Fonte: Asia News
Mons. Rabban al Qas, di Ahmadiya, concorda con il rapporto Petraeus che registra la diminuzione di attentati soprattutto a Baghdad. E spiega: “La vera soluzione alla crisi deve venire dal popolo iracheno, educandolo alla pace e ai valori democratici”, conosciuti dopo il 2003.
“Una concreta soluzione alla crisi irachena deve venire dal popolo stesso e non dalle armi”. A ribadirlo ancora una volta è mons. Rabban al Qas, vescovo caldeo di Ahmadiya, in Kurdistan. Il leader cristiano parla all’indomani dell’attesa audizione davanti alle Commissioni difesa ed esteri della Camera dei rappresentanti Usa, del comandante delle truppe in Iraq, gen. David Petraeus, circa i risultati seguiti all’aumento delle truppe statunitensi nel Paese.
Petraeus ha riferito che la maggior parte dei risultati prefissati con l'invio dei rinforzi a gennaio sono stati raggiunti; ci sono progressi nella sicurezza; i conflitti settari sono diminuiti. Ma la situazione attuale - secondo il generale - è ancora troppo instabile per un ritiro immediato dei soldati statunitensi. Che potrebbe però avvenire, in modo parziale, a metà del 2008 con il rientro di circa 30mila uomini dei 168mila presenti nel Paese del Golfo.
Il governo iracheno ha accolto con favore il rapporto Petraeus. Mowaffaq al Rubaie, consigliere per la Sicurezza nazionale, ha lodato l’“enorme sacrificio” degli Usa e ha detto che l’Iraq è pronto ad affrontare una riduzione dell’impegno militare statunitense sul suo territorio. Si è detto però contrario ad ogni ritiro affrettato.
Da Baghdad la popolazione conferma il calo delle violenze, ma “non tanto da permettere di uscire di casa senza paura”. Anche mons. Rabban al Qas, citando suoi contatti nella capitale, dice che i kamikaze sono diminuiti negli ultimi mesi e parla di una “seconda fase” della guerra: “Ora che si sono raggiunti risultati, seppur deboli, sul terrorismo, ora che Washington ha cambiato mentalità riguardo la sua politica in Iraq, ora è il momento di cambiare la mentalità degli iracheni, di educare i giovani alla pace e ai valori democratici che in questi 4 anni hanno iniziato a circolare nel Paese”. “Ora dobbiamo aprire le porte alla riconciliazione, pur continuando a lavorare per garantire la sicurezza”, conclude.
Petraeus e l’ambasciatore Usa in Iraq, Crocker, continueranno anche oggi ad illustrare il rapporto davanti al Congresso.