By Gente Veneta
I segni della distruzione, a Qaraqosh, si fanno sempre meno evidenti. La vita è tornata a pulsare intensa nella città irachena invasa e devastata, nel 2014, dall’Isis.
I segni della distruzione, a Qaraqosh, si fanno sempre meno evidenti. La vita è tornata a pulsare intensa nella città irachena invasa e devastata, nel 2014, dall’Isis.
È la percezione netta che don Giorgio Scatto, priore della comunità
di Marango di Caorle, Cristina, anche lei di Marango, e la bergamasca
Anna stanno avendo in questi giorni del loro viaggio in Iraq.
«Quest’oggi – racconta don Scatto nel suo reportage quotidiano –
siamo usciti a piedi per gustare la vita per le vie di Qaraqosh. Il
profumo del pane fresco ci ha subito rapiti a pochi metri da casa: Anna
ha potuto improvvisarsi panettiera nel piccolo forno che produce il
tipico pane per la colazione, il “samon”.La varietà e bellezza di alcune case è segno di una ricostruzione che
si fa sempre più apprezzabile. Ma oltre alle case si inesifica anche il
cammino quotidiano delle tante attività di una città, a partire dalle
opere di educazione: «Visitiamo la scuola media delle suore domenicane –
prosegue don Giorgio – dove suor Silvia ci racconta dell’islamizzazione
dei programmi scolastici imposta dal governo centrale. Al centro
diocesano San Paolo, don Duraid ci mostra la ristrutturazione completa
degli ambienti: teatro, sala d’incisione, biblioteca… Nello stabile
accanto visitiamo la radio locale “Voce di Pace”, emittente per lo più
religiosa che ha ripreso a trasmettere da settembre scorso. Nel
rincasare attraversiamo la parte della città ricca di negozi, bancarelle
e attività di ogni genere».
C’è spazio – ed è un altro segno di ripresa – anche per svago e
sport: è l’evento “Run in Spirit”, organizzato dai francesi di Lione:
non una semplice corsa, ma un’occasione di comunione e di incontro
presieduta dal nuovo vescovo caldeo di Mosul.
A quattro chilometri da Qaraqosh il gruppo veneziano fa visita al
monastero di Santa Barbara a Karamless: «L’arrivo si è trasformato in
una gioiosa festa fra rappresentazioni teatrali, premiazioni, balli e
canti. Una giornata intensissima – conclude don Giorgio Scatto – ricca
di incontri e condivisioni. L’accoglienza irachena non smette di
stupirci!».