By Asianews 8 giugno 2010
Nuovo omicidio mirato contro la comunità cristiana a Kirkuk, nel nord dell’Iraq. Ieri sera è stato assassinato a colpi di arma da fuoco un commerciante di 34 anni. Fonti locali riferiscono ad AsiaNews che “i cristiani sono ancora una volta obiettivo” di attacchi mirati e nella città si respira “un clima di insicurezza”.
Nuovo omicidio mirato contro la comunità cristiana a Kirkuk, nel nord dell’Iraq. Ieri sera è stato assassinato a colpi di arma da fuoco un commerciante di 34 anni. Fonti locali riferiscono ad AsiaNews che “i cristiani sono ancora una volta obiettivo” di attacchi mirati e nella città si respira “un clima di insicurezza”.
Un testimone oculare racconta che “alle 9 di ieri sera è stato ucciso davanti la sua abitazione Hani Salim Wadi'”.
L’uomo era nato nel 1976, aggiunge la fonte di AsiaNews, era sposato e padre di una bambina. La vittima, un commerciante, era proprietaria di un negozio di telefonini in centro città. Al momento non sono chiare le motivazioni alla base dell’omicidio, ma i fedeli temono una nuova spirale di violenze contro la comunità. “Noi cristiani – denuncia la fonte – siamo ancora una volta obiettivo di attacchi”.
L’uomo era nato nel 1976, aggiunge la fonte di AsiaNews, era sposato e padre di una bambina. La vittima, un commerciante, era proprietaria di un negozio di telefonini in centro città. Al momento non sono chiare le motivazioni alla base dell’omicidio, ma i fedeli temono una nuova spirale di violenze contro la comunità. “Noi cristiani – denuncia la fonte – siamo ancora una volta obiettivo di attacchi”.
Il nord dell’Iraq – in particolare Mosul e Kirkuk – è da tempo teatro di attacchi mirati contro la comunità cristiana, al centro di una lotta di potere fra arabi, curdi e turcomanni. Da tempo i fedeli parlano di una persecuzione che prosegue nell’indifferenza generale. I cristiani sono convinti che “non si tratta di criminali normali” e che dietro agli attacchi ci sono “precisi piani politici”: la creazione di un’enclave cristiana nella piana di Ninive e il governo, centrale e provinciale, “non fa nulla per contrastarla”.