By Fides
I cristiani rappresentano una “componente originaria” dell'Iraq, come testimoniano i monasteri antichissimi sparsi in tutto il territorio nazionale. E i gruppi jihadisti, come il Daesh, si sono accaniti non solo contro di loro, ma anche contro le popolazioni musulmane, come testimoniano le vittime islamiche – anche sunnite - e le moschee distrutte del Califfato Islamico a Mosul. Così il Presidente iracheno Fouad Masum, di etnia curda, ha definito la condizione dei cristiani nell'Iraq del tempo presente, minacciato dalle derive settarie e impegnato nel conflitto con il sedicente Stato Islamico istallatosi a Mosul dal giugno 2014.
Le dichiarazioni del Presidente iracheno sono state pronunciate in Egitto, durante l'incontro tra Masum e il Patriarca copto ortodosso Tawadros II. Il Presidente iracheno ha anche rivendicato il ruolo attivo giocato dalle istituzioni governative nella difesa dei cristiani e delle altre componenti nazionali dalla violenza dei gruppi estremisti, negando ogni tipo di discriminazione su base confessionale all'interno degli organismi pubblici.
All'inizio di febbraio (vedi Fides 9/2/2016), il Patriarca caldeo Louis Raphael I aveva rivolto un accorato appello alle autorità governative e ai leader politici e religiosi per denunciare le perduranti discriminazioni giuridiche e le prepotenze di carattere settario subite dai cristiani. "Noi" scriveva il Patriarca nell'appello, pervenuto all'Agenzia Fides, “ci siamo incontrati con gli ufficiali del governo, e abbiamo visitato alcune delle autorità religiose islamiche per parlare di ciò che abbiamo in comune, riguardo alle nostre fedi e alla vita che condividiamo in questa terra. Durante questi incontri, noi abbiamo assicurato di essere leali all'Iraq, che è la nostra Patria, e di non cercare vendette ma piuttosto di voler vivere in pace con tutti gli iracheni. Purtroppo, nessuna delle loro promesse è diventata realtà”.
Le dichiarazioni del Presidente iracheno sono state pronunciate in Egitto, durante l'incontro tra Masum e il Patriarca copto ortodosso Tawadros II. Il Presidente iracheno ha anche rivendicato il ruolo attivo giocato dalle istituzioni governative nella difesa dei cristiani e delle altre componenti nazionali dalla violenza dei gruppi estremisti, negando ogni tipo di discriminazione su base confessionale all'interno degli organismi pubblici.
All'inizio di febbraio (vedi Fides 9/2/2016), il Patriarca caldeo Louis Raphael I aveva rivolto un accorato appello alle autorità governative e ai leader politici e religiosi per denunciare le perduranti discriminazioni giuridiche e le prepotenze di carattere settario subite dai cristiani. "Noi" scriveva il Patriarca nell'appello, pervenuto all'Agenzia Fides, “ci siamo incontrati con gli ufficiali del governo, e abbiamo visitato alcune delle autorità religiose islamiche per parlare di ciò che abbiamo in comune, riguardo alle nostre fedi e alla vita che condividiamo in questa terra. Durante questi incontri, noi abbiamo assicurato di essere leali all'Iraq, che è la nostra Patria, e di non cercare vendette ma piuttosto di voler vivere in pace con tutti gli iracheni. Purtroppo, nessuna delle loro promesse è diventata realtà”.