By Fides
I militanti del Partito Rafidain, forza politica legata a settori cristiani assiri, chiederanno al nuovo Parlamento iracheno di istituire una commissione di inchiesta per indagare sul fenomeno delle proprietà immobiliari sottratte negli ultimi anni a proprietari cristiani, spesso in maniera abusiva e attraverso la produzione di falsi contratti di compravendita. Il fenomeno delle appropriazioni illegali delle proprietà dei cristiani nelle grandi città come Baghdad ha avuto il suo picco negli anni tra il 2006 e il 2010, e adesso -sostengono gli esponenti di Rafidain – sta raggiungendo livelli intensi anche nelle aree del nord-Iraq che sono state sottoposte per anni al dominio delle milizie jihadiste dello Stato Islamico (Daesh). L'iniziativa, secondo giuristi iracheni come Sadoun Al Jabiri, ha scarse possibilità di raggiungere effetti concreti, vista la difficoltà di verificare in maniera attendibile l'autenticità dei contratti di proprietà immobiliare in aree così vaste del Paese, dove tra l'altro i recenti conflitti e le operazioni militari hanno provocato la distruzione di una parte ingente di immobili e case private.
Nell'aprile 2016, come riferito dall'Agenzia Fides (vedi Fides 15/4/2016), il Patriarcato caldeo aveva disposto la creazione di un comitato ad hoc, incaricato di monitorare le vendite e i passaggi di proprietà dei beni immobili appartenenti a cittadini cristiani di Baghdad. Anche allora il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako aveva denunciato l'appropriazione illecita delle proprietà dei cristiani come un fenomeno cresciuto a dismisura dopo l'intervento militare a guida Usa del 2003, che ha portato al crollo del regime di Saddam Hussein. Tale fenomeno, reso possibile anche per la complicità di funzionari corrotti, ha rappresentato secondo il Patriarca caldeo un fattore rilevante di indebolimento della presenza cristiana in territorio iracheno.
I militanti del Partito Rafidain, forza politica legata a settori cristiani assiri, chiederanno al nuovo Parlamento iracheno di istituire una commissione di inchiesta per indagare sul fenomeno delle proprietà immobiliari sottratte negli ultimi anni a proprietari cristiani, spesso in maniera abusiva e attraverso la produzione di falsi contratti di compravendita. Il fenomeno delle appropriazioni illegali delle proprietà dei cristiani nelle grandi città come Baghdad ha avuto il suo picco negli anni tra il 2006 e il 2010, e adesso -sostengono gli esponenti di Rafidain – sta raggiungendo livelli intensi anche nelle aree del nord-Iraq che sono state sottoposte per anni al dominio delle milizie jihadiste dello Stato Islamico (Daesh). L'iniziativa, secondo giuristi iracheni come Sadoun Al Jabiri, ha scarse possibilità di raggiungere effetti concreti, vista la difficoltà di verificare in maniera attendibile l'autenticità dei contratti di proprietà immobiliare in aree così vaste del Paese, dove tra l'altro i recenti conflitti e le operazioni militari hanno provocato la distruzione di una parte ingente di immobili e case private.
Nell'aprile 2016, come riferito dall'Agenzia Fides (vedi Fides 15/4/2016), il Patriarcato caldeo aveva disposto la creazione di un comitato ad hoc, incaricato di monitorare le vendite e i passaggi di proprietà dei beni immobili appartenenti a cittadini cristiani di Baghdad. Anche allora il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako aveva denunciato l'appropriazione illecita delle proprietà dei cristiani come un fenomeno cresciuto a dismisura dopo l'intervento militare a guida Usa del 2003, che ha portato al crollo del regime di Saddam Hussein. Tale fenomeno, reso possibile anche per la complicità di funzionari corrotti, ha rappresentato secondo il Patriarca caldeo un fattore rilevante di indebolimento della presenza cristiana in territorio iracheno.