Il 2 giugno scorso si è concluso l’anno accademico del Babel College, l’unica sede universitaria per lo studio della teologia cristiana in Iraq. La cerimonia, svoltasi nel monastero del Patriarcato caldeo dedicato ai santi Addai e Mari ad Ankawa, ha visto la partecipazione di centinaia di persone.
90 erano gli studenti provenienti dal centro e dal nord dell’Iraq. 85 tra loro hanno conseguito il diploma con cui termina il ciclo di studi dell’Istituto di Scienze Religiose mentre 5 il baccalaureato in filosofia e teologia. Tre questi ultimi 3 provengono dal seminario patriarcale caldeo di San Pietro con sede ad Ankawa e saranno ordinati sacerdoti entro l’anno: Hirmiz B. Hirmiz (Baghdad), Lusian A. (Mosul), Yousif Y. Yousif (Duhok).
Alla cerimonia, durante la quale sono stati consegnati anche i diplomi dell’Università Urbaniana di Roma cui il Babel College è affiliato agli studenti dell’anno accademico 2008-2009, hanno partecipato Mons. Jacques Isaac, vicario patriarcale caldeo per gli affari culturali e rettore del Babel College, Mons. Emil Nona e Mons. George Alqas Musa, rispettivamente vescovo caldeo e siro cattolico di Mosul ed il neo nominato vescovo caldeo di Erbil, Mons. Bashar Warda oltre naturalmente a sacerdoti, suore e parenti ed amici degli studenti.
La cerimonia è stata caratterizzata anche da momenti di riflessione. A Padre Fadi Lion Nissan ed a Padre Salem Saka è stato affidato il compito di guidare quella sul ruolo del sacerdote e su quello del Babel College come istituzione preposta alla preparazione di persone abili a vivere ed a spiegare la propria fede. A Mons. Jacques Isaac, invece, quello di ricordare il cammino percorso dal Babel College negli ultimi anni.
90 erano gli studenti provenienti dal centro e dal nord dell’Iraq. 85 tra loro hanno conseguito il diploma con cui termina il ciclo di studi dell’Istituto di Scienze Religiose mentre 5 il baccalaureato in filosofia e teologia. Tre questi ultimi 3 provengono dal seminario patriarcale caldeo di San Pietro con sede ad Ankawa e saranno ordinati sacerdoti entro l’anno: Hirmiz B. Hirmiz (Baghdad), Lusian A. (Mosul), Yousif Y. Yousif (Duhok).
Alla cerimonia, durante la quale sono stati consegnati anche i diplomi dell’Università Urbaniana di Roma cui il Babel College è affiliato agli studenti dell’anno accademico 2008-2009, hanno partecipato Mons. Jacques Isaac, vicario patriarcale caldeo per gli affari culturali e rettore del Babel College, Mons. Emil Nona e Mons. George Alqas Musa, rispettivamente vescovo caldeo e siro cattolico di Mosul ed il neo nominato vescovo caldeo di Erbil, Mons. Bashar Warda oltre naturalmente a sacerdoti, suore e parenti ed amici degli studenti.
La cerimonia è stata caratterizzata anche da momenti di riflessione. A Padre Fadi Lion Nissan ed a Padre Salem Saka è stato affidato il compito di guidare quella sul ruolo del sacerdote e su quello del Babel College come istituzione preposta alla preparazione di persone abili a vivere ed a spiegare la propria fede. A Mons. Jacques Isaac, invece, quello di ricordare il cammino percorso dal Babel College negli ultimi anni.
Baghdadhope ricorda come questi ultimi anni siano stati molto difficili. Basta pensare come la sede del Babel College e del seminario maggiore ad Ankawa sia attiva solo dagli inizi di gennaio del 2007 quando, a seguito di una lunga serie di violenze che avevano colpito la comunità cristiana di Baghdad, si decise il loro trasferimento dalla capitale per ragioni di sicurezza. Da allora le due istituzioni sono rinate. La relativa stabilità e sicurezza del Kurdistan iracheno e la fattiva collaborazione del governo curdo attraverso il cristiano Sarkis Aghajan, suo ex ministro delle finanze che, come aveva dichiarato Mons. Shleimun Warduni in occasione dell’inaugurazione dell’edificio del seminario nel 2008 “ha finanziato i costi della costruzione [del nuovo seminario]” hanno ridato speranza ad una chiesa che in quelle istituzioni vede la continuazione della sua storia millenaria. Una speranza velata però dalla malinconia che sempre accompagna chi non sceglie ma è costretto ad abbandonare i luoghi di origine, e che in tutta la chiesa rinnova il desiderio di far rivivere quelle istituzioni a Baghdad, “quando arriverà la pace” come ha ancora ultimamente dichiarato Mons. Shleimun Warduni.