By Fides
Nel ritiro spirituale pre-natalizio dei sacerdoti e dei diaconi dell'Arcieparchia caldea di Baghdad, tenutosi lunedì 21 dicembre nella capitale irachena alla presenza del Patriarca caldeo Louis Raphael I, il Primate della Chiesa caldea ha invitato i presenti a favorire una celebrazione del Natale sobria e concentrata sui tratti essenziali della solennità cristiana, senza farsi distrarre da momenti conviviali e mondani. Quest'anno - riferiscono le fonti ufficiali del Patriarcato, consultate dall'Agenzia Fides – la situazione drammatica vissuta dalle comunità cristiane irachene, anche a causa del disinteresse e delle inadempienze delle istituzioni pubbliche, suggerisce ai Pastori della Chiesa caldea di rifiutare a ogni livello anche i tradizionali incontri conviviali con i rappresentanti politici e religiosi per lo scambio di auguri, che in passato connotavano il periodo delle feste natalizie. Una sobrietà motivata in particolare dal momento carico di sofferenze e incertezze sul futuro che stanno vivendo le comunità cristiane irachene. Tra i motivi, perduranti e nuovi, di sofferenza e di disagio, il Patriarca ha richiamato la situazione di abbandono dei profughi cristiani fuggiti dalla Piana di Ninive sotto l'offensiva dei jihadisti dello Stato islamico (Daesh), la mancata modifica della legge che impone ai figli di diventare musulmani nel caso di conversione di un genitore all'islam, e anche i manifesti apparsi di recente sui muri di Baghdad, in cui si chiede alle donne cristiane di indossare il velo.
Nel ritiro spirituale pre-natalizio dei sacerdoti e dei diaconi dell'Arcieparchia caldea di Baghdad, tenutosi lunedì 21 dicembre nella capitale irachena alla presenza del Patriarca caldeo Louis Raphael I, il Primate della Chiesa caldea ha invitato i presenti a favorire una celebrazione del Natale sobria e concentrata sui tratti essenziali della solennità cristiana, senza farsi distrarre da momenti conviviali e mondani. Quest'anno - riferiscono le fonti ufficiali del Patriarcato, consultate dall'Agenzia Fides – la situazione drammatica vissuta dalle comunità cristiane irachene, anche a causa del disinteresse e delle inadempienze delle istituzioni pubbliche, suggerisce ai Pastori della Chiesa caldea di rifiutare a ogni livello anche i tradizionali incontri conviviali con i rappresentanti politici e religiosi per lo scambio di auguri, che in passato connotavano il periodo delle feste natalizie. Una sobrietà motivata in particolare dal momento carico di sofferenze e incertezze sul futuro che stanno vivendo le comunità cristiane irachene. Tra i motivi, perduranti e nuovi, di sofferenza e di disagio, il Patriarca ha richiamato la situazione di abbandono dei profughi cristiani fuggiti dalla Piana di Ninive sotto l'offensiva dei jihadisti dello Stato islamico (Daesh), la mancata modifica della legge che impone ai figli di diventare musulmani nel caso di conversione di un genitore all'islam, e anche i manifesti apparsi di recente sui muri di Baghdad, in cui si chiede alle donne cristiane di indossare il velo.
Quello del 2015 – ha suggerito il Patriarca caldeo – sarà per tutti un
Natale di preghiera e raccoglimento, per trovare ls consolazione che può
venire solo dall'annuncio salvifico della nascita di Gesù, all'inizio
dell'Anno della Misericordia.
Per la Messa di Natale, il Primate della Chiesa caldea aprirà la Porta nella Misericordia nella tenda che funziona da cappella per i circa mille cristiani rifugiati in un campo profughi di Baghdad. Altre due porte sante sono state già aperte dal Patriarca presso la chiesa dedicata all'Addolorata e presso la Cattedrale caldea di San Giuseppe.
Per la Messa di Natale, il Primate della Chiesa caldea aprirà la Porta nella Misericordia nella tenda che funziona da cappella per i circa mille cristiani rifugiati in un campo profughi di Baghdad. Altre due porte sante sono state già aperte dal Patriarca presso la chiesa dedicata all'Addolorata e presso la Cattedrale caldea di San Giuseppe.