24 novembre 2021
Dedicato alle donne, Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha appena pubblicato un nuovo Rapporto, intitolato “Ascolta le sue grida. Rapimenti, conversioni forzate e violenze sessuali ai danni di donne e bambine cristiane”.
Nella Prefazione, a firma della giovanissima cristiana pachistana Maira Shahbaz, si legge fra l’altro: «Sono stata torturata e violentata. I miei aguzzini hanno filmato le sevizie infertemi e mi hanno ricattata minacciando di diffondere il video. Sono quindi stata costretta a firmare un documento in cui dichiaravo di essermi convertita e di aver sposato il mio rapitore. Se avessi rifiutato di farlo, avrebbero ucciso i miei familiari».
Questo passo descrive efficacemente l’oggetto del Rapporto di ACS. Lo studio si basa su fonti selezionate ed è scaturito dalle numerose segnalazioni giunte alla Fondazione dai rappresentanti delle Chiese locali e da altri riferimenti di fiducia: centinaia di denunce riguardanti bambine, ragazze e giovani donne appartenenti a famiglie cristiane costrette alla schiavitù sessuale e alla conversione religiosa, spesso dietro minaccia di morte.
Il Rapporto esamina sei nazioni: Egitto, Iraq, Mozambico, Nigeria, Pakistan e Siria. È arricchito da casi di studio descrittivi di altrettante storie di vittime: tre di essi riguardano le donne in Egitto, due in Iraq, uno in Mozambico, tre in Nigeria e tre in Pakistan.
Dallo studio emergono diversi risultati, fra i quali i seguenti:
tra tutte le appartenenti alle minoranze religiose, le ragazze e le giovani donne cristiane sono tra le più esposte agli attacchi;
pressione sociale, paura di gettare un’onta sulla propria famiglia, minaccia di ritorsioni da parte di rapitori e complici, resistenza da parte di tribunali e forze di polizia a seguire i casi sono fattori che spiegano la difficoltà di indagare il fenomeno;
la pandemia di coronavirus ha fornito un terreno fertile per atti di violenza sessuale;
è emersa la maggiore incidenza di persecuzioni sessuali e religiose ai danni delle donne nelle situazioni di conflitto; ciò si è reso evidente durante la presa di potere da parte dell’ISIS (Daesh) in alcune aree della Siria e dell'Iraq; se ne ha notizia anche altrove, come ad esempio in Mozambico;
il movente dei perpetratori in molti casi è limitare la crescita, e a volte la sopravvivenza stessa, del gruppo religioso delle vittime;
casi sistematici di rapimenti, violenze sessuali, matrimoni e conversioni forzati di donne cristiane in Paesi come la Nigeria, possono essere classificati come casi di genocidio.
“Ascolta le sue grida. Rapimenti, conversioni forzate e violenze sessuali ai danni di donne e bambine cristiane” si propone come uno strumento operativo per sollecitare interventi urgenti. Per questo motivo, oltre a essere destinato ai benefattori della Fondazione, si rivolge a politici, funzionari pubblici, gerarchia ecclesiastica, giornalisti e ricercatori.