By TV2000
L’esodo drammatico di migliaia di cristiani, le donne yazide
sequestrate, abusate e costrette a subire ogni sorta di violenza da
parte dei miliziani dell’Isis, tanto che molti analisti parlano di
‘teologia’ dello stupro e lo Schindler degli yazidi, un ex agente
immobiliare che oggi compra donne yazide per sottrarle al Califfato
nero.
E’ quanto racconta Tv2000 in un reportage, curato dall’inviato Massimiliano Cochi, sulle persecuzioni che i cristiani sono stati costretti a subire nella Piana di Ninive, nel kurdistan iracheno, in onda sabato 9 gennaio 2016 alle ore 22.35 durante il programma ‘Today’ che dedica la puntata alle minoranze in fuga dall’Isis. In studio con Andrea Sarubbi, mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana.
E’ quanto racconta Tv2000 in un reportage, curato dall’inviato Massimiliano Cochi, sulle persecuzioni che i cristiani sono stati costretti a subire nella Piana di Ninive, nel kurdistan iracheno, in onda sabato 9 gennaio 2016 alle ore 22.35 durante il programma ‘Today’ che dedica la puntata alle minoranze in fuga dall’Isis. In studio con Andrea Sarubbi, mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana.
Nella Piana di Ninive, tra il 6 e il 10 agosto del 2014, 120 mila
persone sono dovute fuggire davanti all’avanzata jihadista. Le
telecamere di Tv2000 sono entrate nei villaggi abbandonati e seguito in
pattuglia i Peshmerga, i guerriglieri curdi che combattono l’Isis.
“L’ordine del nostro presidente Masud Barzani – ha detto il colonnello Barshke Zerevan, capo della sicurezza – è chiaro: dobbiamo proteggere i villaggi cristiani. I Peshmerga oggi combattono a nome di tutta l’umanità contro l’Isis. Se arrivasse l’ordine potremmo riprendere tutta la Piana di Ninive in poche ore. Ma per prendere una città come Mosul servono più uomini, serve l’appoggio dell’intelligence, serve la collaborazione dell’Occidente”. Ma questi soldati combattono il Califfato spesso con armi vecchie di trent’anni. Dei moderni armamenti che molti paesi occidentali hanno inviato ai Peshmerga non c’è traccia.
Isis significa anche abusi e violenze contro le donne: “Sono stata sequestrata dall’Isis nel nostro villaggio, Waudia, all’inizio di agosto – ha ricordato una giovane ragazza sotto copertura – I miei parenti che erano riusciti a fuggire hanno raccolto dei soldi, 28 mila dollari, e hanno pagato il riscatto per me, per le mie due figlie e per la sorella di mio marito. C’è un uomo, uno yazida, che ha trattato con l’Isis e il 18 settembre sono stata liberata”. Quest’uomo si chiama Abdullah Abbas era un agente immobiliare. Comprava e vendeva case e terreni tra la Siria e l’Iraq. Ora compra donne yazide, finora ne ha riscattate 163. Gli uomini come Abdullah li chiamano gli Schindler degli Yazidi. Perché proprio come l’imprenditore tedesco Oscar Schindler rischiano la vita per salvare vite umane.
“L’Isis vende le ragazze come schiave sessuali, – ha raccontato Abdullah Abbas ai microfoni di Tv2000 – non perché siano liberate. E sono sempre più diffidenti. Quando noi ci presentiamo come compratori e avviamo una trattativa, loro cominciano ad indagare su di noi. A volte fingono di voler vendere delle ragazze per ingannarci. Venti giorni fa 12 dei miei uomini sono stati uccisi vicino Raqqa, in Siria. Erano andati lì perché avevamo avuto una segnalazione di alcune ragazze che potevano essere riscattate. E invece era una trappola”.
L’inviato di Tv2000 ha infine incontrato un’altra ragazza yazida di 18 anni rapita da uno dei leader dell’Isis, Abu Sayaff: “Ero in un posto con altre ragazze e sapevo cosa sarebbe successo, così ho provato ad uccidermi, tagliandomi i polsi. Da mangiare ci davano pane ammuffito e l’acqua che bevevamo aveva il sapore del petrolio. Voglio che Dio chieda conto di quello che hanno fatto. Se io avessi potuto avrei rifatto loro tutto quello che ho dovuto subire io, per fargli capire quanto è importante l’onore per una donna”.
“L’ordine del nostro presidente Masud Barzani – ha detto il colonnello Barshke Zerevan, capo della sicurezza – è chiaro: dobbiamo proteggere i villaggi cristiani. I Peshmerga oggi combattono a nome di tutta l’umanità contro l’Isis. Se arrivasse l’ordine potremmo riprendere tutta la Piana di Ninive in poche ore. Ma per prendere una città come Mosul servono più uomini, serve l’appoggio dell’intelligence, serve la collaborazione dell’Occidente”. Ma questi soldati combattono il Califfato spesso con armi vecchie di trent’anni. Dei moderni armamenti che molti paesi occidentali hanno inviato ai Peshmerga non c’è traccia.
Isis significa anche abusi e violenze contro le donne: “Sono stata sequestrata dall’Isis nel nostro villaggio, Waudia, all’inizio di agosto – ha ricordato una giovane ragazza sotto copertura – I miei parenti che erano riusciti a fuggire hanno raccolto dei soldi, 28 mila dollari, e hanno pagato il riscatto per me, per le mie due figlie e per la sorella di mio marito. C’è un uomo, uno yazida, che ha trattato con l’Isis e il 18 settembre sono stata liberata”. Quest’uomo si chiama Abdullah Abbas era un agente immobiliare. Comprava e vendeva case e terreni tra la Siria e l’Iraq. Ora compra donne yazide, finora ne ha riscattate 163. Gli uomini come Abdullah li chiamano gli Schindler degli Yazidi. Perché proprio come l’imprenditore tedesco Oscar Schindler rischiano la vita per salvare vite umane.
“L’Isis vende le ragazze come schiave sessuali, – ha raccontato Abdullah Abbas ai microfoni di Tv2000 – non perché siano liberate. E sono sempre più diffidenti. Quando noi ci presentiamo come compratori e avviamo una trattativa, loro cominciano ad indagare su di noi. A volte fingono di voler vendere delle ragazze per ingannarci. Venti giorni fa 12 dei miei uomini sono stati uccisi vicino Raqqa, in Siria. Erano andati lì perché avevamo avuto una segnalazione di alcune ragazze che potevano essere riscattate. E invece era una trappola”.
L’inviato di Tv2000 ha infine incontrato un’altra ragazza yazida di 18 anni rapita da uno dei leader dell’Isis, Abu Sayaff: “Ero in un posto con altre ragazze e sapevo cosa sarebbe successo, così ho provato ad uccidermi, tagliandomi i polsi. Da mangiare ci davano pane ammuffito e l’acqua che bevevamo aveva il sapore del petrolio. Voglio che Dio chieda conto di quello che hanno fatto. Se io avessi potuto avrei rifatto loro tutto quello che ho dovuto subire io, per fargli capire quanto è importante l’onore per una donna”.