By Asia News
Foto Mons. Basel Yaldo |
È quanto afferma ad AsiaNews mons. Basilio Yaldo, ausiliare di Baghdad e stretto collaboratore del patriarca caldeo Louis Raphael Sako, presentando l’incontro dei giovani caldei in Iraq in programma nella capitale dal 18 al 20 novembre. Un appuntamento che precede la Giornata mondiale della gioventù, che quest’anno si celebra a livello diocesano domenica 21 novembre.
“In questo periodo complicato - sottolinea il prelato - vogliamo che i giovani possano trovare un punto di riferimento, un luogo di confronto e una via da seguire”. Per la prima volta nella storia della Chiesa caldea oltre 450 giovani, maschi e femmine, fra i 18 e i 35 anni, si riuniranno a Baghdad provenienti da sette diocesi: da Bassora nel sud a Zakho, nel Kurdistan iracheno, da Kirkuk ad Alqosh, Mosul e la piana di Ninive. Un evento “voluto con forza dal patriarca, il card. Sako” che lo ha proposto nell’ultimo incontro del Sinodo caldeo.
Da tre mesi, prosegue mons. Yaldo, “stiamo lavorando per questo evento” lanciato un anno fa, già prospettato più volte in passato “e poi rimandato per questioni legate alla sicurezza. Sono in programma seminari, momenti di preghiera, lezioni di catechismo, testimonianze di fede e approfondimenti di alcune tematiche di attualità, anche politica, della vita della nazione. “Sarà presente il patriarca - aggiunge l’ausiliare di Baghdad - con una lezione di catechismo e poi delle domande che lui stesso vuole rivolgere ai giovani sul futuro dell’Iraq, il loro ruolo e le loro responsabilità, come possono aiutare e contribuire allo sviluppo della nazione”.
Vi sono poi testimonianze sulla vita nelle diverse diocesi, indicazioni sulle modalità di annuncio del Vangelo, cui si alterneranno momenti di svago, giochi e gare di gruppo. “Un momento bello per stare assieme - auspica il prelato - che si concluderà con una messa solenne celebrata dal cardinale sabato 20 novembre”. Sono stati i giovani in prima persona “ad affermare l’urgenza di un incontro” spiega mons. Yaldo, perché hanno bisogno di “tornare alla vita”, di sentirsi di nuovo comunità “dopo il buio della pandemia di Covid-19, che ha fermato per quasi due anni le attività”. “Ragazzi e ragazze - prosegue - vogliono qualcosa che sia per loro un segnale di ripresa, al quale hanno risposto in modo molto positivo, con un‘adesione altissima. E altri ce ne saranno in futuro, visto che è in cantiere un incontro per i giovani caldei di tutto il mondo, dall’America all’Australia”.
Partendo dal motto “Voi siete una Chiesa viva”, l’obiettivo di questa tre giorni è trasmettere “un segnale di speranza, rafforzando il valore della sinodalità” che abbraccia consacrati e laici. Come patriarcato caldeo “vogliamo essere vicino ai giovani, aiutarli a trovare lavoro per fermare questa migrazione”. “Infine, abbiamo pensato anche a testimonianze di giovani sacerdoti e suore - conclude l’ausiliare di Baghdad - per far nascere il desiderio della vocazione, partendo dall’ascolto, dal dialogo e dalla preghiera… guardiamo al futuro con rinnovata fiducia!”.