"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

16 giugno 2010

Giordania, Avsi-Caritas e Dgcs sostengono i profughi iracheni


Scolarizzazione per 160 bambini tra i sei e i 16 anni, corsi di formazione professionale per 95 adulti e assistenza sanitaria a più di 1.600 persone: questi i risultati dell’intervento “Sostegno alle condizioni di vita degli ospiti iracheni più vulnerabili nella regione di Zarqa e Irbid” svolto da Avsi in collaborazione con Caritas Giordania e con fondi di emergenza della direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina. AVSI, presente in Giordania dal 2002 con il sostegno a distanza (circa 360 bambini sostenuti) e dal 2003 con un progetto a sostegno dei disabili attraverso l’uso di nuove tecnologie svolto in collaborazione con Undp (il fondo per lo sviluppo delle nazioni Unite), ha voluto tentare questa nuova esperienza con i profughi iracheni sotto la spinta della Cooperazione italiana. Si stima che gli iracheni in Giordania siano circa 350 mila e non sono riconosciuti come profughi dal governo di Amman. Questo fatto ha comportato, e comporta tuttora, problemi non trascurabili: fino a due anni fa i bambini iracheni non potevano nemmeno essere iscritti alle scuole pubbliche giordane e di conseguenza sono rimasti indietro nei curricula scolastici.
A complicare la situazione c’è poi il fatto che molte famiglie irachene hanno abbandonato il proprio paese ritrovandosi d’un tratto da una situazione di relativo benessere ad una di totale insicurezza economica e lavorativa. Gli iracheni in Giordania, infatti, non possono lavorare regolarmente se non hanno un permesso di soggiorno, e non possono avere un permesso di soggiorno se non hanno un lavoro. Molti giovani hanno persino conseguito una laurea in Iraq, che però ora rimane non spendibile. “Il progetto ha voluto affrontare proprio queste difficoltà. L’ottima collaborazione con l’ufficio della Cooperazione Italiana di Amman - afferma Simon Suweis, rappresentante di Avsi in Giordania – ha permesso di approfondire i rapporti di Avsi con le organizzazioni presenti sul territorio nonché con le agenzie internazionali, come Unicef (l’agenzia Onu per i bambini) e Unhcr (l’Alto commissariato per i rifugiati), e con il governo giordano permettendo una buona riuscita dell’intervento”.
Alcune storie di successo testimoniano l’importanza del progetto e raccontano di come bambini in difficoltà siano riusciti, proprio grazie a questo intervento, a superare gli ostacoli, non solo scolastici, ma anche comportamentali. Alcuni di loro hanno vissuto le atrocità della guerra o della persecuzione, ma grazie al progetto hanno riacquistato fiducia in se stessi. Il miglioramento di questi ragazzi è dato dalla dedizione e dall’attenzione che insegnati e personale Avsi rivolgono loro, proprio come si comprende leggendo la storia di Hussein, uno studente di terza elementare presso la St. Joseph School di Zarqa. Ragazzo testardo e talvolta aggressivo, non rispettava gli altri compagni e nemmeno riusciva a comunicare con qualcuno. La vicinanza e l’attenzione dedicatagli dagli insegnanti e dal personale implicato nelle attività del doposcuola sono state decisive. Le insegnanti preparavano lezioni che lo coinvolgessero il più possibile, trattando di argomenti che lo interessassero, mentre i volontari della Caritas lo hanno seguito con particolare attenzione durante le giornate ricreative fuori porta.
Con il passare del tempo, Hussein ha cominciato a cambiare atteggiamento, è diventato più rispettoso e comunicativo, partecipando alle lezioni o facendo i compiti. Da questa vicenda anche gli stessi insegnanti hanno imparato molto: sono rimasti colpiti dai cambiamenti di Hussein e dalla scoperta del suo bisogno di potersi raccontare e condividere le difficoltà vissute in Iraq. Il programma di Avsi in collaborazione con Caritas Giordania ha coinvolto l’intera famiglia irachena cercando di essere il più possibile completo, partendo da un programma di educazione: un mese di scuola estiva con attività ricreative e giochi, e quattro mesi di doposcuola, corsi di recupero di matematica, arabo, inglese, e attività culturali nelle scuole del Patriarcato Latino di Zarqa e Hoson. Le attività del doposcuola a Zarqua, ad esempio, hanno contribuito ad un cambiamento che ha coinvolto studenti, insegnati e anche genitori. Hind Asad, una ragazza irachena di 14 anni, non sapeva né leggere né scrivere quando ha cominciato il corso. La ragazza è stata seguita per questi due mesi dall’insegnante Najla’, che scoprendo la sua passione per il disegno, l’ha aiutata a migliorare il suo livello di istruzione permettendole di frequentare la quinta elementare, la classe successiva. In più, viste le difficoltà con i propri genitori, Hind ha chiesto alla stessa insegnante di incontrarli e parlare con loro così da far loro capire l’importanza dell’educazione.
Il programma per gli adulti prevedeva, invece, l’attivazione di quattro corsi di formazione professionale presso quattro diversi centri di formazione: disegno grafico, cucito e cultura generale, manutenzione di computer, manutenzione generale, come carpenteria, meccanica, idraulica, muratura. Infine sono state effettuate visite mediche, dentistiche, cure di emergenza, consegnati medicinali alle famiglie irachene più bisognose grazie al supporto e all’esperienza di Caritas che ha cliniche in tutta la Giordania e collabora con gli ospedali locali. Al termine del progetto sono state organizzate due feste conclusive, una a Hoson ed una a Zarqa, alle quali sono stati invitati alcuni beneficiari, bambini, giovani e familiari, e diverse autorità. Ad Hoson il responsabile dell’ufficio di Amman della Cooperazione Italiana, Amjad Yaqaba ha consegnato i certificati di frequenza agli insegnanti e alle 20 donne che hanno seguito il corso di formazione di cucito. Alla cerimonia conclusiva di Zarqa, oltre al personale dell’ufficio della Cooperazione Italiana, era presente l’ambasciatore italiano in Giordania, Francesco Fransoni, che dopo aver ascoltato i canti e le poesie preparati dai bambini, ha elogiato Avsi e Caritas per il lavoro svolto e ha consegnato i certificati di frequenza. Alla stessa cerimonia erano presenti anche rappresentanti dell’Unhcr, dell’Unicef e il segretario generale del ministero dello Sviluppo sociale di Amman.
Al momento Avsi sta cominciando un nuovo intervento simile, a supporto dei rifugiati iracheni di fede cristiana in altre zone della Giordania (downtown di Amman e dintorni). L’iniziativa è finanziata dal Pontificio consiglio Vaticano Cor Unum e affronterà le stesse tematiche di educazione, formazione professionale e assistenza sanitaria sviluppando e approfondendo l’esperienza acquisita e puntando soprattutto sull’educazione della persona, su attività generatrici di reddito per le famiglie e sulla riscoperta del cristianesimo tra i popoli del Medio Oriente, per favorire la pace e il dialogo.