By Baghdadhope*
Intervista di Baghdadhope all'Arcivescovo caldeo di Bassora, Mons. Habib Jajou Al Naufali, sulla situazione della comunità cristiana caldea di Bassora.
Conseguentemente ai tragici eventi che hanno colpito i cristiani di Mosul e della Piana di Ninive molto è stato scritto e detto sul loro destino, come fu in passato per quelli di Baghdad. Molto di meno si sa, invece, della comunità cristiana di Bassora. Può dirci qualcosa e darci qualche dato?
“Ci sono circa 400 famiglie cristiane che vivono ancora a Bassora. 180 appartengono alla chiesa caldea e vivono a Bassora ed Al-Amarah, una cittadina nel governatorato di Maysan, 120 appartengono alla chiesa siro-cattolica, 10 a quella siro-ortodossa, 72 famiglie sono armene, quasi tutte ortodosse, 9 appartengono alla chiesa assira e 9 a quella evangelica. Ogni denominazione ha ancora almeno una chiesa, solo i fedeli assiri non ne hanno una in città e frequentano quella caldea.”
Come vive la comunità Cristiana minoritaria nell’Iraq del sud prevalentemente sciita? Grazie a questa omogeneità ed al completo controllo della zona da parte del governo centrale sembra un’area molto sicura se paragonata ad altre aree del paese.
“L’Iraq del sud è sciita al 90% ma noi, in quanto cristiani, abbiamo un buon rapporto con la popolazione anche se, a volte, qualche famiglia cristiana è maltrattata e decide quindi di fuggire.”
Il governo centrale e quello locale aiutano i cristiani, ad esempio, sostenendo le famiglie povere o restaurando le chiese?
“Sfortunatamente non ci sono aiuti da parte del governo ma occasionalmente ci arrivano da singole persone. Degli aiuti ci sono stati fino al 2013 ma dopo gli eventi legati all’ISIS del 2014 non abbiamo più avuto sostegno per i poveri o le chiese. Naturalmente ogni chiesa ha un suo pastore ed io posso parlare solo di quella caldea. In ogni caso l’elettricità e l’acqua sono gratuite per tutte le chiese e durante le celebrazioni religiose la sicurezza è data da 4 poliziotti per ogni chiesa mandati dal governo.”
Cosa pensano i cristiani di Bassora dell’ISIS? Gli eventi ad esso legati hanno avuto conseguenze sulla migrazione dei cristiani dalla città?
“Anche se I cristiani di Bassora vivono lontani dalle aree controllate dal’ISIS sono sconvolti per quanto è accaduto e per la sorte dei loro parenti che sono fuggiti dai villaggi della Piana di Ninive. La nostra diocesi ha accolto 73 famiglie provenienti da quella zona. Per quanto riguarda ciò che i cristiani di Bassora provano direi che il 10/15% di loro si sente isolato dai propri parenti che vivono fuori dall’Iraq e di conseguenza non sa cosa fare: rimanere o emigrare.”
E’ ottimista o pessimista circa il futuro della comunità Cristiana di Bassora?
“Direi parzialmente pessimista per molte ragioni tra le quali la più importante è che i cristiani hanno bisogno di una vita sociale cristiana che l’attuale situazione non consente di vivere.”
L’Anno della Misericordia inizierà l’8 dicembre con l’apertura della Porta Santa a Roma che sarà seguita dall’apertura di altre Porte Sante in ogni diocesi del mondo. Ci sarà una celebrazione simile anche a Bassora?
“Si, ci sarà una celebrazione simbolica il 6 dicembre. Alcuni fedeli mi hanno chiesto aiuto per recarsi a Roma e cercherò di fare qualcosa per loro.”
E per quanto riguarda Natale? Come trascorrerà questo tempo santo la comunità cristiana di Bassora?
“I gruppi diocesani inizieranno la prossima settimana la celebrazione del Natale. Ci saranno ritiri spirituali, mostre, visite pastorali, studi biblici, rappresentazioni. Ognuno farà del suo meglio per celebrare il tempo speciale del Natale nel miglior modo possibile.
