"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

4 giugno 2010

Un premio italiano al ministro dei diritti umani iracheno: Wijdan Mikha’il Salim

By Baghdadhope*


Con una nota verbale l’ambasciata italiana in Iraq ha comunicato ai ministeri degli affari esteri e dei diritti umani iracheni che il prossimo 18 giugno a Roma, nel corso di una cerimonia cui parteciperà anche il ministro degli esteri italiano Franco Frattini, verrà consegnato il Premio dedicato alla memoria dell’imprenditrice Marisa Bellisario al ministro dei diritti umani iracheno, la Signora Wijdan Mikha’il Salim.
La “mela d’oro”, simbolo del premio, è dedicata alle donne che si sono distinte nella difesa e nella promozione dei diritti umani, della pace, della solidarietà e della libertà e l’edizione di quest’anno ha come titolo “Le donne: fonte di sviluppo.”
La Signora Wijdan Mikha’il Salim fu nominata Ministro dei Diritti Umani nel 2006. Laureata in ingegneria civile presso l’Università di Tecnologia di Baghdad ha iniziato la sua carriera politica nel 2003 e nelle elezioni del 2005 è stata eletta nella Iraqi National List di Iyad Allawi.
Nella nota della rappresentanza diplomatica italiana si legge che il premio alla Signora Salim rappresenta anche un riconoscimento per l’impegno del governo iracheno nel campo dei diritti umani a dispetto delle difficoltà.
Rispetto per i diritti umani che tocca la Signora Salim non solo come massima rappresentante del ministero che se ne occupa ma anche in quanto di fede cristiana. Membro quindi di quella minoranza che, secondo quanto da lei stessa dichiarato lo scorso anno durante una visita in Svizzera, avrebbe bisogno di una legge di protezione speciale perché, pur riconoscendo come tutti gli iracheni siano vittime dei terroristi, i cristiani lo sono perché facenti parte di una comunità poco numerosa e quindi da proteggere.