Fonte: SIR
Questa mattina 30 capi delle tribù arabe sciite provenienti dal Sud dell’Iraq si sono recate a Kirkuk, insieme ad alcuni capi religiosi sunniti per esprimere alla comunità cristiana locale vicinanza e solidarietà dopo l’uccisione del 55enne infermiere cristiano, Imad Elia Abdul Karim, rapito il 3 ottobre. A rivelare la notizia al SIR è l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako. “I capi religiosi sciiti provenienti da località come Najef e Karbala e quelli sunniti ci hanno espresso tutta la loro solidarietà – dichiara mons. Sako - hanno condannato gli attacchi contro i cristiani e hanno lanciato un appello al governo perché protegga gli abitanti. Abbiamo anche ricevuto visite da parte di tante persone di Kirkuk”. Subito dopo la notizia del rapimento di Imad Elia mons. Sako aveva lanciato appelli alle autorità per chiederne la liberazione parlando anche di “situazione preoccupante per la comunità cristiana sempre più oggetto di minacce e violenza. I cristiani sono cittadini iracheni e come tali vogliono contribuire al bene del Paese”. Il clima di paura, alimentato da questo ultimo fatto tragico, sta spingendo molte famiglie cristiane a lasciare la città.