Foto Yalla |
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Giorni fa il patriarca caldeo, Mar Louis Raphael I Sako, aveva invitato i fedeli a celebrare le imminenti festività natalizie in modo sobrio per onorare la memoria dei martiri caduti in tutto l'Iraq nel corso delle proteste antigovernative in atto dallo scorso primo di ottobre.
Da qualche giorno in piazza Tahrir, proprio sotto il monumento alla liberazione, svetta un piccolo albero di Natale con delle decorazioni molto particolari e tutto sommato in linea coon i suggerimenti espressi dal patriarcato. Niente luci o palline ma solo le foto ed i nomi dei martiri. Ai suoi lati due poster che raffigurano Gesù e la Madonna ritratti dietro la bandiera irachena che ha la forma dei confini del paese. Ai suoi piedi due statuine che raffigurano gli stessi personaggi onorati sia nel cristianesimo che nell'Islam che dominano una sorta di altarino su cui poggiano delle piccole bare dipinte con i colori della bandiera, e che hanno tra loro un simbolico fiore nero, bianco e rosso su cui spicca la Croce.
Per ora le proteste, cui hanno partecipato anche i cristiani, hanno unito le diverse etnie e religioni in Iraq e la Croce, per anni considerato il simbolo dei crociati infedeli da combattere, ha finalmente trovato la sua legittimità.