"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

6 luglio 2018

Papa, Sako: “Io cardinale perché Pontefice non può venire in Iraq”


Il Patriarca cattolico iracheno nominato nell’ultimo Concistoro a Tv2000: “Sono un ponte tra chiesa irachena e Santa Sede. Ho trattato con l’Isis per salvare la gente”
Intervista del cardinale Louis Raphaël I Sako al programma ‘Soul’. In onda domenica 8 luglio ore 20.30
“Per me non è cambiato nulla, sono un patriarca, e il titolo è superiore a quello di cardinale. Ma c’è un messaggio dietro a questa nomina: il Papa non può venire in Iraq, l’ambiente non è pronto”. Lo ha detto il cardinale Louis Raphaël I Sako, patriarca cattolico iracheno, intervistato subito dopo il Concistoro a ‘Soul’, il programma-intervista di Tv2000 condotto da Monica Mondo in onda domenica 8 luglio ore 20.30.
Il card. Sako, creato cardinale dal Papa, ha spiegato che Francesco “ha voluto essere vicino ai cristiani iracheni con la sua amicizia e con la preghiera, creando un ponte tra la chiesa irachena e la Santa Sede”.
“Non ho avuto mai paura – ha aggiunto il card. Sako - Anche io ho parlato con alcuni dell’Isis, per fare delle trattative, ho salvato tanta gente così. Io penso che bisogna conoscere le ragioni del perché c’è l’Isis, Al Qaida, è tutto molto complicato. Voi non sapete niente su che cos’è l’Isis. L’Isis è cieco. L’Isis secondo me è politicizzata, è chiaro, ma l’Isis si basa sui versetti del Corano. I musulmani devono fare una nuova lettura dei versetti che chiedono la violenza, che pensano che solo l’Islam sia la vera religione, che le altre religioni siano false. Se ci sono versetti del tempo di Maometto bisogna inserirli nel contesto, fare una esegesi, come noi abbiamo fatto”.
“Non tutti i musulmani –
ha proseguito il card. Sako - sono fanatici, non bisogna generalizzare, e per natura gli iracheni sono moderati, abbiamo vissuto 35 anni in un regime laico. Poi gli americani hanno aperto le frontiere e sono entrati tutti questi fondamentalisti dalla Giordania, dall’Egitto, dallo Yemen, dall’Arabia Saudita”.