"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

20 gennaio 2016

Iraq: raso al suolo dall'Is il monastero di St. Elijah a Mosul


In Iraq, la guerra continua a colpire i simboli sacri delle culture locali e della cristianità. A Mosul il sedicente Stato Islamico ha raso al suolo l’antico monastero cristiano di St. Elijah, costruito nel 590 dopo Cristo. Due giorni fa, invece, i bombardamenti aerei della coalizione hanno distrutto la chiesa siro-ortodossa della Vergine Maria, occupata dai jihadisti.
Giancarlo La Vella ne ha parlato con mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliario di Baghdad dei Caldei:


Se non si ferma la guerra, si sentiranno tante altre terribili cose, perché quando c’è la rabbia, c’è il rancore, può avvenire di tutto. Certa gente è venuta in Iraq per distruggere, per uccidere, per fare cose terribili contro Dio e contro l'uomo. Perciò, noi gridiamo sempre: “Fate cessare la guerra!”. Sarebbe terribile se il mondo non facesse qualcosa – dall’America, all’Europa, ai Paesi arabi. Se non fanno qualcosa insieme per ciò che Dio ha creato, sarà una tragedia.

Questi sono atti che spingono sempre più la popolazione cristiana a lasciare i propri territori…

Certamente. Tutti dicono: “Perché siamo qui? Solo per essere ammazzati? Questa del Monastero di Sant’Elijah, costruito 1400 anni fa, è un’altra tragedia. Ricordo che, quando ero seminarista, il giorno della festa del Santo andavamo lì, anche se c’erano solo le rovine, celebravamo la Messa. Vicino c’erano i soldati che controllavano... Questa notizia mi rattrista e veramente mi distrugge il cuore.