By Asia News
by Joseph Mahmoud
Cristiani e musulmani irakeni giudicano un "evento storico" la visita del card Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, alla grande moschea di Kirkuk. Il porporato vaticano ha incontrato i leader islamici della città, poi è stato ricevuto dal governatore Najm Alddin Karim che, nell'occasione, ha confermato che il 25 dicembre, giorno di Natale, sarà "festa civile e giorno di vacanza per tutti". Intanto l'esecutivo a Baghdad ha ordinato il blocco alla diffusione del canale televisivo egiziano Al Baghdadia, dopo la fatwa lanciata nei giorni scorsi dall'ayatollah sciita Ahmad Al Hassani Al Baghdadi contro i cristiani. In Iraq è calato il silenzio sulle parole del leader radicale, che nessuno ha voluto commentare; tuttavia, una fonte del governo ha confermato che il capo islamista "non è una persona gradita" ed è "bandito" dal Paese.
Nella "storica visita" del 16 dicembre alla grande moschea di Kirkuk il card Leonardo Sandri, il nunzio apostolico in Iraq mons. Giorgio Lingua e l'arcivescovo mons. Louis Sako hanno incontrato le più alte personalità musulmane della città. L'evento si è celebrato al termine della preghiera pomeridiana, alla presenza delle massime cariche dell'islam sciita e sunnita, assieme a moltissimi fedeli. Ieri il porporato ha visitato la città di Erbil, nel Kurdistan irakeno, ultima tappa del viaggio prima del rientro a Roma.
Ahmad Hamid Amin, imam della moschea, ha salutato "con amicizia" il cardinale, giudicando la visita "un evento storico" che segna la vita di Kirkuk, governatorato nel nord dell'Iraq al centro di un'aspra contesa per lo sfruttamento di gas naturale e petrolio. È un grande onore avere fra noi, ha sottolineato il leader sunnita, "l'inviato (Saydna) del Papa"; egli ha poi apprezzato "la presenza cristiana", perché "siamo fratelli e sorelle, senza differenza e dobbiamo vivere in armonia". Infine, egli ha pregato il card Sandri di "trasmettere al Papa i più sinceri e distinti auguri di Natale". L'imam sciita Abbas Fadhil Abbas ha parlato dei cristiani come "fiori, e un giardino senza fiori non è un giardino". Gli fa eco il leader sunnita schekh Ali Alkhalidi, che avanza un parallelo con "la visita di una delegazione cristiana a Maometto a Medina", auspicando al contempo la "moltiplicazione" di queste iniziative che "aiutano il cammino di dialogo".
Il card Sandri ha più volte ringraziato "tutti" per questo "caloroso ricevimento"; il porporato sottolinea che "la pace è un progetto" al quale devono collaborare "cristiani e musulmani", perché "senza pace non c'è civiltà né progresso". "Noi tutti, cristiani e musulmani - ha aggiunto il prefetto vaticano - dobbiamo collaborare per stabilire la pace e il rispetto dei diritti di tutti. In questo senso è fondamentale l'opera dei cristiani irakeni, che "devono rimanere nel Paese" e vivere "in piena dignità".
Gli interventi dei leader religiosi sono stati diffusi attraverso gli altoparlanti del minareto e tradotti in arabo, affinché tutto il quartiere potesse ascoltare. Al termine della visita, il cardinale ha presieduto la messa in cattedrale secondo il rito caldeo, alla presenza di fedeli e autorità. Durante la funzione ha preso la parola anche mons. Sako, che ha sottolineato l'appartenenza dei cristiani alla "amata terra di Abramo, colui che ebbe speranza contro ogni speranza". Ed è questo elemento, aggiunge il prelato, che "ci spinge ad andare avanti e rimanere nella terra dei padri". La visita del card Sandri, ha concluso, "ci ha fatto sentire parte viva della chiesa universale".
Nella "storica visita" del 16 dicembre alla grande moschea di Kirkuk il card Leonardo Sandri, il nunzio apostolico in Iraq mons. Giorgio Lingua e l'arcivescovo mons. Louis Sako hanno incontrato le più alte personalità musulmane della città. L'evento si è celebrato al termine della preghiera pomeridiana, alla presenza delle massime cariche dell'islam sciita e sunnita, assieme a moltissimi fedeli. Ieri il porporato ha visitato la città di Erbil, nel Kurdistan irakeno, ultima tappa del viaggio prima del rientro a Roma.
Ahmad Hamid Amin, imam della moschea, ha salutato "con amicizia" il cardinale, giudicando la visita "un evento storico" che segna la vita di Kirkuk, governatorato nel nord dell'Iraq al centro di un'aspra contesa per lo sfruttamento di gas naturale e petrolio. È un grande onore avere fra noi, ha sottolineato il leader sunnita, "l'inviato (Saydna) del Papa"; egli ha poi apprezzato "la presenza cristiana", perché "siamo fratelli e sorelle, senza differenza e dobbiamo vivere in armonia". Infine, egli ha pregato il card Sandri di "trasmettere al Papa i più sinceri e distinti auguri di Natale". L'imam sciita Abbas Fadhil Abbas ha parlato dei cristiani come "fiori, e un giardino senza fiori non è un giardino". Gli fa eco il leader sunnita schekh Ali Alkhalidi, che avanza un parallelo con "la visita di una delegazione cristiana a Maometto a Medina", auspicando al contempo la "moltiplicazione" di queste iniziative che "aiutano il cammino di dialogo".
Il card Sandri ha più volte ringraziato "tutti" per questo "caloroso ricevimento"; il porporato sottolinea che "la pace è un progetto" al quale devono collaborare "cristiani e musulmani", perché "senza pace non c'è civiltà né progresso". "Noi tutti, cristiani e musulmani - ha aggiunto il prefetto vaticano - dobbiamo collaborare per stabilire la pace e il rispetto dei diritti di tutti. In questo senso è fondamentale l'opera dei cristiani irakeni, che "devono rimanere nel Paese" e vivere "in piena dignità".
Gli interventi dei leader religiosi sono stati diffusi attraverso gli altoparlanti del minareto e tradotti in arabo, affinché tutto il quartiere potesse ascoltare. Al termine della visita, il cardinale ha presieduto la messa in cattedrale secondo il rito caldeo, alla presenza di fedeli e autorità. Durante la funzione ha preso la parola anche mons. Sako, che ha sottolineato l'appartenenza dei cristiani alla "amata terra di Abramo, colui che ebbe speranza contro ogni speranza". Ed è questo elemento, aggiunge il prelato, che "ci spinge ad andare avanti e rimanere nella terra dei padri". La visita del card Sandri, ha concluso, "ci ha fatto sentire parte viva della chiesa universale".