"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

19 giugno 2015

«I potenti senza soluzioni alle guerra»


Di fronte alla tragedia della Siria con "le terribili sofferenze provocate dalla guerra, dalla violenza e dalle persecuzioni, sembra che i potenti di questo mondo siano incapaci di trovare soluzioni". Lo ha detto Papa Francesco al patriarca ortodosso siriaco Mor Ignatius Aphrem II, ricevuto oggi in Vaticano. "Quanto dolore! Quante vittime innocenti!", ha esclamato il Pontefice.
"Santità - ha esortato Francesco - preghiamo insieme per le vittime di questa efferata violenza e di tutte le situazioni di guerra presenti nel mondo". "Un ricordo particolare - ha continuato Francesco - va al Metropolita Mor Gregorios Ibrahim e al Metropolita della Chiesa Greco-Ortodossa Paul Yazigi, rapiti insieme ormai da più di due anni. Ricordiamo anche alcuni sacerdoti e tante persone, di diversi gruppi, private della libertà".
"Santità, cari fratelli - ha chiesto il Papa alla delegazione siriaca - in questo momento di dura prova e di dolore, rafforziamo ancora di più i legami di amicizia e di fraternità tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Siro-Ortodossa. Affrettiamo i nostri passi sul cammino comune, tenendo fisso lo sguardo al giorno in cui potremo celebrare la nostra appartenenza all'unica Chiesa di Cristo intorno allo stesso altare del Sacrificio e della lode. Scambiamoci i tesori delle nostre tradizioni come doni spirituali, perché ciò che ci unisce è ben superiore a ciò che ci divide".
"Chiediamo al Signore - ha invocato - la grazia di essere sempre pronti al perdono e operatori di riconciliazione e di pace. Questo è ciò che anima la testimonianza dei martiri. Il sangue dei martiri è seme di unità della Chiesa e strumento di edificazione del regno di Dio, che è regno di pace e di giustizia".
Il Papa e il patriarca siriaco si sono incontrati nella Cappella Remptor Mater del Palazzo Apostolico. "La visita di Vostra Santità - ha affermato - rafforza i legami di amicizia e di fratellanza che uniscono le nostre Chiese, la Sede di Roma e la Sede di Antiochia".
Da parte sua, il patriarca siriaco Ignatius Aphrem II ha ringraziato Francesco per aver ricordato al mondo il Genocidio Armeno, che ebbe tra le vittime anche i cristiani siriaci.
In Siria, ha assicurato il patriarca ortodosso, "sia i cristiani che i musulmani sono stanchi della guerra e vogliono una pace basata sul principio della cittadinanza e degli uguali diritti". "Una risoluzione pacifica della crisi sarà nell'interesse di tutti", così come lo sarebbe, ha precisato, "creare un luogo sicuro con la protezione internazionale per i cristiani dell'Iraq nella piana di Ninive è ampiamente sostenuta dalla maggioranza della nostra gente in Iraq".
Nel suo discorso, Ignatius Aphrem II ha denunciato il fallimento "delle cosiddette primavere arabe" che hanno portato tra di noi morte, distruzione e caos" ed ha fatto un esempio drammatico di quanto sta accadendo: appena qualche giorno fa un missile ha colpito la parte antica della città di Mosul in un luogo a metà tra il luogo del battesimo di San Paolo e quello in cui, secondo gli Atti degli Apostoli, fu calato dai discepoli in una cesta, causando "molti feriti, paura e incertezza tra la popolazione".