By Gente Veneta
Per la sesta volta in Iraq: don Giorgio Scatto, priore del monastero di Marango e parroco di San Gaetano di Caorle, è in questi giorni nel Paese, insieme a Cristina, sorella della comunità di Marango (per lei è la terza volta), e con Anna, di Bergamo.
«Siamo qui come pellegrini – spiega don Scatto – in una terra che ha visto decenni di guerre e di distruzioni; come pellegrini per incontrare delle comunità cristiane che, fin dalla loro nascita nei tempi apostolici, hanno sperimentato la persecuzione e hanno testimoniato la loro fede fino al martirio. Siamo qui per ascoltare la loro sofferenza e per essere rafforzati mediante la loro fede».
Per la sesta volta in Iraq: don Giorgio Scatto, priore del monastero di Marango e parroco di San Gaetano di Caorle, è in questi giorni nel Paese, insieme a Cristina, sorella della comunità di Marango (per lei è la terza volta), e con Anna, di Bergamo.
«Siamo qui come pellegrini – spiega don Scatto – in una terra che ha visto decenni di guerre e di distruzioni; come pellegrini per incontrare delle comunità cristiane che, fin dalla loro nascita nei tempi apostolici, hanno sperimentato la persecuzione e hanno testimoniato la loro fede fino al martirio. Siamo qui per ascoltare la loro sofferenza e per essere rafforzati mediante la loro fede».
Anche quest’anno l’obiettivo è di aiutare padre Jalal, un religioso 
rogazionista, che ha scelto di vivere nel quartiere più povero e 
abbandonato della città di Qaraqosh, e inoltre una piccola comunità di 
monaci, che ha sempre condiviso in tutto, fin dalla sua nascita, le 
vicende e i drammi del popolo. Anche questi monaci, nati negli anni ’90 
da un gruppo laicale di preghiera, hanno visto il loro piccolo monastero
 incendiato e distrutto.
Il luogo dove sorgerà il futuro monastero della Fraternità del Cristo
 Redentore è un terreno di 22mila metri quadri, donato alla fraternità 
dal Vescovo di Qaraqosh, che appena sarà in pensione verrà ospitato 
della fraternità. Il monastero sorgerà in aperta campagna, raggiungibile
 dal centro città con una passeggiata di 20 minuti.
«Oltre che dalle realtà che gravitano attorno a Marango – aggiunge 
don Giorgio – siamo stati aiutati economicamente dal Patriarca di 
Venezia, dal Vescovo di Treviso, dalla famiglia monastica Piccola 
Famiglia dell’Annunziata di Bologna, dagli amici dell’Hospitale di San 
Tommaso (Ud), dalla parrocchia veneziana dei Frari e da numerosi amici 
di Marano Veneziano, di Borbiago, di Bergamo, di Trento. Inoltre, una 
importante iniziativa è stata messa in atto dalla diocesi di Siena 
durante l’Avvento scorso. Abbiamo gioito nel vedere come l’interesse per
 l’Iraq, per questo popolo martoriato e per queste comunità cristiane, 
sia andato crescendo nel tempo. Vi ringraziamo per tutto quello che 
avete fatto e vorrete fare ancora».
 
