Bagdad ed ha chiesto che si ricordi sempre
che il popolo viene prima dei pozzi petroliferi. Quindi ha detto: “No
ai nuovi conflitti. I leader iracheni cooperino tra loro per
evitarli”...
Il patriarca caldeo cerca di proteggere tutti gli iracheni e
l’unità del Paese, ma anche e soprattutto i cristiani che sono i più
deboli fra gli indifesi in questo Paese. I cristiani non sopportano più
un minimo conflitto tra Bagdad e il Kurdistan o altre parti sui loro
territori. Ora i cristiani sono veramente in grave pericolo; ogni conflitto può definitivamente svuotare l’Iraq dei cristiani.
Qual è la situazione della comunità cristiana di cui lei si
occupa ad Ankawa? Si tratta di persone che avevano le loro abitazioni
nella parte centrale dell’Iraq e che non sono potute rientrare ancora
nelle loro case?
I cristiani cercano di tornare nelle loro case, però hanno
bisogno di aiuti che li sostengano a continuare la loro esistenza nella
Piana di Ninive. Molti cristiani sono tornati nelle loro case, ma
bisogna chiedersi in che condizione si trovano le loro case. Le case sono ancora bruciate, molte sono distrutte. All’interno delle città i cristiani della Piana di Ninive si trovano come i rifugiati.
Alcuni cristiani sono rimasti ad Ankawa?
Sì, alcuni sono rimasti, ma sono pochi rispetto a quelli che sono tornati.
E lei potrà tornare a Mosul? È già tornato?
A Mosul la situazione è ancora gravissima. La
questione non riguarda lo stato islamico. La gente non torna a Mosul a
causa dell’ideologia che ha devastato la cultura della gente di Mosul.
In alcuni casi, i cristiani si sono sentiti minacciati quando sono
tornati nella città appena liberata.