Fonte: La Stampa 26 ottobre 2009
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Ripetuti attacchi contro una minoranza decimata. Il vescovo caldeo: "C'è un piano per farci sparire."
Di Aseel Kamal, Mosul
Il numero dei cristiani in Iraq è precipitato da un milione e trecentomila unità, il dato precedente alla guerra lanciata dagli americani nel 2003, agli attuali quattrocentomila circa. A stimare la cifra che da sola racconta il tragico destino dei cristiani iracheni è un esponente importante del Partito Cristiano, che sta partecipando attivamente alla vita politica del paese. E' per questo suo ruolo che non vuole rivelare il suo nome: in compenso promette di essere franco. "E' in corso un esodo" - spiega - "molti cristiani sono scappati dalle città del centro e del sud del paese, per trovare rifugio nei villaggi protetti dalle montagne del nord. Anche lì però non sono ancora al sicuro." La tradizione vuole che sia stato l'apostolo Tommaso a portare il cristianesimo nell'attuale Iraq. Oggi i gruppi più numerosi di fedeli sono a Baghdad e nelle città del nord, Kirkuk, Irbil e Mosul, l'antica Ninive, ma la comunità si sta assottigliando presa delle violenze di sciiti, sunniti e curdi.
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