By Fides
La Camera dei rappresentanti dell'Iraq, chiamata ad esprimersi sulle nomine di tre ministri scelti dal Premier Adel Abdul Mahdi per completare il suo gabinetto di governo, ha bocciato la candidatura della cristiana Hana Emmanuel Gorgis alla guida del Ministero per l'immigrazione e i rifugiati. Tra i 276 deputati presenti alla seduta parlamentare, hanno scelto di non concedere la propria fiducia alla candidata ministra cristiana anche 4 dei 5 rappresentanti eletti nei 5 seggi parlamentari riservati alle minoranze cristiane.
In merito alla controversa candidatura della signora Hana Emmanuel Gorgis, il Patriarcato caldeo lunedì 17 dicembre aveva diffuso una nota – pubblicata dal website ankawa.com – per rispondere ad “alcuni politici” che avevano espresso commenti giudicati “irresponsabili, provocatori e privi di ogni decenza morale” in merito a presunte “ingerenze della Chiesa nelle questioni politiche”.
La Chiesa – si legge nella nota patriarcale – si è sempre interessata ai problemi sociali “per il bene delle persone e la salvaguardia dei loro diritti e della loro dignità”. Nel testo si ricorda che “Papa Giovanni Paolo II ha condannato la guerra contro l'Iraq”, mentre Papa Francesco “ha visitato la Birmania e difeso i musulmani Rohingya. Quando la Chiesa interviene nelle questioni pubbliche – continua il comunicato diffuso dal Patriarcato caldeo - non coltiva mai interessi privati” e non vuole sostituirsi alle istituzioni civili, ma intende solo collaborare a promuovere la giustizia e il rispetto dei diritti di ogni essere umano.
In questa fase difficile della storia nazionale, il testo diffuso dal Patriarcato ricorda che il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako non ha “risparmiato alcuno sforzo” nell'intento di “favorire la rinascita dell'Iraq”, intervenendo anche presso organismi e istituzioni internazionali, o mostrando il proprio appoggio alle nomine di persone competenti anche quando non appartenevano a formazioni politiche legate alle comunità cristiane. In vista della nascita del nuovo governo – riferisce il testo patriarcale – il Patriarca caldeo ha segnalato al premier incaricato tre nomi di persone competenti come potenziali membri del Consiglio dei ministri. Poi il Primo Ministro Adel Abdul Mahdi ha indicato la signora Hana Emmanuel come potenziale Ministro per i rifugiati e le migrazioni, ben sapendo che tale indicazione sarebbe stata sottoposta al placet del Parlamento. “La Chiesa” ripete il documento “non vuole interferire in alcun modo nel confronto e nei contrasti politici e di partito, ma il Patrarcato caldeo, nell'ambito della responsabilità che gli compete, è comunque intenzionato a operare per il bene di tutti gli iracheni”.
La Camera dei rappresentanti dell'Iraq, chiamata ad esprimersi sulle nomine di tre ministri scelti dal Premier Adel Abdul Mahdi per completare il suo gabinetto di governo, ha bocciato la candidatura della cristiana Hana Emmanuel Gorgis alla guida del Ministero per l'immigrazione e i rifugiati. Tra i 276 deputati presenti alla seduta parlamentare, hanno scelto di non concedere la propria fiducia alla candidata ministra cristiana anche 4 dei 5 rappresentanti eletti nei 5 seggi parlamentari riservati alle minoranze cristiane.
In merito alla controversa candidatura della signora Hana Emmanuel Gorgis, il Patriarcato caldeo lunedì 17 dicembre aveva diffuso una nota – pubblicata dal website ankawa.com – per rispondere ad “alcuni politici” che avevano espresso commenti giudicati “irresponsabili, provocatori e privi di ogni decenza morale” in merito a presunte “ingerenze della Chiesa nelle questioni politiche”.
La Chiesa – si legge nella nota patriarcale – si è sempre interessata ai problemi sociali “per il bene delle persone e la salvaguardia dei loro diritti e della loro dignità”. Nel testo si ricorda che “Papa Giovanni Paolo II ha condannato la guerra contro l'Iraq”, mentre Papa Francesco “ha visitato la Birmania e difeso i musulmani Rohingya. Quando la Chiesa interviene nelle questioni pubbliche – continua il comunicato diffuso dal Patriarcato caldeo - non coltiva mai interessi privati” e non vuole sostituirsi alle istituzioni civili, ma intende solo collaborare a promuovere la giustizia e il rispetto dei diritti di ogni essere umano.
In questa fase difficile della storia nazionale, il testo diffuso dal Patriarcato ricorda che il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako non ha “risparmiato alcuno sforzo” nell'intento di “favorire la rinascita dell'Iraq”, intervenendo anche presso organismi e istituzioni internazionali, o mostrando il proprio appoggio alle nomine di persone competenti anche quando non appartenevano a formazioni politiche legate alle comunità cristiane. In vista della nascita del nuovo governo – riferisce il testo patriarcale – il Patriarca caldeo ha segnalato al premier incaricato tre nomi di persone competenti come potenziali membri del Consiglio dei ministri. Poi il Primo Ministro Adel Abdul Mahdi ha indicato la signora Hana Emmanuel come potenziale Ministro per i rifugiati e le migrazioni, ben sapendo che tale indicazione sarebbe stata sottoposta al placet del Parlamento. “La Chiesa” ripete il documento “non vuole interferire in alcun modo nel confronto e nei contrasti politici e di partito, ma il Patrarcato caldeo, nell'ambito della responsabilità che gli compete, è comunque intenzionato a operare per il bene di tutti gli iracheni”.