Fonte: SIR
“Non è importante tanto ridurre o meno le truppe quanto porre il fondamento della pace nella nazione operando con tutte le forze mettendo da parte gli interessi di ciascuna fazione”. Reagisce così il vescovo caldeo, ausiliare di Baghdad, mons. Shlemon Warduni alla notizia della possibile riduzione delle truppe in Iraq espressa dal presidente americano Bush nel corso della sua visita lampo nel Paese. "Viviamo in condizioni pietose” rimarca al Sir il vescovo che poi domanda: “che colpa ha commesso l’Iraq per vivere in questo inferno? In questo periodo la temperatura arriva a toccare i 45°; come si fa a vivere senza elettricità? Chi possiede un generatore ha poi difficoltà a reperire benzina e gasolio che è aumentato in maniera spropositata. Per non parlare della divisione che c’è nel Paese.” Su questo punto mons. Warduni giudica positivo “ogni tentativo di riconciliazione” tra sciiti, sunniti e curdi. “Ogni tentativo di dialogare è una pietra nell’edificio della pace. Se mettiamo pietre di incontro, e non di inciampo, alimenteremo la speranza in un futuro migliore. Da questo processo di riconciliazione devono restare fuori gli interessi economici e personali di ogni parte. Serve solo il bene comune. La Chiesa irachena non farà mancare il suo apporto su questo tema decisivo”