Intervista di Baghdadhope all'Arcivescovo caldeo di Bassora, Mons. Habib Jajou Al Naufali, sulla situazione della comunità cristiana caldea di Bassora.
Conseguentemente ai tragici eventi che hanno colpito i cristiani di Mosul e della Piana di Ninive molto è stato scritto e detto sul loro destino, come fu in passato per quelli di Baghdad. Molto di meno si sa, invece, della comunità cristiana di Bassora. Può dirci qualcosa e darci qualche dato?
“Ci sono circa 400 famiglie cristiane che vivono ancora a Bassora. 180 appartengono alla chiesa caldea e vivono a Bassora ed Al-Amarah, una cittadina nel governatorato di Maysan, 120 appartengono alla chiesa siro-cattolica, 10 a quella siro-ortodossa, 72 famiglie sono armene, quasi tutte ortodosse, 9 appartengono alla chiesa assira e 9 a quella evangelica. Ogni denominazione ha ancora almeno una chiesa, solo i fedeli assiri non ne hanno una in città e frequentano quella caldea.”
Come vive la comunità Cristiana minoritaria nell’Iraq del sud prevalentemente sciita? Grazie a questa omogeneità ed al completo controllo della zona da parte del governo centrale sembra un’area molto sicura se paragonata ad altre aree del paese.
“L’Iraq del sud è sciita al 90% ma noi, in quanto cristiani, abbiamo un buon rapporto con la popolazione anche se, a volte, qualche famiglia cristiana è maltrattata e decide quindi di fuggire.”
Il governo centrale e quello locale aiutano i cristiani, ad esempio, sostenendo le famiglie povere o restaurando le chiese?
“Sfortunatamente non ci sono aiuti da parte del governo ma occasionalmente ci arrivano da singole persone. Degli aiuti ci sono stati fino al 2013 ma dopo gli eventi legati all’ISIS del 2014 non abbiamo più avuto sostegno per i poveri o le chiese. Naturalmente ogni chiesa ha un suo pastore ed io posso parlare solo di quella caldea. In ogni caso l’elettricità e l’acqua sono gratuite per tutte le chiese e durante le celebrazioni religiose la sicurezza è data da 4 poliziotti per ogni chiesa mandati dal governo.”
Cosa pensano i cristiani di Bassora dell’ISIS? Gli eventi ad esso legati hanno avuto conseguenze sulla migrazione dei cristiani dalla città?
“Anche se I cristiani di Bassora vivono lontani dalle aree controllate dal’ISIS sono sconvolti per quanto è accaduto e per la sorte dei loro parenti che sono fuggiti dai villaggi della Piana di Ninive. La nostra diocesi ha accolto 73 famiglie provenienti da quella zona. Per quanto riguarda ciò che i cristiani di Bassora provano direi che il 10/15% di loro si sente isolato dai propri parenti che vivono fuori dall’Iraq e di conseguenza non sa cosa fare: rimanere o emigrare.”
E’ ottimista o pessimista circa il futuro della comunità Cristiana di Bassora?
“Direi parzialmente pessimista per molte ragioni tra le quali la più importante è che i cristiani hanno bisogno di una vita sociale cristiana che l’attuale situazione non consente di vivere.”
L’Anno della Misericordia inizierà l’8 dicembre con l’apertura della Porta Santa a Roma che sarà seguita dall’apertura di altre Porte Sante in ogni diocesi del mondo. Ci sarà una celebrazione simile anche a Bassora?
“Si, ci sarà una celebrazione simbolica il 6 dicembre. Alcuni fedeli mi hanno chiesto aiuto per recarsi a Roma e cercherò di fare qualcosa per loro.”
E per quanto riguarda Natale? Come trascorrerà questo tempo santo la comunità cristiana di Bassora?
“I gruppi diocesani inizieranno la prossima settimana la celebrazione del Natale. Ci saranno ritiri spirituali, mostre, visite pastorali, studi biblici, rappresentazioni. Ognuno farà del suo meglio per celebrare il tempo speciale del Natale nel miglior modo possibile.